Les revenants: quando il passato viene a bussare alla porta…

les-revenants«Una notte, in un paese di montagna, tornano dei morti. Non si sa perché, né perché proprio quei morti e non altri. Loro stessi non sanno di essere morti. Lo capiscono dallo sguardo spaventato delle persone che amano, che li amavano, accanto alle quali vorrebbero riprendere il proprio posto. Non sono zombie, non sono fantasmi, non sono vampiri. Non siamo in un film fantastico ma nella realtà». Quale miglior riassunto per la serie Les revenants se non quello di Emmanuel Carrère (nel suo ultimo romanzo, Il Regno)? Sì perché lo scrittore francese ha contribuito alla stesura della sceneggiatura della prima stagione, come racconta lui stesso sempre nel prologo de Il Regno: «[…] so riconoscere un meccanismo narrativo efficace, quando me ne propongono uno, e questo era di gran lunga il più efficace che mi fosse mai stato proposto nella mia carriera di sceneggiatore. Per quattro mesi ho lavorato tutti i giorni, dalla mattina alla sera, insieme al regista Fabrice Gobert, con un entusiasmo misto spesso a sbalordimento davanti alle situazioni che creavamo e ai sentimenti che maneggiavamo. Poi, per quanto mi riguarda, i rapporti con i produttori si sono guastati. […] non sono stato umile e me ne sono andato sbattendo la porta a metà della prima stagione». Segue il rimpianto di Carrère, accenthe-returnedtuato dal fatto che la serie francese ha avuto un’eco planetaria ottenendo numerosi premi, tra cui l’International Emmy Award per la miglior serie televisiva del mondo.

 

 

 

Les-Revenants-un-remake-en-langue-anglaise-annonce_portrait_w532Un successo dovuto al fatto che si tratta di una serie difficilmente riconducibile a un unico genere: ne contiene molti (horror, fantascienza, zombie-movie…), ma li supera tutti per diventare una riflessione filosofica sulla condizione umana e sul labile confine che separa la vita dalla morte. Tutto comincia con un terribile incidente che coinvolge una gita scolastica. Il pullman su cui viaggiano i giovani precipita nel vuoto. Poi, una delle ragazze in gita, Camille, risale dalla scarpata e torna a casa come se nulla fosse, solo molto affamata. Lei non sa che sono passati quattro anni. Da quel momento, altri morti ricompaiono e riprendono la loro vita nel punto esatto in cui l’hanno lasciata, creando sgomento nei loro cari: c’è chi crede nel miracolo (come la mamma di Camille che ha sempre pregato per la risurrezione della figlia), chi come un vecchio non riesce a sopportare il ritorno della moglie a distanza di 35 anni o ancora chi, come Adèle che ha cercato di rifarsi una vita, ripiomba nella depressione causata dalla perdita del suo grande amore Simon che torna a bussare alla sua porta. E poi c’è il piccolo e inquietante Victor, il bambino all’origine di tutto, che non parla molto, ma che si sceglie come nuova madre, la dottoressa Julie.

The Returned - Channel 4 series

 

Otto episodi che tengono con il fiato sospeso lo spettatore. Tante le citazioni al loro interno: l’inizio ricorda Il dolce domani di Atom Egoyan, ma ci sono echi di Lynch, di Cronenberg, di Six Feet Under di Alan Ball, la prima mitica serie incentrata sulla morte. Il tutto riproposto in chiave estremamente personale da Fabrice Gobert che riesce a rendere inquietanti luoghi della vita di ogni giorno attraverso silenzi, predilezione per campi lunghi che si alternano a intensi primi piani dei volti, inquadrature che sembrano tableaux vivants e che fanno rivivere le atmosfere del fotografo americano Gregory Crewdson, fonte di ispirazione dichiarata per il regista. E poi c’è la colonna sonora evocativa dei Mogwai, gruppo post-rock scozzese. Nulla è lasciato al caso. Fan entusiasti in tutto il mondo, a partire dal maestro dell’horror Stephen King che nel dicembre 2013 in un tweet scrisse di essere felice di vedere una serie tv straniera «scary and sexy» che non era stata americanizzata rivelando di essere rimasto particolarmente colpito dal personaggio di Victor («That kid Victor’s giving me nightmares»). La serie, adattamento dell’omonimo film del 2004 diretto da Robin Campillon, è stata trasmessa in Francia nel novembre 2012 ed è stata oggetto di un remake negli Usa affidato a Carlton Cuse, già autore di Lost, dal titolo The Returned, andato in onda tra marzo e maggio 2015 sul canale americano A&E (ma i risultati non sono stati quelli sperati e la serie non vedrà una seconda stagione). Invece in Francia la seconda stagione andrà in onda su Canal+ nel mese di ottobre. Otto nuovi episodi che dovrebbero dare molte risposte agli interrogativi lasciati aperti dalla prima. Come testimoniano i teaser in linea da qualche giorno, mai ritorno fu più atteso.

 

Les revenants – Quando ritornano (stagione 1) su laeffe 5-6, 8-9 e 12-13 agosto