Non c’è pace per i registi iraniani, che continuano a pagare la mancanza di libertà che segna sempre più tragicamente il loro paese e segnatamente il loro cinema. Le ultime vittime di questa situazione sono Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, che figurano in Concorso alla 74ª edizione della Berlinale con il loro nuovo film, My Favourite Cake: il festival ha lanciato ieri un appello in loro favore dopo aver appreso che ai due autori sono stati ritirati i passaporti, impedendo formalmente loro di uscire dal paese anche perché dovranno affrontare un processo in relazione al loro lavoro di artisti e registi. La Berlinale si dichiara “scioccata e costernata nell’apprendere che a Moghaddam e Sanaeeha potrebbe essere impedito di recarsi al festival per presentare il loro film e incontrare il pubblico a Berlino”. Quello stesso pubblico che nel 2021 aveva premiato il loro precedente film, Ballad of a White Cow, come il preferito del Concorso di quell’anno.
I direttori della Berlinale Carlo Chatrian e Mariëtte Rissenbeek hanno rilasciato a loro volta la seguente dichiarazione: “Chiediamo alle autorità iraniane di restituire i passaporti e di porre fine a tutte le restrizioni che impediscono a Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha di recarsi liberamente a Berlino il prossimo febbraio, insieme agli altri registi internazionali e ai talenti cinematografici di tutto il mondo, per poter presentare il loro nuovo film My Favourite Cake nell’ambito del Concorso 2024 della Berlinale”. Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha sono due autori iraniani che del resto condividono una lunga storia con la Berlinale e lo stesso My Favourite Cake è stato sostenuto dal World Cinema Fund della Berlinale dopo essere stato sviluppato come progetto al Berlinale Co-Production Market 2020, dove era stato premiato con il prestigioso Eurimages Co-Production Development Award.