Una nuova grandiosa mostra dedicata al celebre fotografo e ritrattista Philippe Halsman (Riga, 1906-New York, 1979) è stata inaugurata il 6 luglio al Museo di Roma in Trastevere dove è in programma fino al 7 gennaio 2024. L’esposizione, a cura di Alessandra Mauro, presenta per la prima volta un’incredibile prospettiva personale che comprende la maggior parte delle opere fotografiche di Halsman che rappresentano in toto, con grande ironia e leggerezza, lo spirito più scanzonato della cultura novecentesca.
Alcune delle immagini scelte si concentrano sui più noti esponenti dello star system hollywoodiano dell’epoca, ripresi in momenti di gioviale spensieratezza, lontano dai bagliori dei riflettori, o ancora in situazioni intime dalla profonda carica introspettiva; basti pensare, a questo proposito, al ritratto in primo piano di Anna Magnani intenta a riposare (in apertura), oppure alla serie di immagini in “jumping style”, lo stile da lui creato perché, diceva, «con un salto, la maschera cade. La persona reale si rende visibile». Ecco allora Audrey Hepburn che salta dalla gioia in un giardino o Marilyn Monroe immortalata in un salto nonostante la tenuta da sera o Brigitte Bardot in costume da bagno su una spiaggia.
Altri ritratti, invece, dal sapore più sperimentale, presentano le personalità più spiccate dell’universo artistico, come Salvador Dalì, conosciuto nel 1941 e con cui Halsman intraprese un florido rapporto artistico per oltre trent’anni, che venne raffigurato in una fotografia tipicamente surrealista su ispirazione dei suoi stessi quadri (Dalì Atomicus, 1948). Uno dei grandi temi dell’esposizione è quindi il personale nonché originale sguardo dell’autore nei confronti del contesto, insieme culturale e socio-politico, novecentesco, analizzato da angolazioni inedite che rivelano un’importante controparte della macrostoria, fatta di piccoli e graziosi frammenti di vita quotidiana, e per questo particolarmente autentici, di persone celebri che appaiono, inaspettatamente, più comuni di quanto si possa pensare.