Dal fumetto all’universo narrativo: incontro con Axel Novelli e Daniele Turturici, autori di Turtle & Nova

Daniele Turturici

Turtle & Nova è ben più di un fumetto: è un portale aperto su un universo in espansione. Pubblicato inizialmente come web comic su Taco Toon e poi adattato per il mercato delle fumetterie da Edizioni BD (pag.168, euro 15), il fumetto Turtle & Nova è un’avventura che funge da pietra angolare per Monad, un universo narrativo che, nei progetti dei suoi creatori Axel Novelli e Daniele Turturici, troverà la propria piena espressione in una moltitudine di mezzi espressivi diversi tra cui i videogame, mondo da cui Novelli e Turturici vengono. Il duo ha fondato OLTRE, la società che gestirà tutte le manifestazioni dell’universo di Monad, da cui vengono i protagonisti di Turtle & Nova. Li abbiamo incontrati a Lucca Comics and Games 2023 e abbiamo fatto due chiacchiere con loro.

 

Axel Novelli

 

Per prima cosa presentatevi ai lettori di Duels

Daniele Turturici: Io sono Daniele e sono il disegnatore di Turtle & Nova. Ho iniziato la mia carriera subito dopo aver finito la Scuola del Fumetto e sono andato avanti per un po’ di tempo prendendo le prime commissioni attraverso i social. In questo periodo ho sviluppato questo world building ispirato agli immaginari fantasy e sci-fi fino a che non sono entrato in contatto con Axel che ha dato una struttura a questo mio mondo che è diventato l’universo di Monad in cui è ambientato Turtle & Nova. Partendo da qui abbiamo deciso di aprire un’azienda.

 Axel Novelli: Sono Axel Novelli e sono lo sceneggiatore di Turtle & Nova. Il mio lavoro è partito dal prendere tutti i pezzi delle incredibili figate che Daniele stava facendo sui social e provare a dar loro un ordine e una struttura che potesse sia gratificare le sue idee sia costruire un universo narrativo avvincente da vivere. Mi piacciono le tecnologie interattive, infatti faccio il game designer nell’azienda che ha citato prima Dan e ci piace sperimentare una narrazione interattiva ed è quello che stiamo facendo con Turtle & Nova.

 

Pare dunque di capire che dietro a Turtle & Nova ci sia una narrazione più grande

AN: Anzitutto c’è dietro edizioni BD che ci ha permesso di trasformare il nostro webcomic in un fumetto cartaceo, ci piace pensare che più che un adattamento sia la trasformazione di un’esperienza di lettura iniziata sul web, in particolar modo sul profilo di Daniele dove i lettori potevano indagare le illustrazioni che proponevamo, perfettamente calate nel world building che ora si sta sviluppando attraverso il fumetto e che un domani si manifesterà con altri mezzi e in altri contenuti.

DT: Esattamente, abbiamo dato forma a questo mondo, abbiamo catalogato razze, ambienti e via dicendo, è il nostro giocattolone, ci piace definirlo così, che vogliamo espandere con qualsiasi mezzo a nostra disposizione perché a noi piace fondamentalmente raccontare.

AN: Questo non significa che faremo le tazze di Turtle & Nova però stiamo cercando di rendere ogni futuro progetto coerente all’universo narrativo.

 

 

Avete quindi una mission di carattere transmediale, con un concetto alla base di prodotto declinato in più forme espressive che sta prendendo piede nell’industria dell’intrattenimento. Quali sono i precedenti più riusciti e quali sono i meno riusciti?

AN: Negli ultimi dieci anni tutti quei fumetti pubblicati sul web che parlavano a un pubblico non strettamente legato al medium sono diventati fortissimi anche attraverso il merchandising e adattamenti vari. Io poi vedo il potenziale in quanto, venendo dall’industria videoludica, ho studiato le possibilità di usare canali diversi per espandere ambientazione e storia e non solo per fare marketing al prodotto, quindi per regalare un’esperienza che inizia su un canale e si sviluppa in altri. A mio avviso il prodotto transmediale più riuscito degli ultimi anni è sicuramente l’universo interattivo di Remedy, legato a Control e Alan’s Wake che è una storia horror incredibile rimasta congelata per tredici anni. Pochi giorni fa è uscito il secondo capitolo dopo essere passato attraverso mille linguaggi diversi quali un libro, fumetti e una serie di videogames su diverse piattaforme.

DT: Concordo, poi di esempi riuscitissimi ce ne sono a iosa. Banalmente il Marvel Cinematic Universe che ha avuto una crescita esagerata fino a Endgame. Nell’universo videoludico League of Legends è un altro universo partito come un gioco che si è espanso nel mondo dell’animazione, Arcane, da cui sono nati ulteriori giochi e fumetti come spin off. Nella transmedialità noi vediamo tantissime potenzialità e spazi ampi per sperimentare.

 

Un tempo, molti anni fa, la serie animata era fondamentale per promuovere le nuove serie di giocattoli, vedi il grande successo di He-Man e quando una linea non vendeva spesso era dovuto alla mancanza di una serie di cartoni animati di successo. Secondo voi è corretto dire che, a differenza di quei tempi, ci sia un pensiero più coordinato alla base dei prodotti transmediali e che le narrazioni collaterali non siano semplici mezzi promozionali?

