È un po’ come il muro sul quale si chiude, Scattered Night (Heuteojin Bam, 2019), l’opera prima delle due giovani registe sudcoreane Lee Jihyoung e Kim Sol, vista in questi giorni in concorso al FESCAAAL di Milano nella sua edizione online. Quel muro che occlude lo sguardo e conclude il piccolo dramma di una bambina alle prese con la prima importante scelta della sua vita, è il punto di arrivo di un film che è costruito sulla presa d’atto progressiva dell’inevitabilità degli ostacoli, sulla consapevolezza, pian piano acquisita dalla piccola protagonista, che la realtà è fatta di situazioni con cui, in un modo o nell’altro, bisogna confrontarsi. C’è dolcezza e determinazione, nella piccola Sumin, il suo modo di affermare se stessa dinnanzi al mondo degli adulti, che pretendono di decidere per lei, ha qualcosa di semplice e inamovibile, un po’ come la situazione in cui viene messa. I suoi genitori hanno deciso di separarsi: ci hanno provato, ma le cose non vanno più e allora hanno deciso di divorziare. Lo comunicano a lei e a suo fratello maggiore, Jinho, con una semplicità che proietta su di loro l’indifferenza che ormai provano l’uno per l’altra. Tocca a Sumin e a Jinho, ora, confrontarsi con la nuova vita che li attende e con le domande che inevitabilmente si pongono: con chi vivranno? Rimarranno insieme o saranno separati? Come sarà la casa in cui andranno ad abitare? Il ragazzo riversa il suo sbandamento nello studio, proiettandosi in quella corsa all’affermazione sociale che in Corea è l’ossessione dei rampolli delle famiglie borghesi.
Sumin, invece, sembra orientarsi seguendo piuttosto la linea degli affetti. E non solo perché è ancora una bambina, quanto perché, a differenza degli adulti, il suo orizzonte di riferimento pare piuttosto quello dei sentimenti: la separazione, la frattura, il discernimento, la scelta sono tutte coordinate che per la piccola Sumin diventano una rete che intrappola la sua possibilità di essere se stessa, unita ai suoi affetti e integra nelle sue scelte. Gli adulti pretendono di decidere per lei, ma Sumin protesta, con quieta dolcezza, che non chiedono il suo parere: si spartiscono le loro vite così come la sua, ignorando il fatto che l’unità affettiva in cui lei si riconosce non può ammettere soluzioni. Ecco, il dramma del film si sviluppa tutto lungo questa linea: Lee Jihyoung e Kim Sol cercano un confronto con la sensibilità estremamente concreta della loro piccola protagonista, ne assumono il punto di vista esistenziale, tenendosi però a distanza dal facile gioco dei sentimenti, affidandosi semmai alla fermezza un po’ ferita e un po’ ribelle della bambina. Che, una volta posta dinnanzi alla possibilità di scegliere, cerca linee di fuga notturne in cui affermare se stessa, pretendendo di mantenere intatta l’infanzia che sta vivendo e che invece si sta sfaldando sotto i suoi occhi. La dolcezza che il film nutre e segnata da una proficua ambiguità, che lo porta a sentire il dolore della ragazzina ma anche a concepire l’inevitabile opporsi della vita a quel regno dell’unità che è l’infanzia. Se poi proiettiamo questo piccolo dramma sullo scenario coreano, dove ovviamente il tema della separazione e della divisione è quanto mai dirimente, allora Scattered Night assume un valore implicito in più, che finisce col ricadere sulla narrazione di una società che ha interiorizzato il dramma della perdita e della divisione a tal punto da anestetizzarne il dolore.
Disponibile il VOD sino alle 23.59 di domenica 28 marzo
https://www.mymovies.it/ondemand/fescaaal/movie/6328-scattered-night/