Jack Savoretti: il cantautore che non c’era

Jack Savoretti Bello e bravo. Se non fosse vero Jack Savoretti bisognerebbe inventarlo: ha il carisma del cantautore, il fascino della pop star e un nome (autentico) impossibile da dimenticare, tra un supereroe e un famigerato gangster. C’è dunque poco da stupirsi se tutto il tour inglese per il lancio del suo nuovo album, Written in the scars, è stato sold out e se la stessa sorte è prevista per le tre date italiane del suo tour autunnale: il 29 ottobre a Genova, il 30 Venezia e il 31 all’Auditorium Parco della musica di Roma.

 

 

12118643_1044502622247503_8893344493005264281_nCerto, per ora il giovane Jack riempie i teatri e non gli stadi, ma lasciamogli il tempo fisiologico, alla portata di un artista indipendente e non di un fenomeno televisivo: le sue ballad sono orecchiabili, il talento è autentico e spazia dal soul al rock con disinvoltura, senza contare che quell’aria un po’ così, da attore bohémien, non ostacolerà di sicuro il suo successo planetario. Questo nuovo volto dei palcoscenici europei, premiato come “miglior nuova proposta internazionale” agli Onstage Awards 2015, è un vero esempio di cittadino del mondo: Jack è nato a Londra, 32 anni fa, da mamma tedesco-polacca e padre italiano, di Genova. Tifoso del Genoa CFC, al punto da aver suonato prima della partita Genoa-Juventus allo stadio Marassi, dove ha ambientato anche il suo ultimo videoclip Home, Savoretti è cresciuto a Lugano, dove ha iniziato a scrivere musica, per poi trasferirsi al college a San Francisco nel 2001. Rientrato a Londra per fare musica sul serio, ha i suoi primi riconoscimenti nel 2012 con il suo brano Hate and Lov113816736-1fea0b58-d60c-4923-a5e2-608733cb208ce, in duetto con Sienna Miller, diventato la colonna sonora del serial The Vampires diaries. Nel 2013 Bruce Springsteen lo vuole per aprire il suo concerto all’Hard Rock Calling Festival di Londra, Paul Mc Cartney lo cerca per il suo videoclip Queenie eye ed Elisa lo chiama a duettare con lei live all’Arena di Verona.

 

 

 

Il quarto album del 2015 ha scalato la British i-tunes Chart lo scorso febbraio e in poche settimane è arrivato al terzo posto. Scritto in collaborazione con Pedro Vito, suo inseparabile chitarrista da 10 anni, Samuel Dixon (produttore di Adele) e con il cantaucover-repackaging-Written-in-Scarstore genovese Zibba (premio della critica al Festival di Sanremo 2014), Written in the scars (scritto nelle cicatrici), è un disco fresco, già entrato nella testa di un pubblico tutt’altro che teen, scaricabile da iTunes, Amazon e Spotify. Allergico alle etichette dello star system, sembra quasi che Savoretti, che è anche un giovane papà, abbia trovato la sua personale formula di un successo misurato, senza rinunciare ai propri sogni. Ben fatto, Jack.