“Questo è un film di Fellini!” esclama una delle protagoniste per descrivere la festa studentesca di Class of Nuke’em High, classico del catalogo Troma ora riscoperto da DigitMovies nella sua collana dedicata alla casa newyorkese. E non potrebbe esserci sequenza migliore per classificare un’opera che traccia traiettorie impossibili fra cinema “basso” e “alto”, pura exploitation di genere e indipendenza d’autore a oltranza, parodia e satira sociale, un po’ come fa lo stesso Lloyd Kaufman con quella sua aria perennemente clownesca, quando nelle interviste dichiara serissimo il suo amore per il neorealismo italiano (e i grandi autori come Fellini, appunto). Non stupisce in fondo che la provocazione sia lanciata proprio qui: Class of Nuke’em High è infatti il film “della maturità”, quello che consolida la presenza della Troma nel panorama indipendente americano, all’indomani del successo di Toxic Avenger. L’ideale continuità fra i due titoli è garantita dal tema “atomico”, con gli scarichi tossici di una centrale nucleare che inquinano le riserve idriche di Tromaville ai danni degli studenti del liceo locale. Ma ancora più interessante è che questo fornisca lo spunto per una parodia del teen-movie che negli stessi anni radiografa la situazione sociale e i coming-of-age del cinema statunitense. Ecco, se un John Hughes o un Howard Deutch fossero finiti in un bidone radioattivo al pari di Melvin/Toxie, probabilmente avrebbero girato Class of Nuke’em High e gli sconosciuti carneadi di casa Troma sarebbero oggi i nuovi Molly Ringwald o Jon Cryer.
Nelle infinite sliding doors del cinema ci finiscono anche i Cretins, la gang postatomica che spadroneggia nel liceo come i tirapiedi di Toecutter nel primo Mad Max o i punk di Dan O’Bannon nel Ritorno dei morti viventi: perché questo cinema ai margini del sistema era davvero l’unico racconto in diretta della fine del mondo perpetrata da quegli anni Ottanta di deregulation e edonismo sfrenati, in barba a ogni monito in fatto di sicurezza e rispetto reciproco. Meglio riderci su, insomma, con un ritratto al vetriolo della scuola, forte del tocco di un Richard W. Haines, che aveva già diretto il bel Splatter University (da noi in DVD per Thunder Video), affiancato per l’occasione da un Lloyd Kaufman ancora nascosto dallo pseudonimo Samuel Veil e a cui possiamo forse ricondurre i toni più fumettistici, che potrebbero aver influenzato anche i Simpson di Matt Groening (il direttore della centrale in sovrappeso sembra un Homer Simpson che ha fatto carriera…). Tra adolescenti che si liquefano, musiche accattivanti, tinte acide e mostri nel sottoscala scolastico – con risultati notevolissimi per un indie in fatto di effetti speciali – Class of Nuke’em High ha quindi generato anche un paio di seguiti, da noi inediti, fino al revival del 2013 con Return to Nuke’em High, realizzato grazie a un interessamento dell’Anchor Bay per il catalogo Troma e finanziato in parte con una campagna crowdfunding.
Trent’anni dopo la centrale nucleare è stata sostituita da una multinazionale del comparto alimentare, in uno slittamento della satira che dai temi atomici di Toxic Avenger ci porta a quelli “ogm” di Poultregeist. Nel frattempo Kaufman si è evoluto artisticamente verso plot sempre più essenziali e provocatori, in una continua rincorsa al politicamente scorretto che sembra la risposta Troma al cinema di John Waters. Il cameo iniziale di Stan Lee ribadisce in ogni caso la natura fumettistica dell’approccio, mentre il montaggio segue soluzioni psichedeliche, con vicende che si accavallano tra loro in una logica che tende quasi al situazionismo. Difficile stavolta tracciare un plot, il liceo di Tromaville si è infatti trasformato in un crocevia di varia umanità, ma il divertimento di coniugare gli opposti non ha ceduto il passo e si concretizza nella storia d’amore fra due ragazze rispettivamente di un ceto più popolare e della società “bene”. Il corpo mutato e di volta in volta desiderato dalla macchina da presa, guardona ma empatica di Kaufman, resta in ogni caso il campo di battaglia di questo mondo in cerca della sua verità e così anche stavolta il film affastella momenti splatter ed erotici, tra rimandi al passato e nuove soluzioni. Il finale è comunque aperto perché la storia è stata divisa in due volumi, speriamo che la collana DigitMovies non ci lasci orfani del finale. Nel frattempo ci si consola con la qualità dei Blu-Ray, come sempre ricchi di contenuti, video diari e interviste, e dei preziosi commenti audio con cui Kaufman e gli attori spiegano le loro scelte. Il primo Class of Nuke’em High è anche presentato con entrambi i doppiaggi realizzati negli anni per le edizioni italiane: quello che accompagnava le pionieristiche videocassette Bulldog Video e l’altro per le rare trasmissioni tv. Segno, ancora una volta, della serietà con cui viene portato avanti il progetto Tromaland, da prendere a esempio.