“L’obiettivo della Berlinale”, dice il suo Direttore Artistico Carlo Chatrian, “è quello di tenere insieme prospettive differenti”. Non stupisce dunque che presentando il programma della 73ma edizione del suo festival (dal 16 al 26 febbraio) rimarchi come “quest’anno più che mai essere parte della Berlinale significa stare spalla a spalla con chi combatte per esprimere le proprie idee, e con chi rifiuta di sottostare a una visione conformista della realtà che detta ciò che può e deve essere detto”. Partendo da questi presupposti e guardando il programma presentato oggi, la Berlinale 73 sembra ribadire più che mai la storica linea editoriale della kermesse tedesca, tradizionalmente attenta a un cinema di argomenti, trovando però nella specificità dello sguardo di Chatrian e della sua commissione l’evidente attenzione per le forme espressive innovative e filmicamente determinanti. Sicché, se lo stesso direttore rimarca una attenzione a questioni politiche forse più marcata che in passato (soprattutto nella selezione di Encounters), dall’altro la presentazione del programma pone l’accento su film che assicurano “il coraggio di assumere il proprio punto di vista, anche se vanno contro corrente” e “raccontano la storia del mondo con tutte le sue ferite ma anche la sua commovente bellezza” e che “tentano di sostituire la realtà con una che sia più in armonia con i nostri desideri”.
Il Concorso è composto da 18 film in gara per gli Orsi d’Oro e d’Argento, la gran parte in prima mondiale, provenienti da 19 paesi, due solo dei quali sono opere prime (che invece imperversano sia in Encounters che in Panorama). Proprio tra i debutti figura l’unico italiano della competizione ufficiale, Disco Boy, attesissimo esordio di Giacomo Abbruzzese in coproduzione con Francia, Polonia e Belgio.
Concorso
20.000 especies de abejas (20,000 Species of Bees) di Estibaliz Urresola Solaguren (Spain)
Bai Ta Zhi Guang (The Shadowless Tower / Der schattenlose Turm) di Zhang Lu (Cina)
Bis ans Ende der Nacht (Till the End of the Night) di Christoph Hochhäusler (Germania)
BlackBerry di Matt Johnson (Canada)
Disco Boy di Giacomo Abbruzzese (Francia/Italia/Polonia/Belgio, opera prima)
Le grand chariot (The Plough) di Philippe Garrel (France / Switzerland)
Ingeborg Bachmann – Reise in die Wüste (Ingeborg Bachmann – Journey into the Desert) di Margarethe von Trotta (Switzerland / Austria / Germany / Luxembourg)
Irgendwann werden wir uns alles erzählen (Someday We’ll Tell Each Other Everything) di Emily Atef (Germania)
Limbo di Ivan Sen (Australia)
Mal Viver (Bad Living) di João Canijo (Portugal / France)
Manodrome di John Trengove (United Kingdom / USA)
Music di Angela Schanelec Germany / France / Serbia)
Past Lives di Celine Song (USA, opera prima)
Roter Himmel (Afire) di Christian Petzold Germany)
Sur l’Adamant (On the Adamant) di Nicolas Philibert (France / Japan)
The Survival of Kindness (Das Überleben der Freundlichkeit) di Rolf de Heer (Australia)
Suzume di Makoto Shinkai Japan)
Tótem di Lila Avilés (Mexico / Denmark / France)
Il concorso parallelo “Encounters”, importantissima spalla della selezione ufficiale in cui Chatrian e i suoi spingono più decisamente sul pedale della ricerca espressiva, presenta 16 film, tutti in prima mondiale, con 5 esordi. La selezione, che nelle parole di Chatrian si articola in una narrazione collettiva “che abbraccia il presente, testimonia il passato e immagina il futuro”, presentando per l’Italia il nuovo lavoro di Stefano Savona, Le mura di Bergamo.
Encounters
Adentro mío estoy bailando (The Klezmer Project) di Leandro Koch, Paloma Schachmann (Austria / Argentina, opera prima)
The Adults di Dustin Guy Defa (USA)
El eco (The Echo / Das Echo) di Tatiana Huezo (Mexico / Germany)
Here di Bas Devos (Belgium)
Im toten Winkel (In the Blind Spot) di Ayşe Polat (Germany)
Kletka ishet ptitsu (The Cage is Looking for a Bird) di Malika Musaeva (France / Russian Federation, opera prima)
Mon pire ennemi (My Worst Enemy) di Mehran Tamadon (France / Switzerland)
Müanyag égbolt (White Plastic Sky) di Tibor Bánóczki, Sarolta Szabó (Hungary / Slovakia)
mul-an-e-seo (in water) di Hong Sangsoo (South Korea)
Mummola (Family Time) di Tia Kouvo (Finland / Sweden, opera prima)
Le mura di Bergamo (The Walls of Bergamo) di Stefano Savona (Italy)
Orlando, ma biographie politique (Orlando, My Political Biography) di Paul B. Preciado (France, opera prima)
Samsara di Lois Patiño (Spain)
Shidniy front (Eastern Front) di Vitaly Mansky, Yevhen Titarenko (Latvia / Czechia / Ukraine / USA)
Viver Mal (Living Bad) di João Canijo (Portugal / France)
Xue yun (Absence) di Wu Lang (China, opera prima)
17 invece i film che compongono Berlinale Special, 9 dei quali presentati in serata di Gala: qui la kermesse berlinese si rivolge in maniera più diretta al pubblico ampio e propone opere che possono garantire il ritorno a quel red carpet che sino allo scorso anno era stato evitato per motivi pandemici. È qui che figurano altri due italiani della Berlinale: L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino e Laggiù qualcuno mi ama il ritratto di Massimo Troisi formato da Mario Martone.
