Va pensiero: la commedia umana del Teatro delle Albe

Un affresco polifonico, una composizione drammatica costruita come contrappunto di voci, singole e collettive. Così si presenta Va pensiero di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, guardando all’alternanza di episodi e stasimi del lontanissimo teatro greco, ma soprattutto all’ultima grande manifestazione di quella melopea che attraversa tutta la cultura occidentale: il melodramma romantico. Perché, come recita una frase erroneamente attribuita a Marcel Proust a proposito della trasposizione verdiana della Dame aux camélias di Dumas figlio, quando un’opera drammatica tocca i sentimenti popolari, ha bisogno di musica. Il repertorio cui attingono Martinelli e Montanari per giunta è proprio quello di Verdi, quintessenza di un entertainment teatrale che si proponeva anche come specchio critico del bel paese, come propulsore del suo rinnovamento morale e storico. Interessante il fatto che i pezzi corali o solistici trasposti da Traviata, Macbeth, I lombardi alla prima crociata, La forza del destino e ovviamente Nabucco siano intonati non da un solo coro professionista, ma da diversi cori amatoriali dei luoghi dove lo spettacolo va in scena, diretti dal bravissimo Stefano Nanni. Così, restituendo la voce popolare al popolo, il contrappunto con le voci dei personaggi della pièce acquista un sapore di prossimità, complicità, realismo e soprattutto ci mette di fronte con amara leggerezza a un dato contestuale che accomuna l’ora e l’allora: il mancato risorgimento di un paese campanilista, qualunquista, ignorante, individualista, incline al compromesso e al malaffare. Così, seppure a livello macrostrutturale l’unità d’Italia sia stata raggiunta e le crisi politiche ed economiche del successivo secolo e mezzo siano state in qualche modo superate, il salto di qualità verso livelli superiori di civilizzazione comunitaria appare ora come allora lontanissimo.

La pièce di Marinelli e Montanari prende spunto dalla vicenda reale di un vigile urbano di Brescello, licenziato per eccesso di zelo nei suoi articoli di denuncia sulla stampa locale dal sindaco di una giunta che verrà poi sciolta per infiltrazioni mafiose. I fatti di cronaca vengono decostruiti e ricostruiti, analizzati e drammatizzati attraverso un processo di tipizzazione etica e sociale che ricorda i protoverdiani Manzoni e Balzac. Così sfilano davanti a noi la Zarina (la stessa Montanari), sindaca figlia di un esponente dell’alta borghesia comunista, altezzosa, cinica ma scossa da paure e dubbi (come il manzoniano don Rodrigo), il vigile idealista e coraggioso Benedetti (Alessandro Argnani), l’inconsapevole segretaria Licia (Laura Redaelli), l’imprenditore ‘ndranghetista Dragone (Ernesto Orrico), l’imprenditore quasi onesto Baravelli (Alessandro Renda), il giovane e spregiudicato ufficio stampa del comune Siroli (Roberto Magnani), la consulente senza scrupoli né gusto Sacchi (Mirella Mastronardi), il bonaccione e ignorante Tassinari (Olmo come il personaggio di Novecento di Bertolucci interpretato da Gianni Parmiani), i gelatai napoletani in fuga dal pizzo Rosario e Maria (Salvatore Caruso e Tonia Garante). Insomma i personaggi di una commedia umana che non è molto distante da quella che vediamo in scena ogni giorno nei tg e talk show nazionali, ma con una tensione etica melodrammaticamente polarizzata e allo stesso tempo orientata verso la complessità. Il male radiografato è guardato come un fenomeno di costume di cui, dopo secoli di stratificazione, si è quasi persa l’origine e per il quale si è quasi persa ogni speranza di redenzione, come ci ricorda l’invocazione alla «patria perduta» del finale “Va pensiero”. Se non fosse però che il benedetto Benedetti, come il piccolo Sansone verso il gigante Golia, alla fine riesce a rovesciare la maledizione della storia patria.

Tournée

Milano           Teatro Elfo Puccini                9-14 gennaio

Bergamo       Creberg Teatro                      18-21 gennaio

Bologna         Arena del Sole                       22-25 febbraio

Cesena           Teatro Bonci                          1-4 marzo

Ferrara          Teatro Comunale                  23-25 marzo