Il Cavaliere oscuro colpisce ancora – I Batman tornano sul grande schermo

Durante questi giorni di calura estiva e, soprattutto, di misera offerta cinematografica, il circuito UCI Cinemas ha deciso di provare a far tornare in sala il pubblico proiettando i film dedicati a Batman: dalle saghe firmate Tim Burton e Christopher Nolan sino al recentissimo The Batman interpretato da Robert Pattinson, passando ovviamente per le operazioni a cura di Joel Schumacher e il crossover nell’universo DC coadiuvato da Zack Snyder. Ora, in anni in cui la concorrenza, ovvero i Marvel Studios, hanno dato vita a un vero e proprio universo transmediale, cercando di omologare stili e prodotti in nome di una “firma” progettuale più ampia che contenga contemporaneamente estetiche e svolte narrative di film, serie, videogiochi e fumetti, è interessante notare come invece il filone dedicato al Cavaliere oscuro sia da sempre quello privilegiato dai registi che vogliono provare a ibridare il loro personalissimo sguardo cinematografico con quello di un supereroe dei fumetti. Abbiamo già parlato su queste pagine di quanto nel Marvel Cinematic Universe l’unico personaggio che sia riuscito in qualche maniera ad attirare l’attenzione di alcuni autori sia stato Thor, prima rivisitato in chiave shakespeariana da Kenneth Branagh e successivamente con fare più spavaldo e comico da Taika Waititi. Se quindi i registi che militano in scuderia Marvel risultano essere un po’ ingabbiati e costretti a scendere a compromessi con le linee editoriali della produzione, Batman sembra proporre sempre carta bianca. (In apertura un’immagine di The Batman).

 

 

Batman Forever (1995) di Joel Schumacher

 

Impossibile non rivedere le tracce del freak burtoniano per eccellenza nell’uomo pipistrello interpretato da Michael Keaton, così come negli antagonisti “animaleschi” di Danny DeVito o Michelle Pfeiffer. Alla stessa maniera, è indubbio che la trilogia firmata da Christopher Nolan sia un progetto al 100% nelle corde del regista, che ha scelto questo personaggio come tramite per espandere il suo pensiero cinematografico e non viceversa. Burton è stato il primo a vedere nell’alter ego di Bruce Wayne una figura oscura, tenebrosa e tormentata (prima di quei film, Batman scorrazzava in calzamaglia grigia tra le vie di una soleggiata Gotham City). Nolan ha ereditato quella lezione cercando di portare ancor più all’estremo la vena realistica e metropolitana, approfittando degli assist narrativi che il materiale di partenza offriva per indagare le tematiche cardinali del suo cinema come la maschera, il doppio, il tempo e l’ossessione aritmetica per il numero tre. Intuizioni successivamente raccolta e rimescolate da Matt Reeves che con il suo The Batman riporta le lancette del grande schermo indietro agli anni Novanta, ibridando il malessere di Bruce Wayne alle musiche di Kurt Cobain e le atmosfere di David Fincher, facendo sprofondare ancor più nell’oscurità una città che appare quasi sotterranea.

 

Il Cavaliere Oscuro (2008) di Christopher Nolan

 

Forse, l’unico che ha cercato di portare in scena le avventure dell’uomo pipistrello senza troppi fronzoli è stato Joel Schumacher, da molti ricordato come l’autore meno significativo di questo filone ma invece fedele a una linea cinematografica tanto semplice quanto genuina: il cinema per il cinema. Lontane dalla lirica retorica di Snyder e dalla ricerca autoriale dei film appena discussi, le pellicole di Schumacher vogliono essere un divertimento per chi guarda (sta a ognuno poi giudicare se riuscite o meno). Insomma, coloratelo o immergetelo nell’ombra, chiamatelo Cavaliere Oscuro o usate l’articolo determinativo prima del suo nome, dipingetelo come un disagiato ai margini della società o un sex symbol irresistibile, Batman è sinonimo di ricerca e sperimentazione creativa come non si vede altrove. Sarebbe interessante provare a capire quali siano le ragioni che si celano dietro questa flessibilità, perché i produttori siano più disposti a lasciare carta bianca e cosa gli autori vedono di così stimolante e magnetico nel profilo di Bruce Wayne. Un giorno forse lo scopriremo, per ora limitiamoci a goderci il viaggio.