Archeologia del futuro. Le opere documentarie e installative dell’artista e filmmaker finlandese Mika Taanila (nato a Helsinki nel 1965) si trovano in uno spazio limilare in cui passato e futuro si contaminano. Non un’unica timeline, il passato rispetto al futuro, o viceversa, i viaggi nel tempo Taanila li compie in entrambe le direzioni per indagare ll’immaginazione utopica e la distopia del reale. La prima, l’immaginazione utopica, la ritroviamo nelle opere realizzate con found footage e materiali d’archivio, come The Future Is Not What It Used To Be, Futuro: A New Stance for Tomorrow e A Physical Ring.
L’avanguardia cibernetica al lavoro è indagata nel primo film. Presenta la vita e le opere di Erkki Kurenniemi, pioniere della musica elettronica in Finlandia, noto per gli strumenti elettronici e le composizioni elettroacustiche progettate nel corso degli anni ’60 e ’70. Nato nel 1941 a Hameenlinna lo studioso Jussi Parikka lo ha definito un “ibrido finlandese di Stockhausen, Buckmister Fuller e Steve Jobs”. Esperto di robotica e programmatore è la cibernetica e l’intelligenza artificiale ad interessarlo fin dai primi anni ’60 quando collabora con il dipartimento di Fisica Quantistica e quello di Musicologia dell’Università di Helsinki. La sfida di Kurenniemi era rivolta ai dispositivi scientifici a lui contemporanei e a quelli del futuro, in grado, secondo la visione cyber-utopica della controcultura degli anni ’60 di riformulare l’esperienza percettiva e sensoriale, come dimostrano i software musicali e i film da lui realizzati, più di una decina. Teorizzava che nel 2048 un computer quantistico, attraverso sofisticati algoritmi, avrebbe creato avatar virtuali degli esseri umani grazie all’elaborazione delle informazioni visive e testuali fornite. Per permettere la realizzazione del suo avatar virtuale Kurenniemi raccoglieva e registrava frammenti della sua quotidianità. Non l’evento straordinario quanto frammenti di vita, i lunghi viaggi nella notte, le conversazioni con amici e colleghi, le relazioni sentimentali.
Taanila ha lavorato con e sull’archivio di Kurenniemi durante la realizzazione di The Future Is Not What It Used To Be ed è grazie al suo lavoro che Kurenniemi ha avuto un tardivo e meritato riconoscimento. Un’altra utopia made in Finland dei tardi anni ’60 sono le “Futuro House” unità abitative prefabbricate realizzate in poliestere, nate come case per la villeggiatura a basso prezzo. La loro iconografia space age testimonia la seduzione e la fiducia, tipica di quegli anni, della conquista dello spazio, anche se come ha dichiarato il loro ideatore Matti Suuronen la forma è determinata solo da calcoli matematici e non da questioni estetiche. La crisi petrolifera del 1973 ha interrotto la fabbricazione delle “Futuro House” proprio nel momento in cui stavano diventando icone riconosciute a livello internazionale. Futuro: A New Stance for Tomorrow è il film, composto da home movies e materiali d’archivio con cui Taanila racconta il fascino che ancora oggi suscitano queste abitazioni, divenute oggetto di culto e da collezione: il prototipo è stato acquistato dal Boijmans Museum di Rotterdam, altri esemplari si trovano all’Università di Canberra, al Central Museum di Utrecht, in Nuova Zelanda e in diversi altri paesi. La distopia del reale è invece presente nella video installazione The Most Electrified Town in Finland, una della sue ultime opere, riguardante la costruzione della centrale nucleare di Olkiluoto, a Eurajoki, città di 6,000 abitanti che si trova nella Finlandia occidentale. L’attivazione del reattore nucleare (previsto per il 2018), il primo costruito in Occidente dopo il disastro nucleare di Chernobyl, determina cambiamenti radicali nell’ecosistema presente e futuro del Paese. Il time-lapse è questa volta proiettato nel futuro perchè la scelta di credere e investire nell’energia nucleare dopo I fatti di Chernobyl e Fukushima suggerisce scenari futuri difficilmente immaginabili. Altrettanto futuribile è il cortometraggio Rococup99 sul campionato mondiale di robot-calciatori organizzato a Stoccolma nel 1999 in cui un appassionato pubblico di ricercatori e scienziati si interroga sulle potenzialità, calcistiche e non solo, degli umanoidi.
Quali sono I dialoghi tra l’immaginazione utopica e progressivista degli anni ’60 e la distopia del tempo presente? Taanila non fornisce risposte univoche, invita il fruitore a riflettere su questo tema e sulle modalità in cui i dispositivi tecnologici hanno ridefinito il mediascape e il mondo in cui viviamo. Un habitat sempre più artificiale che Taanila indaga nel momento della sua formazione, gli anni ’60 in progetti visionari come le “Futuro House” e le sperimentazioni di Erkki Kurenniemi. In questa sua archeologia del futuro ritrova tecnologie obsolete come VHS o stampanti a aghi, che nel video Optical Sound trasforma in uno strumento musicale lowtech attraverso sofisticate e complesse tecniche di ripresa e registrazione. I film di Taanila sono stati presentati in più di 300 festival cinematografici internazionali, tra cui IFF Rotterdam, TIFF Toronto, International Short Film Festival Clermont-Ferrand, Karlovy-Vary Film Festival, Midnight Sun Film Festival, IDFA Amsterdam and Oberhausen Kurzfilmtage. Ha esposto in musei, gallerie e in numerose mostre collettive tra cui dOCUMENTA (13), Aichi Triennale (Nagoya), Schriftfilme, ZKM (Karlsruhe), Shangai Biennal (2006), Migrosmuseum, Zurich (2005), Berlin Biennal (2004), Manifesta 4 (Francoforte, 2002). Time Machines è il titolo della mostra personale che il Kiasma Museum of Contemporary Art di Helsinki ha dedicato a Mika Taanila lo scorso anno.
I Boreali – Nordic Festival rende omaggio a Taanila con una selezione della sua produzione cinematografica il 4 giugno allo Spazio Oberdan nella rassegna dedicata al cinema nordico (3, 4 e 5 giugno).