Vasti come giganti: la trilogia dei Themis Files di Sylvain Neuvel

Rose, una ragazzina del South Dakota, compie un ritrovamento casuale quanto inconcepibile: una gigantesca mano artificiale sepolta in una camera sotterranea le cui pareti sono ricoperte di simboli sconosciuti. Un messaggio alieno che permette a Rose, una volta cresciuta e diventata scienziata, di comprendere il mistero che si nasconde dietro l’artefatto da lei scoperto. Si tratta del frammento di un immenso robot, un’arma potentissima costruita da una civiltà proveniente da un altro pianeta che ha visitato la Terra in tempi antichi e che ha deciso di lasciarci le proprie armi da guerra per ragioni che Rose, insieme a un team di scienziati e militari, dovrà scoprire per decifrare un enigma che la porterà dall’altro capo della galassia cambiando il nostro mondo e quello da cui i giganti alieni provengono. Themis Files è una trilogia di romanzi scritta da Sylvain Neuvel e pubblicata in Italia, finora nei primi due volumi I giganti addormentati e Il risveglio degli dei, nella collana Urania. La peculiarità della scrittura di Neuvel è di non dare mai al lettore ciò che si aspetta, se non in minima parte, pur restando ricca di immaginazione ardita ma disciplinata ed estremamente godibile. Parliamo di una serie di romanzi che raccontano di robot giganti con poteri incredibili che non si scontrano quasi mai, e comunque mai per più di poche pagine, eppure non se ne sente la mancanza. Leggere Themis Files è come ordinare un menu degustazione senza la portata principale e alzarsi da tavola comunque soddisfatti. Certo, si tratta comunque di una narrazione estremamente densa e complessa, una storia corale raccontata attraverso molteplici punti di vista con personaggi che escono di scena dopo che l’autore induce il lettore ad affezionarsi lasciando le redini della vicenda ad altri protagonisti che ci mettono poco a far scattare di nuovo il meccanismo d’immedesimazione.

 

 

Il dinamismo della trama è estremo, la scena si sposta di continuo in una molteplicità di eventi quasi frastornante e si sviluppa con un worldbuilding credibile e dettagliato. La caratterizzazione dei personaggi è approfondita ma non al punto da rubare la scena, Themis Files resta una trilogia più plot driven che character driven anche se la cura con cui i personaggi sono tratteggiati aggiunge ricchezza a una scrittura già carica di elementi. A livello tematico Neuvel mette in piedi un gioco di specchi disorientante almeno quanto quello che costruisce a livello narrativo. Se l’aspettativa di un romanzo di robot giganti che si scontrano è disattesa, altrettanto fuorviante sarebbe aspettarsi una serie di romanzi leggeri e di facile consumo. Themis Files racconta il potere e i suoi meccanismi, ma esplora anche il conflitto generazionale oltre che i problemi di compatibilità e di comunicazione fra civiltà diverse. I romanzi di Neuvel raccontano una storia di primo contatto fuori dagli schemi, in cui gli effetti della coesistenza di due realtà differenti si protraggono per lunghissimo tempo influenzandone la storia a più riprese. Themis Files è un ottovolante pop, lisergico a modo suo, una scatola cinese non sempre immediata da gestire ma che lascia soddisfatti una volta posati i volumi.