Videolog: quel (molto) che resta dell’horror in home video

Daiei Gothic

Da alcuni anni ottobre è il mese dell’horror, complice la festività di Halloween. Se per qualche tempo la cosa ha mantenuto tratti abbastanza estemporanei, adesso la tendenza è sistemica, confermata dalla coincidenza di festival di settore, riedizioni cinematografiche e nuove uscite. L’home video naturalmente fa la sua parte, ancor più se consideriamo come la comunità degli appassionati del genere sia da sempre molto vicina ai supporti fisici e tante label si siano progressivamente specializzate proprio in questo settore, con linee tematiche o interi cataloghi votati alla riscoperta di titoli più o meno noti. Non solo dunque le celebrazioni dei grandi classici con uscite strenna: a fare la differenza sono infatti anche (e soprattutto) le singole proposte più particolari, in un ambito dove la rarità e la scarsa conoscenza dei titoli diventano non un disvalore, ma un autentico motivo di attrazione. In questo modo si possono comporre filmografie di altri maestri o esplorare cinematografie di solito poco battute dalle proposte principali (la sala, ma anche lo streaming). I cinque consigli di questo Videolog cercano di muoversi fra questi estremi, nell’ambito delle sole uscite dello scorso mese. (In apertura una immagine di Essi vivono di John Carpenter).

 

 
Il cofanetto Daiei Gothic di Radiace Films recupera tre pellicole di fantasmi del cinema giapponese classico. I film provengono dal catalogo della Daiei, major all’epoca molto attiva nel campo del fantastico con la saga di Gamera, la splendida trilogia del gigante di pietra Daimajin e quella degli yokai (tutte recuperabili nel catalogo Arrow). The Ghost of Yotsuya del 1959 in particolare, tratto da una celeberrima opera teatrale più volte trasposta al cinema, vede alla regia Kenji Misumi, fra gli autori più preziosi del cinema nipponico dell’epoca, celebre per il nitore espositivo delle sue opere, unito a una sottigliezza di toni e a una particolare attenzione ai legami fra i personaggi, attualmente al centro di attente riscoperte all’estero – fu lui tra gli altri a inaugurare due acclamate saghe del chanbara come Zatoichi e Lone Wolf and Cub, entrambe nel catalogo Criterion. Gli si affiancano due titoli del 1968, The Snow Woman di Tokuzo Tanaka (del 1968) e The Bride from Hades di Satsuo Yamamoto. Tema portante delle tre storie sono gli spiriti femminili in cerca di vendetta, tra atmosfere in grado di giocare con i contrasti quasi in bianconero tra la neve e le zone buie, e l’eleganza delle figure fluttuanti e (ovviamente) teatrali nel trucco esibito, in un tripudio di atmosfere seducenti. Oltre agli ottimi restauri in 4K e al booklet di 80 pagine allegato, i tre film propongono essai d’eccezione da autori moderni come Kiyoshi Kurosawa, Masayuki Ochiai e Hiroshi Takahashi (lo sceneggiatore di Ring), come a voler sancire una continuità d’intenti fra il passato e il presente.

 

 
Sempre dal cinema giapponese, l’inglese 88 Films inaugura la sua ben più estrema linea Japanarchy: il box Gaira’s Guts Trilogy raccoglie tre pellicole realizzate tra il 1986 e il 1987 da Kazuo ‘Gaira’ Komizu nell’ambito del sottofilone ero-splatter del pink eiga: Guts of a Virgin, Guts of a Beauty e Guts of a Virgin III. Siamo agli ultimi fuochi di un genere, che pertanto radicalizza il suo sguardo con visioni tese allo shock nel connubio fra erotismo e orrore (non risultando esente dalle influenze del body-horror coevo), in un modo che può facilmente risultare rozzo e gratuito, ma che resta testimonianza di un movimento e una voglia di oltrepassare i confini dei generi. Oltre a presentare i tre film in versioni integrali (pur con i compromessi delle censure video con i nudi “annebbiati”, una scelta non dell’editore ma effettuata già all’origine), il cofanetto propone anche un’intervista all’autore e un booklet, di sicuro utilissimi per muoversi in un territorio ancora davvero poco esplorato dai marchi specializzati europei.

