Los Angeles, 1965. La rabbia brucia nelle strade della Città degli Angeli. Le rivolte razziali scuotono le strade mentre un assassino brutalizza le prostitute e ne brucia i corpi non ancora privi di vita. Syd Bonanno e il padre Stan gli danno la caccia. Quasi trent’anni dopo, nel 1992, l’assoluzione degli agenti colpevoli del pestaggio del nero Rodney King riaccende la fiamma della rivolta con il caos che torna a devastare Los Angeles. Tornano anche gli omicidi, ma se il modus operandi rimane uguale cambiano le vittime, tutti sbirri legati da un passato che affonda le radici nelle rivolte del ’65. Le indagini questa volta toccano a Eve Delarue, una poliziotta con un nome pesante. Sì, perché Delarue è il suo nome da sposata. Da signorina si chiama Eve Bonanno. Lorenzo Palloni è un artista con due anime. Una è quella che possiamo vedere in Emma Wrong e che, forse non a caso, tende a emergere quando si occupa prevalentemente dei testi delle opere a cui lavora. Ed è l’anima dello sceneggiatore tecnico e complesso le cui narrazioni sono meccanismi precisi che girano con grande pulizia e in cui tutto torna. Poi c’è il Palloni viscerale, quello che pesca a piene mani dalle atmosfere del Mazzucchelli di Batman Anno Uno, l’artista completo che cura l’opera sia per quanto riguarda i testi sia per quanto riguarda i disegni, creando opere forse più lineari ma neanche troppo, sempre di lavori strutturati si tratta, mettendoci tanto fegato e tante budella nel raccontare storie ferali, che parlano tanto alla pancia del lettore.
Storie come Burn Baby Burn, edito da Saldapress (euro 29, pag.240) e pubblicato nel periodo di Lucca Comics 2023, un graphic novel corale in cui i destini di una moltitudine di personaggi s’intrecciano sullo sfondo di quella che è una delle contraddizioni più dolorose di un’America tanto multietnica quanto caratterizzata da un razzismo endemico che periodicamente torna a far esplodere le tensioni che si accumulano quando una parte della popolazione è di fatto oppressa da un’altra e la cui vita è più difficile e la cui probabilità di morire per mano dei tutori dell’ordine è nettamente più alta. Burn Baby Burn racconta una nutrita serie di vicende che vanno a comporre un quadro generale che a propria volta s’inserisce nella Storia con la S maiuscola raccontandone la complessità attraverso una serie di micro narrazioni che in essa vivono come in un ecosistema più grande. Un noir storico a fumetti, quello di Palloni, che orchestra uno sciame di personaggi su due piani temporali riconoscibili dall’uso diegetico del colore che caratterizza chiaramente i due momenti storici in cui si snoda la vicenda. Burn Baby Burn è forse meno sperimentale di un lavoro di ricerca come Emma Wrong ma non per questo è meno efficace, anzi per certi aspetti lo è di più nel proprio offrire al lettore qualità e quantità compresse in una narrazione generosa, di quelle che saziano come un pranzo con i parenti, dove mangi tanto e bene, da cui esci sì con una certa fatica fisica ma al tempo stesso con la soddisfazione di aver consumato un pasto importante. Burn Baby Burn è dunque frutto della creatività del Palloni meno delicato, che fa fumetti non con il fioretto ma con il maglio, adeguandosi a un’ambientazione dura come le storie che in essa vengono raccontate.