In Non sparate sul pianista di Gaetano Liguori l’immortalità del western

Con Non sparate sul pianista – viaggio nel cinema western (Skira, pag.218, euro 16) Gaetano Liguori, solido pianista jazz (leader del gruppo Idea Trio, una fama consolidata a partire dagli anni Settanta) ci racconta/svela la sua indomabile e totalizzante passione per il genere western. Articolato in 23 densi capitoli che svariano con estrema libertà nella storia del genere ma senza avere pretese enciclopediche, il libro prende spunto dai ricordi di un bambino. Siamo nella seconda metà degli anni Cinquanta al Corvetto, “estrema periferia della generosa Milano” e qui il piccolo Gaetano e il fratello attendono il ritorno del padre batterista per correre al cinema. In quegli anni c’erano 14o sale a Milano e si poteva scegliere anche fra le seconde e terze visioni:”proprio lì, su quelle dure sedie di legno, nacque la mia passione per il western. (…) Allora nei cinema si poteva fumare e, a meno di non trovarsi in un’arena estiva, era come entrare in una camera a gas. Comunque, nonostante il fumo, iniziato il film cominciava la magia. I miei primi ricordi sono legati a I magnifici sette, Soldati a cavallo, Ultima notte a Warlock, Un dollaro d’onore di cui sapevo interpretare a memoria la sparatoria: quando Ricky Nelson lancia a John Wayne il mitico winchester…” Il volume è attraversato da belle e suggestive intuizioni: nel capitolo intitolato Strange Fruit si collega la leggendaria canzone di Billie Holiday (Gli alberi del Sud portano uno strano frutto/ Sangue sulle foglie e sangue alle radici/ Corpi neri oscillano nella brezza del Sud/ Strani frutti appesi agli alberi di pioppo) con le impiccagioni e i linciaggi abbondantemente presenti nel West. Si citano molti film, e fra gli altri ci sono Alba fatale (1943) di William A. Wellman, L’albero degli impiccati (1959) di Delmer Daves, La legge del capestro (1956) di Robert Wise, All’ombra del patibolo (1955) di Nicholas Ray. Non manca la sfilata degli attori, giganti come Gary Cooper, Tyron Power, John Wayne, Clint Eastwood, James Corbun, Burt Lancaster, Gian Maria Volonté e molti altri trovano spazio in pagine che costruscono brevi e intensi ritratti. Sceriffi, banditi (da Jesse James a Billy The Kid), indiani, cowboy, desperados, soldati, cacciatori affollano questo affresco consacrato “all’epica storia del selvaggio West”. Assai gustoso il capitolo L’altra metà del western, dedicato alla presenza femminile nel genere, fa emergere donne che:”acquistino un ruolo più che attivo nelle storie e spesso non siano solo madri, mogli, prostitute ma veri alter ego del personaggio maschile con il quale si confrontano a muso duro e pistola alla mano. Un esempio per tutti: Jennifer Jones versus Gregory Peck in Duello al sole di King Vidor”.