Il giornalista e scrittore (di noir) irlandese Adrian Mckinty ha pubblicato alcuni mesi fa una divertente classifica dei 10 migliori gialli a “camera chiusa”. Qui sotto la classifica che commentiamo:
The Moonstone di Wilkie Collins (1868) (La pietra di luna)
Il colonnello John Herncastle, ex ufficiale dell’esercito britannico, al rientro in patria dall’India porta con sé la leggendaria e maledetta Pietra di Luna. Il diamante indiano viene lasciato alla nipote Rachel e sparisce dalla sua stanza dopo la sua festa di compleanno. Chi è stato?
The Case of the Constant Suicides di John Dickson Carr (1941) (Gideon Fell e il caso dei suicidi)
Il dottor Gideon Fell indaga su un esorbitante numero di suicidi in un appartato castello scozzese. Le morti sono avvenute in stanze ermeticamente chiuse dall’interno. Dickson Carr è giustamente considerato il maestro inarrivabile dei mystery “con la porta chiusa”.
And Then There Were None di Agatha Christie (1939) (Dieci piccoli indiani)
Otto persone con molto da nascondere vengono invitate su un’isola lontana dalla costa del Devonshire. Qui vengono uccise uno alla volta. Quando ne rimangono solo due comincia il vero divertimento.
Suddenly At His Residence di Christianna Brand (1946) ( Uno della famiglia)
Ancora Devonshire. Sir Richard March viene avvelenato nel dépendance della villa di famiglia. La piccola casa è circondata da un tappeto di rose e da una striscia di sabbia, entrambi rigorosamente intatti. Ci penserà l’acuto ispettore Cockrill a risolvere il mistero.
The Big Bow Mystery di Israel Zangwill (1892) (Il grande mistero di Bow)
L’inquilino della signora Drabdump viene ritrovato con la gola tagliata, nessuna traccia dell’arma del delitto e nessun modo per l’assassino di poter essere entrato o uscito dalla stanza. Un classico senza tempo dell’omicidio impossibile.
The Mystery of the Yellow Room di Gaston Leroux (1908) (Il mistero della camera gialla)
La signorina Stangerson, figlia di un famoso scienziato, viene gravemente ferita. E’ stata aggredita nella sua camera da letto, chiusa dall’interno e dotata di inferriate alla finestra e alla porta. Leroux fornisce al lettore mappe e le planimetrie dei piani che testimoniano l’impossibilità di un assalitore di penetrare nella casa. Eppure è accaduto.
The King Is Dead di Ellery Queen (1951) (Il re è morto)
King Bendigo, un ricco industriale delle munizioni, viene minacciato e avvertito che qualcuno gli sparerà a mezzanotte. King si barrica nel suo ufficio con la moglie Karla. Mentre il resto della casa è sotto lo stretto controllo di Ellery Queen. Come annunciato a mezzanotte, nella stanza chiusa, King cade colpito da un proiettile.
La Septième hypothèse di Paul Halter (1991) (La settima ipotesi)
Londra 1938. L’agente di ronda Edward Watkins incrocia un uomo con un mantello, mani guantate, un largo cappello e una maschera con becco lungo. Praticamente un medico della peste. Nel frattempo qualcuno sente due uomini architattare un omicidio per scommessa. Tutto è collegato e ci sono sette soluzioni possibili per un romanzo che che Mckinty definisce ultra-tortuoso.
The Tokyo Zodiac Murders di Soji Shimada (1981)
Una notte nevosa nel Giappone prima della Guerra Mondiale. Un ricco artista, Keikichi Umezawa, sta finendo il suo ciclo dedicato allo Zodiaco quando la sua testa viene fracassata. Lo studio è chiuso dall’interno e i sospettati alibi inattacabili. Nel corso degli anni seguenti molti dei membri della famiglia Umezawa verranno assassinsti in modi impossibili.
The Hollow Man di John Dickson Carr (1935) – (Le tre bare)
Qualcuno penetra nello studio del Professor Grimaud, lo uccide e fugge, con la sola porta della stanza chiusa dall’interno, e con alcune persone presenti nell’ingresso fuori dalla stanza. Il terreno sotto la finestra è coperto da neve immacolata.