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Un tuffo dove l’acqua è più nera: Scollatura Profonda, graphic novel di Conor Stechschulte

Nella classica notte buia e tempestosa, Glen sta tornando da un matrimonio quando fora una gomma passando su una tavola chiodata. Si ferma presso la casa di Art e Cyndi, una coppia con un rapporto inquietante. Art è un depresso cronico ma sembra essere conscio di quanto peggiora la vita della compagna, ed è qui che la situazione si fa inquietante, quando l’uomo chiede al Glen di soddisfare sua moglie visto che lui non è più in grado. Gli eventi prendono la piega della biglia che rotola su un piano inclinato dando vita a una vicenda complessa e surreale a base di tecniche avanzate di manipolazione della percezione che fanno saltare uno a uno i cardini che tengono la realtà al suo posto. Scollatura Profonda, di Conor Stechschulte, è l’ennesimo manifesto di una collana a fumetti, Brick pubblicata da Coconino (pag.386, euro 25), che a ogni uscita riesce a sintetizzarsi in un singolo volume. Opere strane, irregolari, perturbanti destinate a quei lettori che scelgono deliberatamente di sottoscrivere un patto con l’architetto di un costrutto, che risponde al nome di Ratigher, costruito sulla proposta e sulla lettura di fumetti che richiedono uno sforzo attivo in un’esplorazione lontana dalle strade più battute. Nella fattispecie, Scollatura Profonda è un thriller politico e psicologico venato di fantastico ma giusto quel tanto, e giusto perché pur non essendone una caratteristica tassativa fa sicuramente parte della visione che sta alla base di Brick.

 

Nella sua coralità la storia è una granata a frammentazione di prospettive e punti di vista che, in una maniera che in qualche modo ricorda l’Asterios Polyp di Mazzucchelli, fa un uso diegetico delle variazioni cromatiche e di segno grafico che diventano uno strumento con una sua precisa finalità pratica, quella di aiutare il lettore a orientarsi in una vicenda surreale in cui realtà e percezione soggettiva divergono fino a rendere quest’ultima per lo più inaffidabile. Di tutta una sceneggiatura complessa e gestita con una padronanza impressionante, uno dei momenti che più lasciano di sasso è proprio il movimento iniziale che porta il lettore da una situazione inquietante entro i limiti del genere thriller a un totale rimescolamento delle coordinate della realtà con una velocità impressionante eppur senza che il passaggio sembri forzato. Il lettore passa dall’incipit a una situazione dove niente sembra aver senso in un baleno, ma il cambiamento è tanto liscio che il momento in cui lo si realizza si resta disarmati e comunque è già troppo tardi perché a quel punto si è già stati risucchiati dentro un page turner che non si molla fino alla fine, proprio quella tipica situazione che se l’indomani ci si alza presto è meglio lasciare il libro sul comodino.

 

Ed è tutto profondamente disturbante in quanto, seppur poco cruenta, la situazione in cui Glen si ritrova trasmette un senso d’impotenza e di vulnerabilità da cui si fatica a uscire, perché di una manipolazione del giusto livello, da parte della persona giusta e al momento opportuno siamo tutti vittime potenziali, e in tal senso Scollatura Profonda va a inserirsi in quella crepa nelle nostre difese che in fondo sappiamo che c’è anche se non ci vogliamo pensare, perché non è possibile restare sempre e comunque con la guardia alta. Una debolezza universale, perché universale è la dimensione delle opere d’arte più solide.