Berlinale Special Gala Films
Golda di Guy Nattiv (UK)
Kiss the Future di Nenad Cicin-Sain (USA / Ireland)
L’ultima notte di Amore (Last Night of Amore) di Andrea Di Stefano (Italia)
Seneca (Seneca – On the Creation of Earthquakes) di Robert Schwentke (Germany / Morocco)
She Came to Me di Rebecca Miller (USA)
Sonne und Beton (Sun and Concrete) di David Wnendt (Germany)
Superpower di Sean Penn, Aaron Kaufman (USA)
TÁR di Todd Field (USA 2022)
Untitled Boris Becker Documentary di Alex Gibney (UK// USA)
Berlinale Special Films
Infinity Pool di Brandon Cronenberg Canada)
Kill Boksoon di Sun Sung-hyun (South Korea)
Laggiù qualcuno mi ama (Massimo Troisi: Somebody Down There Likes Me) di Mario Martone (Italy)
Loriots große Trickfilmrevue (Loriot’s Great Cartoon Revue) di Peter Geyer, Loriot (Germany)
#Manhole di Kazuyoshi Kumakiri (Japan)
Ming On (Mad Fate) di Soi Cheang (Hong Kong, China)
Talk to Me di Danny Philippou, Michael Philippou (Australia)
Der vermessene Mensch di Lars Kraume (Germany)
In Panorama, poi, la proposta si allarga a 35 film (28 in prima mondiale), in ossequio a una sezione che permette alla Berlinale il più ampio margine di confronto con la vastità della produzione mondiale. Qui la presenza di opere prime è rimarchevole, segno piuttosto incoraggiante, e conta 13 esordi.
Panorama
After di Anthony Lapia |(opera prima)
All the Colours of the World Are Between Black and White di Babatunde Apalowo |
Al Murhaqoon (The Burdened) di Amr Gamal
And, Towards Happy Alleys di Sreemoyee Singh
Au cimetière de la pellicule (The Cemetery of Cinema) di Thierno Souleymane Diallo
La Bête dans la jungle (The Beast in the Jungle) di Patric Chiha
El castillo (The Castle) di Martín Benchimol
Drifter di Hannes Hirsch
The Eternal Memory di Maite Alberdi
Femme di Sam H. Freeman, Ng Choon Ping
Ghaath (Ambush) di Chhatrapal Ninawe
Green Night di Han Shuai
Hello Dankness di Soda Jerk
Heroico (Heroic) di David Zonana
Inside di Vasilis Katsoupis
Iron Butterflies di Roman Liudi i
Joan Baez I Am A Noise di Karen O’Connor, Miri Navasky, Maeve O’Boyle
Kokomo City di D. Smith
Das Lehrerzimmer (The Teachers’ Lounge) di İlker Çatak
Matria di Álvaro Gago
Motståndaren (Opponent) di Milad Alami
Passages di Ira Sachs
Perpetrator di Jennifer Reeder
Propriedade (Property) di Daniel Bandeira
Reality di Tina Satter
Sages-femmes (Midwives) di Léa Fehner
Silver Haze di Sacha Polak
Sira di Apolline Traoré
La Sirène (The Siren) di Sepideh Farsi
Sisi & Ich (Sisi & I) di Frauke Finsterwalder
Stams di Bernhard Braunstein
Stille Liv (The Quiet Migration) di Malene Choi
Transfariana di Joris Lachaise
Ty mene ludi sh? (Do You Love Me?) di Tonia Noyabrova
Under the Sky of Damascus di Heba Khaled, Talal Derki, Ali Wajeeh
Il Forum è come sempre lo spazio più ampio e di ricerca della Berlinale. Il programma è sterminato, praticamente un festival nel festival.
Forum
ALLENSWORTH di James Benning
Anqa di Helin Çelik
Arturo a los 30 (About Thirty) di Martín Shanly
Being in a Place – A Portrait of Margaret Tait di Luke Fowler
The Bride di Myriam U. Birara
Cidade Rabat di Susana Nobre
Concrete Valley di Antoine Bourges
Dearest Fiona di Fiona Tan
De Facto di Selma Doborac
O estranho (The Intrusion) di Flora Dias, Juruna Mallon
Le Gang des Bois du Temple (The Temple Woods Gang) di Rabah Ameur-Zaïmeche
Gehen und Bleiben (Leaving and Staying) di Volker Koepp
Horse Opera di Moyra Davey
Între revoluții (Between Revolutions) di Vlad Petri
Ishi ga aru (There Is a Stone) di Tatsunari Ota
Jaii keh khoda nist (Where God Is Not) di Mehran Tamadon
El juicio (The Trial) di Ulises de la Orden
Llamadas desde Moscú (Calls from Moscow) di Luís Alejandro Yero
Mammalia di Sebastian Mihăilescu
Notre corps (Our Body) di Claire Simon
Or de vie (A Golden Life) di Boubacar Sangaré
Poznámky z Eremocénu (Notes from Eremocene) di Viera Čákanyová
El rostro de la medusa (The Face of the Jellyfish) di Melisa Liebenthal
Subete no Yoru wo Omoidasu (Remembering Every Night) di Yui Kiyohara
This Is the End di Vincent Dieutre
Unutma Biçimleri (Forms of Forgetting) di Burak Çevik
Uriwa sanggwaneopsi (Regardless of Us) di Yoo Heong-jun
W Ukrainie (In Ukraine) di Tomasz Wolski, Piotr Pawlus