Uno dei titoli più entusiasmanti presentati in questi giorni al Cinema Ritrovato di Bologna è 3 Bad Men di John Ford (in italiano fu tradotto come I tre furfanti), western muto e in bianco e nero del 1926, che per l’occasione – alla proiezione al Cinema Jolly – è stato accompagnato al piano da Maud Nelissen. L’ultimo western muto di Ford, presentato all’interno del secondo anno di retrospettiva dedicata agli archivi Fox Corporation, racconta la storia di tre fuorilegge – “Bull”, “Spade” e Mike – che troveranno redenzione diventando gli “angeli custodi” di una ragazza a cui è stato ucciso il padre. La proteggeranno in ogni modo anche a rischio della propria pellaccia. Ford girava western già da una decina d’anni, ma in quest’opera mostra come non mai una capacità di riprese dei grandi spazi, con migliaia di comparse e di cavalli (rispettivamente 2400 e 1800 secondo la produzione) con cui segnerà l’immaginario degli spettatori. Riesce ad alternare nell’arco di uno stacco di montaggio e due inquadrature differenti il senso del comico e del tragico: un bebé viene dimenticato da una signora nel deserto e per un istante la scena è quasi buffa e fa sorridere, poi vediamo che lo stesso bebé in primo piano è minacciato in campo lunghissimo da una moltitudine di persone a cavallo che si avvicinano velocemente al galoppo.La trama ha evidenti richiami a Marked Men (Uomini segnati) che Ford aveva girato nel 1919 e che avrebbe rifatto in maniera più efficace e compiuta nel 1948 con 3 Godfathers (In nome di Dio/Il texano). Il cattolicissimo Ford sembra divertirsi a mettere a fuoco come tre marginali, dal passato violento e fuorilegge, possano diventare veri eroi, ben più del buono-buono che corteggia la ragazza protagonista. Curioso che il regista sia tornato al western solo tredici anni dopo, con un altro capolavoro il cui eroe è un ex galeotto (John Wayne): Stagecoach, Ombre rosse.