Twin Peaks – Parte 8 – La bomba fra le smagliature del tempo

Trenodia per le vittime di Hiroshima (Tren ofiarom Hiroszimy ) di Krzysztof Penderecki, Warsaw National Philharmonic + David Lynch – Twin Peaks – Parte 8  + rievocazione del 16 luglio 1945, ore 5 e 29, White Sands, Nuovo Messico, dove per la prima volta venne fatta esplodere una bomba atomica.

 

Ne consegue:

dialogo azzerato, scomparsa dei personaggi, montaggio spaziale di luoghi psichici, approccio kubrickiano, evidenti rimandi a Terrence Malick (esplosioni/palingenesi), “materie” che divengono oggetto di osservazione impassibile e, nello stesso tempo, punto di partenza di un’avventura stilistica basata sulla continua infrazione del racconto, sull’uso freddamente frenetico dell’inserimento della digressione, del ritaglio. Linguaggio allucinatorio, visioni di utopia negativa, nausea, coraggio, spezzoni di rovine dal mondo. Lynch raccoglie le macerie ed eleva un altro edificio narrativo: cattedrali sbilenche, torri di scarto. Il woodsman che fa scempio dei Platters di My Praier, l’inconscio dell’umanità da cui trarre lirici teoremi…Dissonanze misteriose. Twin Peaks è un luogo sospeso fra le smagliature del tempo e le diffrazioni dello spazio, una contrada anamorfica segnata da geometriche visioni, groppi enigmatici, ermeneutiche dell’improbabile e filologiche mistificazioni. L’episodio è pieno di immagini-embrione, come Eraserhead, Lynch non filma, compone, polifonicamente fa sorgere forme che si scontrano, si spezzano, si suddividono, ne creano altre, senza problemi riguardo alla materia sia essa, carne, terra, metallo, polvere…

 

Penso sia fondamentale arrivare a conoscere il mostro, poi il mostro sparisce.                                                                         David Lynch