A Torino Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro

Rondal Partridge, Dorothea Lange, fotografa della Resettlement Administration California. 1936

Fu per scelta un’osservatrice sociale e per istinto un’artista

John Szarkowski

 

È stata inaugurata lo scorso 19 luglio una nuova mostra a Torino, all’interno dello spazio espositivo CAMERA, dedicata alla grande fotografa americana Dorothea Lange (Hoboken, New Jersey, 1895 – San Francisco, 1965), autrice della maggior parte degli scatti più iconici degli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro, curata dal direttore artistico di CAMERA Walter Guadagnini e da Monica Poggi, presenta più di 200 immagini che si concentrano sugli epocali eventi che hanno modificato l’assetto economico e sociale degli Stati Uniti. Ne rappresentano un valido esempio la grave siccità e le perenni tempeste di sabbia che colpirono il Sud degli Stati Uniti tra il 1931 e il 1939, fenomeni che Lange si impegnò a ritrarre con profondo realismo e un notevole sguardo umano, rivolto in particolare ai migliaia di agricoltori costretti a emigrare dalle zone colpite. (In apertura, Coltivazione con la zappa nel sud Eutaw, Alabama. 1936)

 

Madre migrante. Raccoglitori poveri di piselli in California. Madre di sette figli. Età: trentadue Nipomo, California.1936

Celebre è, a questo proposito, il ritratto intitolato Migrant Mother, in cui è ripreso il viso in primo piano, in bianco e nero (da sempre la principale cifra stilistica dello stile realistico e naturalista) di una madre distrutta e stremata, circondata da due dei suoi figli che teneramente si accasciano sulle sue spalle, come per ricercare conforto e sicurezza; qui è interessante notare come gli occhi della protagonista esprimano prima di tutto tristezza e rassegnazione, ma al contempo una fierezza e una nobiltà d’animo derivate, forse, dall’amara consapevolezza delle proprie responsabilità di donna e madre, quasi come se fosse obbligata, nel rispetto dei figli, a mostrare una forza inaudita e per questo degna di rispetto più che di banale compassione. In questo senso, quest’opera, così come altre, si rivela enormemente attuale, soprattutto alla luce delle più recenti devastazioni causate dalla guerra in Russia e Ucraina.

 

Un nonno attende il bus per l’evacuazione. Gli sfollati di origine giapponese saranno ospitati nei centri della WRA per tutta la durata della guerra Centerville, California. 1942

 

Così, nel lavoro di Dorothea Lange lo sguardo estetico-artistico si fonde indissolubilmente con quello sociale, permettendo di riflettere a lungo sulle implicazioni personali, che sfociano nell’intimo e nel privato, che i più grandi disastri della storia del Novecento hanno purtroppo causato.

 

A partire dal 21 ottobre e fino al 21 gennaio 2024 la mostra Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro sarà esposta al Museo Civico di Bassano del Grappa.