Considerato lo sfasamento temporale che ha portato in Italia i film della Troma a parecchi anni di distanza dalla loro effettiva realizzazione, la vertigine che ogni visione procura non è comunque da sottovalutare. Prendiamo Troma’s War, ad esempio: sotto molti aspetti è un film che riflette in pieno gli anni Ottanta in cui è stato creato, sia dal versante tecnico che per il chiaro riferimento (ancorché satirico) all’immaginario dei vari Rambo o dei film sul Vietnam (aggiungiamo alla lista tranquillamente anche i cloni italiani di entrambi i generi). Allo stesso tempo, però, il film si smarca dalle convenzioni del suo tempo, mostrando un’umanità inclusiva in cui trovano spazio soprattutto quegli outsider che il cinema mainstream costringeva all’epoca ai margini, proiettando così l’opera di Lloyd Kaufman e soci direttamente nella modernità. L’assunto della storia è semplice: i superstiti di un disastro aereo si ritrovano su un’isoletta lontana (decenni prima di Lost) e oltre a sopravvivere devono guardarsi anche da un variegato ensemble di terroristi che da quel luogo stanno progettando la conquista degli Stati Uniti. Primi fra tutti i burocrati repubblicani che nell’ombra tirano i fili e che vedono in questa occasione una fonte di diminuzione delle libertà popolari e dell’aumento dei loro guadagni. Così, il male assortito gruppo di naufraghi diventa giocoforza quello degli eroi, in un consapevole rovesciamento dei modelli reaganiani.
Le dichiarazioni che Kaufman ha rilasciato nel tempo sono felicemente contraddittorie, complice il suo amore per i paradossi e le battute a effetto: ad esempio, l’introduzione presente nel nuovo Blu-ray DigitMovies descrive scherzosamente il film come una pellicola di addestramento per militari (commissionata dalle stesse forze armate) “mascherata” da film d’azione! Resta sempre costante invece la rivendicazione nel voler descrivere una realtà differente rispetto alla narrazione consolidata: ad esempio per i riferimenti all’AIDS (fra i primi a cadere tra le forbici della censura e recuperati per questa Director’s Cut), ma soprattutto, e lo ribadiamo, attraverso un gruppo di eroi che unisce reduci dal Vietnam, persone anziane, non vedenti o in lotta con il cancro e quant’altro, tutti allineati in un’orizzontalità che, di fatto, esclude un singolo protagonista eroe. In tal modo, non stupisce nemmeno troppo il fatto che la cifra grottesca di chiaro stampo Troma, seppur presente, sia più moderata del solito, in una narrazione che tutto sommato può essere definita “seria”, senza comunque prendersi “sul serio” (si veda la gag dopo i titoli di coda in cui tutti i personaggi morti si rialzano per il fine riprese chiamato dallo stesso Kaufman). Il genere action in un certo qual modo impone anche questo e viene osservato con entusiasmo da una narrazione che non lesina in ralenti, stunt anche elaborati (con hovercraft e furgoni imbottiti di dinamite) e un incredibile numero di proiettili sparati, tanto da suggerire una contiguità con il cinema di John Woo che negli stessi anni si andava definendo. Kaufman – che si firma per l’ultima volta Samuel Veil e co-dirige con il sodale Michael Herz – asseconda tutto questo con una regia ariosa, in cui si fanno notare dolly e carrellate più complesse, all’interno di grandi spazi e con un cast amplissimo, il tutto grazie a un budget più consistente del solito. Le lavorazioni nella giungla furono comunque difficili, tanto che si avverte una certa confusione cui si è cercato di mettere ordine soprattutto in fase di montaggio, con conseguenti difformità sul versante del ritmo e un latente senso di precarietà (comunque mai del tutto assente da queste produzioni). L’edizione Blu-Ray della DigitMovies, seconda uscita della collana Tromaland dopo Poultrygeist, segna dunque il debutto italiano del film, e si giova dell’eco che negli anni lo ha reso un cult, nonostante l’insuccesso iniziale dovuto alla sterzata dai classici racconti di mostri e mutazioni – qui richiamati solo dai burocrati siamesi che ingrossano le file dei burattinai della guerra, a metà strada fra le visioni di un Clive Barker e la sgangheratezza del primo Peter Jackson. Il Blu-ray presenta il film in versione integrale ed è coerente con l’edizione madre uscita in America, anche negli extra (stranamente errati sulla fascetta e in realtà molto più corposi). I vari bonus, “pescati” dal percorso attraversato dal film negli anni, vedono in azione Kaufman e soci e aiutano compiutamente a definire lo scenario in cui fu girato il film e naturalmente la sua eredità.