

TINA – Storie della Grande Estinzione è proprio questo: un libro che raccoglie decine di scenari, passati e futuri, che mettono in scena il collasso, le sue conseguenze e le modalità con cui gli uomini lo hanno affrontato. TINA – Storie della Grande Estinzione è una corposa collezione di micro apocalissi che va dalla preistoria al futuro prossimo passando per la Storia, raccontando civiltà che scompaiono, pandemie, guerre, soluzioni tecnologiche, cambiamenti più o meno profondi nei modelli culturali e tutto ciò che segna il passaggio da uno stato di prima a uno stato di dopo. Dalla Peste di Atene del 430 a.C. all’assedio di Munster del 1535, dalla fine del Betamax a scenari immaginati come la sconfitta del cancro o la fine della crittografia, gli autori che hanno contribuito al libro, scrittori e illustratori, hanno messo insieme il collasso in tutte le sue declinazioni creando uno strumento che non si presta tanto alla lettura ideale quanto alla consultazione, un grande esercizio dell’immaginario finalizzato a pensare il futuro, il miglior futuro immaginabile, per renderlo possibile. Il libro è una cassetta degli attrezzi, un oggetto letterario complesso quanto necessario, non di semplice fruizione ma estremamente denso. Importante per i tempi che verranno, e per il fatto che riporta le idee e l’immaginazione al centro, ne fa un atto politico e di sovversione in una scena letteraria, quella italiana, ancora troppo presa a guardarsi l’ombelico con le sue narrazioni ripiegate nel privato, incapace d
i costruire una prospettiva utile per interpretare la complessità del reale. Il nome TINA, che designa l’autore collettivo che ha realizzato il progetto, ha una duplice origine. Anzitutto è un esproprio del there is no alternative thatceriano, e poi è un omaggio a Tina Michelle Fontaine, una ragazza di 15 anni, nativa americana canadese, uccisa nel 2014, l’ennesima vittima di un lento genocidio che sta cancellando quelli come lei, gli ultimi che non hanno voce.
