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God Save Sex Pistols, il libro definitivo sui sacerdoti del punk

cover-sex-pistolsNon sapevano suonare, si sono formati (se così si può dire) negli scalcinati pub dei quartieri periferici, ma la loro musica era violenta, schematica, incontaminata. I Sex Pistols hanno portato in scena una rabbia nuova, aggressiva, diversa: una grinta disadattata, suburbana. Per ripercorrere la loro furiosa cavalcata – nascita a Londra nel 1975,  meno di tre anni di attività, quattro singoli e un album, prima di sciogliersi nel 1978 – c’è God Save Sex Pistols di Jon Savage, Glenn Terry, a cura di Johan Kugelberg (Rizzoli, pag.320, euro 60). Il libro è un’inifinita indagine fra registrazioni di interviste e conversazioni, collezioni pubbliche e private. Il risultato dello scandaglio di un enorme patrimonio di lettere, fotografie inedite, biglietti, fanzine e curiosità di ogni genere è una mappa che ci restituisce perfettamente le coordinate e il mood di un’epoca. C’è di tutto: dal comunicato della A&M Records che scarica la band dopo avere bloccato la distribuzione di God Save the Queen alle testimonianze sul fatto che Sid Vicious non partecipò mai a nessuna registrazione per nessun disco dei Pistols perché:”non gli sembrava poi così importante”. Un puzzle di sangue, morte, eroina, ribellismo (fine a se stesso e per questo ancora più apprezzabile), un suono sporco che non era una merce da vendere o da barattare, concerti programmaticamente orrendi. Pazzi e innocenti i Sex Pistols hanno cercato il loro spazio, in impossibile equilibrio, ai margini della grande giostra del consumo. Consapevoli della loro smisuratezza non potevano resistere, non l’hanno fatto.

 

Siamo gentili e amichevoli, ma in fondo tutti hanno un lato animalesco, no?  
 
Sid Vicious

 

II nostro obiettivo è convincere il lettore di quanto radicale fosse (e lo è ancora) il linguaggio visivo dei Sex Pistols, e di come questa estetica testimoni dell’estrema forza di John Lydon in qualità di attivista, artista, autore di testi; dell’enorme balzo in avanti musicale realizzato da Matlock, Jones e Cook; di come Vicious sia l’icona definitiva dell’idealismo romantico; e, infine, del ruolo svolto da persone del calibro di Helen Wellington-Lloyd, Malcolm McLaren, Jamie Reid e Vivienne Westwood. Ognuno di questi elementi ha contribuito all’ottenimento di un risultato molto maggiore della somma delle singole parti. Questo libro doveva vagare, muoversi liberamente nella miriade di messaggi visivi che hanno colpito i nostri occhi fin dalla nascita dei Sex Pistols.                                   
 Johan Kugelberg
 
sexpistolsp24

 

Nel dicembre 1976 i Sex Pistols vanno in televisione e rilasciano una leggendaria intervista a Bill Grundy. Eccola.

 

BILL GRUNDY: Ho saputo che la band ha ricevuto 40.000 sterline da una casa discografica. Non sembra un po’… ehm… opposto rispetto alla loro [tira un respiro profondo] visione antimaterialistica della vita?

SEX PISTOLS: No. Più ce ne sono, meglio è.

BG: Davvero?

SP: Certo.

BG: Be’, spiegatemi meglio questa cosa, allora.

SP: Li abbiamo spesi, non è vero?

BG: Non saprei. Li avete spesi?

SP: Sicuro. Sono andati.

BG: Dite sul serio?

SP: Certo. Al pub.

BG: Davvero? Mio Dio! Bene, ora vorrei sapere una cosa.

SP: Cosa?

BG: Ma siete seri o state solo cercando di farmi… di farmi ridere?

SP: No, no. Sono andati.

BG: Sul serio?

SP: Sì.

BG: No, ma intendo dire, a proposito di ciò che state facendo.

SP: Sì.

BG: Siete seri?

SP: Mmm.

BG: Beethoven, Mozart, Bach e Brahms sono tutti morti…

SP: Tutti loro sono nostri eroi, non è vero?

BG: Davvero? Cosa? Cosa stava dicendo, signore?

SP: Sono tutte persone splendide.

BG: Sì?

SP: Certo! Ci piacciono un sacco!

SP: Be’, sì, sono molto…

BG: Be’, supponiamo che piacciano alla gente?

SP: [Sussurrato] La loro merda va forte.

BG: Cosa?

SP: Niente. Una parolaccia. Prossima domanda.

BG: No, no. Qual era la parolaccia?

SP: Merda.

BG: Era quella? Davvero? Mio Dio, mi spaventate a morte.

SP: Tutto ok, Siegfried…

BG: E voi cosa ne dite, ragazze, lì dietro?

SP: Sembra vostro padre, non è così? Questo vecchiaccio. O vostro nonno.

BG: Siete, mmm, preoccupate, o vi state solo divertendo?

FAN: Mi sto divertendo.

BG: Davvero?

FAN: Certo.

BG: Infatti, è proprio quello che pensavo.

FAN: Ho sempre desiderato conoscerti.

BG: Sul serio?

FAN: Sì, certo.

BG: Ok, possiamo vederci più tardi, no? [Ride]

SP: Stronzo sporcaccione. Vecchio maniaco.

BG: Va’ avanti, capo. Va’ avanti. [Pausa]. Continua. Hai altri cinque secondi. Di’ qualcosa di offensivo.

SP: Bastardo d’un maniaco.

BG: Va’ avanti. Di nuovo.

SP: Stronzo.

BG: Che ragazzo perbene.

SP: Che marcione del cazzo. [Altre risate].

BG: [Guardando in camera] Be’, per stasera è tutto. Dell’altro rocker, Eammon, non dirò nulla, tornerà domani. Ci vediamo presto. [Rivolto alla band] Invece, voi, spero di non rivedervi. In ogni caso, una buona notte a tutti da parte mia. [Sigla, titoli di coda].

 

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