Alla scoperta di laboratori sociali: Andare per Caffè storici di Massimo Cerulo

I Caffè storici hanno contribuito a cambiare la scena culturale in  giro per l’Europa. Il parigino Caffè Procope è considerato il più antico caffè letterario del mondo (ha aperto nel 1689). Il suo nome resta indissolubilmente legato all’Encyclopédie di Diderot e ha visto discutere a quegli stessi tavoli Voltaire e Rousseau. I caffè storici viennesi sono stati nominati dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità dato che “trascendono la loro funzione”, sono ancora oggi, i centri della vita sociale di una parte della cultura europea. Al Central, borghese e in stile neo-rinascimentale,  ci andava a giocare a scacchi un medico, tale Freud… Sui Caffè spagnoli, francesi, austriaci, sui coffeehouses inglesi esiste una robusta e interessante bibliografia. Ora Massimo Cerulo con Andare per caffé storici (Il Mulino, pag.152, euro 12) ci invita a un viaggio in alcuni dei più celebri Caffè storici italiani (Florian, Pedrocchi, Al Bicerin, Tommaseo, Le Giubbe Rosse, L’Antico Caffé Greco, Gambrinus, per citarne solo alcuni) in un percorso che si snoda da Nord a Sud, in otto città partendo da Venezia per poi toccare Padova, Torino, Trieste, Firenze, Roma, Napoli, Cosenza. Come diceva Eduardo Galeano: frequentando i vecchi Caffè si impara a raccontare. Per Cerulo in questi luoghi «si apprende anche la storia della società in cui si vive. Perché i Caffè, quelli storici in particolare, rappresentano scrigni di memoria collettiva che permettono di comprendere come si sia arrivati al presente. Attraverso quali discorsi, conversazioni, forme di lotta e militanza, manifestazioni artistiche e culturali». (In apertura Artisti nel Caffè Greco a Roma, 1856 di Ludwig Passini).

 

Il Caffè Michelangelo (1861) di Adriano Cecioni

 

Per individuare i locali l’autore ha seguito quattro regole: i Caffè devono avere almeno un secolo di vita; hanno ospitato al loro interno importanti eventi sociali, politici, culturali; mantengono almeno una parte degli arredi originali; sono tuttora aperti al pubblico. Come ha notato Piero Bargellini:”non si potrebbe scrivere una pagina di storia né politica, né letteraria, né artistica dell’Ottocento senza citare il nome di un Caffè”. Massimo Cerulo ha scelto 17 Caffè analizzandone le principali caratteristiche, sia in termini storici, sia con un approccio sociologico rispetto alla funzione svolta (dagli scambi culturali al confronto politico). La storia sociale dei Caffè viene anche analizzata attraverso il racconto del passaggio in quei locali di artisti, attori, scrittori, politici, personaggi famosi che hanno lasciato un segno. Entrando in questi luoghi è possibile visitare altre epoche attraverso l’incontro  con le memorie custodite all’interno del locale. Per Cerulo: «I Caffè storici sono giardini aperti a molte tipologie di pubblico. Custodiscono ricordi culturali, artistici, politici, familiari, gastronomici. Nutrono memorie cittadine e nazionali. Pervicacemente resistenti allo scorrere del tempo e agli stravolgimenti di mode e consumi, restano in attesa di cogliere il prossimo avventore per condurlo in un appassionante viaggio…»