Se il titolo Springtime for Hitler non vi dice niente, di sicuro non avete mai visto il memorabile The Producers (titolo italiano assurdo: Per favore, non toccate le vecchiette!). Proprio l’opera prima di Mel Brooks, tra i film relativamente recenti (festeggia i cinquant’anni!), ha “colorato” il Cinema ritrovato di Bologna, grazie alla versione restaurata in 4K da StudioCanal. Da tempo introvabile in Dvd, anche negli USA, la nuova copia del film, che inizialmente si sarebbe dovuto intitolare proprio Springtime for Hitler, è stata proiettata in un affollato e partecipe Cinema Arlecchino (applausi alla fine dei numeri musicali, risate continue). Racconta la storia di un produttore di Broadway caduto in disgrazia, Max Bialystock (Zero Mostel), che riesce a sopravvivere concedendosi ad anziane signore disposte a pagare assegni sostanziosi. L’incontro con il bislacco contabile Leo Bloom (Gene Wilder) lo porta a ideare una truffa: produrre un grande spettacolo, facendo pagare quote azionarie molto esose alle attempate amiche e scappare poi con il malloppo, una volta fatto flop. Per essere sicuro del disastro commerciale della pièce, Max seleziona come script il testo di un folle neonazista (da cui il titolo dello spettacolo e della canzone Springtime for Hitler), sceglie il peggiore regista in circolazione, i peggiori attori e tenta anche di corrompere qualche critico teatrale serio, confidando in ulteriori stroncature.
Lo spettacolo però si rivela un vero trionfo…The Producers, dopo aver vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura, divenne davvero anche un musical di successo (diretto dallo stesso Brooks) e fu rifatto al cinema nel 2005 da Susan Stroman (con risultati molto meno efficaci). Il Cinema Ritrovato ci ha consentito di rivederlo nel suo fulgore originale – colori sgargianti, perfezione d’immagine – liberando il lato comico dei cinefili. Vero gioiello dello humour scatenato, anarchico, ebraico dell’autore, The Producers è un ritratto feroce delle logiche di Broadway (per estensione del mondo dello spettacolo tout court). Il film fu bandito per lungo tempo in Germania (compaiono svastiche in una miriade di scene e battute assurde come «Don’t be stupid, be a smarty… Come and join the Nazi Party!») e fu proiettato per la prima volta all’interno di un festival dedicato ad autori ebrei. Una frase attribuita a Brooks dice: «I miei film si librano al di sotto della volgarità». Non sappiamo in quale soglia stia questo film – le cui citazioni vanno da Kafka a Joyce – di sicuro sta nell’olimpo dei cult dell’autore.