Alessandra Belledi: il Teatro delle Briciole è un bene comune

Dopo sei mesi di forte turbolenza, sembra essere arrivata una schiarita sul Teatro delle Briciole. Venerdì 7 febbraio il Comune di Parma ha diramato un comunicato dichiarando che «nel mese di marzo […] è previsto il rientro della direzione artistica e organizzativa dell’area Teatro di Flavia Armenzoni, Beatrice Baruffini e Alessandra Belledi». Mesi di passione in cui se ne sono viste di tutti i colori: revoche illegittime di mandati, attacchi frontali della CGL, mobilitazione generale, menzioni speciali di solidarietà ai Premi Ubu…Il Teatro delle Briciole, fondato nel 1976, è diventato un punto di riferimento, anche a livello internazionale, nel campo della produzione e diffusione del Teatro Ragazzi, aprendosi poi alle declinazioni del teatro di ricerca (nel 2015 è stato riconosciuto Centro di produzione teatrale dal Ministero). Nel 2007 si fonde con altre realtà nella Solares Fondazione delle Arti: «Le aspettative erano di creare un’unica realtà multidisciplinare che contenesse quattro aree di attività – teatro, musica, arte visiva/eventi, cinema d’essai – per rafforzare il rapporto con le istituzioni locali e regionali, implementare progetti territoriali e non, trovare benefici strutturali realizzando economie di scala». Ogni realtà avrebbe però mantenuto la propria «autonomia economica organizzativa e progettuale» e infatti negli anni «le quattro aree hanno sempre avuto autonomia gestionale ed economica, nonché finanziaria» (così nella dettagliata ricostruzione fatta da Armenzoni e Belledi lo scorso 3 febbraio su Repubblica Parma).

All’epoca vigeva il motto l’unione fa la forza e le fusioni di realtà molto diverse tra loro erano all’ordine del giorno, di lì a poco avrebbero mostrato la corda (uno studio ha dimostrato che otto fusioni su dieci falliscono). Complice la crisi economica, le cose iniziano a non andare per il verso giusto e si arriva al 27 giugno 2019 quando le tre direttrici si vedono revocare il loro incarico, che sarebbe terminato a fine 2020, dal CdA della Fondazione: «Revoca illegittima, perché il nominativo della direzione deve, per statuto, essere indicato dal socio fondatore di riferimento, e un gesto irresponsabile verso il Teatro delle Briciole, i suoi lavoratori, il suo pubblico». Adesso il tavolo delle trattative che porterà alla separazione si è riaperto e marzo sarà, nelle aspettative del Comune, il mese «in cui si auspica siano stabiliti i dettagli della separazione». Abbiamo raggiunto telefonicamente Alessandra Belledi per fare il punto della situazione.

 

Gretel e Hänsel

 

Finalmente una buona notizia…

«Sì, c’è stata un’accelerata. Ora c’è un percorso segnato che va sicuramente verso l’ipotesi di una separazione: una volta fotografata la situazione patrimoniale della Fondazione si deve arrivare a un tavolo che valuti quali proposte di separazione fare ai soci fondatori. Per fortuna il tempo è limitato perché siamo in questa situazione da giugno. Sette mesi molto destabilizzanti, l’attività è proseguita, ma in maniera ridotta»

 

Non avete potuto fare la stagione che avreste voluto?

«Tutto è partito dalla revoca illegittima del nostro mandato di direttrici artistiche-organizzative che valeva fino al 2020 compreso. Questa revoca non poteva essere fatta perché le revoche e le nomine dei membri della direzione artistica viene fatta dai soci fondatori, nella fattispecie il socio fondatore TdB che è quello che si occupa dell’attività teatrale. Poi c’è stato un patteggiamento dopo che il 4 luglio il Comune ha dichiarato che si andava verso la separazione, entro il 30 ottobre, massimo novembre come dato ultimo. Però non è successo perché il tavolo tecnico ha lavorato, ma senza arrivare a una decisione condivisa. Quindi noi, con un contratto fino al 30 ottobre, avevamo una stagione fatta prima del nostro siluramento, ma non l’abbiamo potuta presentare proprio perché non c’erano le condizioni per poter rientrare ovvero garanzie economiche e progetto di separazione. Per tornare abbiamo detto chiaramente che questa Fondazione così com’è stata concepita non funziona più, ci sono delle parti che vanno a velocità diverse e quindi non si può più stare insieme».

 

Da qui la decisione, lo scorso 4 dicembre, di lasciare l’incarico.

«Ci venivano proposti rinnovi di contratti ma le condizioni per presentare la stagione non c’erano, allora è cominciato questo nostro lavoro dietro le quinte, non siamo più in ufficio fisicamente dal 30 ottobre, ma continuiamo a lavorare a tutela del socio fondatore TdB. La speranza è di tornare a lavorare come prima, anche se, ovviamente, non sarà mai come prima. In questo momento il teatro vive di una difficoltà molto grande, è stata fatta la domanda ministeriale cercando di mantenere la continuità con il progetto da noi disegnato che andava fino al 2020 compreso, ma non sarà semplice».

 

Pop Up

 

Come fase intermedia avete concordato la presenza in teatro di un consiglio artistico di cui tu sei coordinatrice e referente.

«È un consiglio artistico temporaneo dove siedono artisti che da 10-15-20 anni stanno investendo su questo luogo, hanno 30-40 anni e vogliono contribuire a tenere in vita i contenuti artistici che il Teatro delle Briciole ha espresso in tutti questi anni. Si tratta innanzitutto di tenere saldo un luogo che è un punto di riferimento importantissimo per la nostra comunità ed è un lavoro fatto soprattutto per le nuove generazioni. Considera che a Parma abbiamo formato generazioni di spettatori, abbiamo fatto nascere una consapevolezza critica, estetica, civile, democratica attraverso il lavoro di questi anni con tutte le trasformazioni e i progetti artistici che hanno attraversato il nostro teatro, che hanno formato la nostra identità, un’identità che negli anni si è trasformata sempre più in un’identità plurale».

 

Creare e diffondere teatro per le nuove generazioni è uno dei vostri punti guida…

«Sì è stato per noi un campo di ricerca continua e infatti abbiamo aperto anche a una progettualità rivolta a esponenti del teatro di ricerca. Per esempio, per il progetto Nuovi sguardi per un pubblico giovane abbiamo chiesto a compagnie come Babilonia teatri, Sotterraneo, Collettivo Cinetico di produrre un’opera di teatro per ragazzi sotto la nostra custodia. Alcuni di questi lavori hanno avuto esiti molto belli, molto lunghi, penso ai Sacchi di sabbia che girano ancora per il mondo con lo spettacolo Pop Up, tutti hanno portato ricchezza, molteplicità di sguardo a quel luogo. Luogo che la città, le famiglie, gli insegnanti hanno riconosciuto. Il Teatro delle Briciole è davvero un bene comune, prescinde da chi è stato espulso ed è stato responsabile della direzione fino a oggi, è un luogo che si è creato negli anni ed è un riferimento comunque e sempre in trasformazione».

 

La repubblica dei bambini

 

 

Foto di Elisa Contini e Jacopo Niccoli