 

 
Il ritorno al cinema in gran spolvero di Dellamorte Dellamorte è l’occasione giusta per riprendere anche Deliria, l’esordio registico di Michele Soavi che nel 1987 fece ben sperare per un rinnovamento dell’horror italiano, grazie a un taglio moderno e ben integrato con la scena dello slasher internazionale. Colpiscono ancora oggi l’efficace maschera dell’assassino con la maschera da barbagianni e il connubio tra musica e immagini che si fa riflessione metanarrativa (la storia è ambientata su un set dove il killer si scatena). Mai abbastanza valorizzato in patria (la versione cinematografica era addirittura tagliata), il film ha goduto poi di una relativa seconda giovinezza in home video, come dimostrano le ultime uscite di Rustblade Records, forti addirittura di 4 diverse proposte. Si va dal Blu-Ray semplice a quello con borsa, maschera e vinile della colonna sonora, coerente con la mission originaria dell’editore, da sempre attivo nel campo musicale. Sul versante dei contenuti video, quelli più rilevanti sono l’intervista a Soavi ripresa dal documentario di Claudio Lattanzi Aquarius Visionarus e l’altra al compositore Simon Boswell. Non l’edizione più completa al mondo (ci sono alcune uscite anglosassoni ancora più approfondite sul versante delle testimonianze del cast), ma di sicuro fra le migliori italiane per un film sinora più trascurato rispetto agli altri titoli dell’autore.

 

 
Si situa fra cinema e home video anche la celebrazione di Nightmare – Dal profondo della notte di Wes Craven, fresco di ritorno in sala per il quarantennale, ma ora di nuovo anche su supporto home grazie alle uscite in Blu-Ray 4K di Warner Home Video (che ormai gestisce il catalogo New Line). In questo caso la release è mondiale e si distingue soprattutto per il recupero della versione integrale che non circolava dai tempi delle videocassette Fox: la differenza è comunque infinitesimale, si parla di pochi fotogrammi, ma sufficienti per rendere felici i completisti. Il film resta il capolavoro che conosciamo, con cui Craven ruppe la parete fra il sogno e la realtà giocando con il surrealismo (la capra che omaggia Luis Bunuel), gli eccessi dello splatter e dell’effetto speciale esibito, le fantasie adolescenziali e il sottotesto oscuro di un’America genitoriale assente mentre la figura putativa dell’età adulta, il bidello Fred(dy) Krueger diventa un maniaco assassino di bambini che rinasce come demone che infesta il mondo dei sogni. Pochi film sono riusciti con tanta precisione e radicalità a centrare tanti registri in un colpo solo. Esaurita immediatamente (e non senza polemiche) la collector’s edition con poster e book fotografico, il film resta disponibile in 2 steelbook che riproducono l’artwork originale e uno “unghiato” in stile vhs d’annata. Poco da aggiungere sugli extra video, da sempre proposti in abbondanza fin dai tempi dei primi DVD.

 

 
Chiusura ancora nel segno dei maestri, con il box “4Kult Prestige” John Carpenter 4 Film Collection, che riunisce 4 titoli del catalogo Canal Plus (da noi per Eagle Pictures): Fog, 1997: Fuga da New York, Il Signore del Male e Essi vivono, tra i più celebrati del Maestro americano per portata iconografica, precisione narrativa e carica allegorica, scritti e realizzati nell’arco di un decennio, fra gli anni Settanta e Ottanta, ma ancora attuali nella nostra epoca. Pochi registi hanno saputo modulare il genere nel senso delle fobie metropolitane come ha fatto Carpenter, portando il confronto fra il singolo uomo e il sistema capitalistico sul corpo stesso delle città, ferite dal degrado e trasformate in prigioni, ricettacolo di invasioni demoniache, costruite sull’inganno della salvezza per rubare l’oro ai naviganti o sgombrate dalle ruspe mentre le elite si nascondono dietro la pubblicità e possono essere viste soltanto con occhiali neri. La novità sta sia nella scelta di privilegiare il solo formato 4K UHD (senza il Blu-Ray classico a corredo), ma soprattutto per la presenza di un disco di contenuti speciali che, tra varie featurette, finalmente propone anche in Italia il prologo di Fuga da New York finora rimasto escluso dalle altre edizioni. Il corredo di poster e cartoline diventa in questo modo poco più che un comunque gradito surplus per feticisti.

 

Il resto: in un periodo ricco di proposte, segnaliamo anche il Jeff Lieberman Boxset di Midnight Factory con Sindrome del terrore e Halloween Killer; i Dario Argento’s Deep Cuts di Severin Films con i lavori televisivi del regista; El vampiro di Powerhouse/Indicator che prosegue la linea di horror messicani con il dittico di Fernando Mendez La stirpe dei vampiri e La bara del vampiro e il cult Blackenstein, di William A. Levey, ovvero la risposta “black” a Frankenstein per Home Movies nella collana Filmotronik.