AN: Concordo e penso che sia sintomatico del periodo che viviamo. All’inizio vendeva chi aveva il prodotto, poi tutti hanno iniziato a fare prodotti di alta qualità quindi vinceva la logistica, chi riusciva a portare il prodotto prima al pubblico, poi ha iniziato a vincere chi aveva i dati e li sapeva leggere. Oggi si parla tanto di experience, di esperienza che si regala all’utente finale. Questa filosofia interessa anche l’industria dell’intrattenimento che non si limita più a fare marketing attraverso prodotti derivativi ma ogni singola manifestazione del marchio diventa un piccolo tassello per vivere l’esperienza in maniera più profonda.

DT: Complice anche la grande accessibilità della tecnologia che dà ai creatori la possibilità di raccontare le loro storie nei modi che più li affascinano.

 

Sono uscite due parole chiave. Partiamo dalla prima: experience. Quale esperienza volete dare all’utente di Turtle & Nova?

AN: In game design si parla di meccanica di gioco ed è questa che traina la narrazione. Ci piace pensare che la stessa esplorazione che fanno Turtle e Nova alla ricerca dello Snapper sia la stessa esperienza che gli utenti che possono fare esplorando la nostra pagina Instagram ( https://www.instagram.com/danieleturturici/ ) che è il mondo di Monad e contiene tanti tesori nascosti che l’utente è invitato a cercare. Questo per me è il succo di experience.

DT: Vogliamo che l’utente possa esplorare scorci del mondo di Monad attraverso varie piattaforma trovando tanti diversi insight collegando i puntini attraverso illustrazioni, giochi e tanto altro.

AN: Anche il contatto con noi quando siamo in fiera agli stand amplifica il contatto con l’experience di Monad.

 

L’altra parola chiave è accesso, parlando di tecnologia. Oggi due narratori come voi possono dare vita a un intero universo narrativo con mezzi relativamente scarsi, una tavoletta grafica e un pc con un programma di videoscrittura verosimilmente. Vediamo al tempo stesso che la grande industria dell’intrattenimento è possessiva con le proprietà intellettuali. Da che parte stiamo andando? Verso il sogno della democratizzazione del sapere immateriale della prima internet oppure ogni tanto arriva la corporation di turno che si compra tutto?

AN: AI tempi della scuola del fumetto girava voce che le grandi corporation investissero nella creazione di pitch per rivendicare la proprietà di eventuali nuovi prodotti similari a opera di altri creatori una volta che questi riescano ad avere successo. Non so se sia vero ma mi spaventa un po’. Il web ha dato un nuovo rinascimento ai creators e si è democratizzata la possibilità di creare, Turtle & Nova è nato come prodotto indipendente, dall’altra parte essendo tutti i content creator presenti e attivi sui social tra un po’ pure Nolan dovrà girare dei Tik Tok per lavorare. Sodebergh, per dire, ha fatto un film usando un Iphone. Non mi spaventa la tecnologia ma l’uso che se ne fa e mi auguro che Oppenheimer abbia insegnato qualcosa alle nuove generazioni.

DT La tecnologia non è buona o cattiva in sé, dipende dall’uso che se ne fa.

AN: Che poi è anche il tema di fondo di Monad.

DT: Esatto. Tutta questa accessibilità rende molto saturo l’ambiente dei creator che non diventa più facile ma, per l’appunto, solo più accessibile.

AN: Se pensiamo per un attimo a un altro ambiente, i 21 pilots hanno fatto qualcosa di unico. Hanno iniziato a pubblicare musica da soli e hanno mantenuto i diritti sui loro pezzi riuscendo poi a ottenere l’accordo della vita con la loro casa discografica ma la musica è forse il 50% del loro lavoro, dietro c’è uno storytelling, un immaginario che si esprime soprattutto attraverso i loro concerti. Non basta più essere un buon creator, un bravo sceneggiatore o un artista capace, serve un team che ti supporta, con talenti complementari al tuo, o una capacità di adattamento che ti permette di rispondere alle esigenze del mercato in tempo reale.

DT: Soprattutto in questo periodo in cui le tecnologie cambiano in fretta, gli algoritmi cambiano in fretta, bisogna sapersi adattare e prendere le novità come sfide, senza lasciarsi intimorire.

 

 

La tecnologia sembra un po’ il filo rosso che conduce quest’intervista. Parliamo di Intelligenza Artificiale, il vero elefante della stanza quando si parla di arte commerciale, perché chi come voi produce fumetti e videogames ha per forza uno sguardo attento sul mercato. Cosa ne pensate? Vi spaventa o la vedete come uno strumento?

AN: La stiamo già usando per velocizzare alcune parti del nostro lavoro, come le stringhe di codice per la programmazione o lo sviluppo di idee. Banalmente ChatGPT è diventato il nostro terzo programmatore facendoci risparmiare un sacco di tempo. Dipende tutto da un utilizzo consapevole dello strumento. Non mi spaventa The Rise of the Artificial Intelligence, ma il fatto di far fare all’IA qualcosa che non sappiamo fare o non vogliamo fare, questo non ha mai portato nulla di buono nella Storia degli esseri umani, l’ossessiva ricerca del comfort e della scorciatoia non sono sempre positivi. Più utilizziamo certi strumenti più veloce si sviluppano, anche più di noi. Non sto ovviamente parlando di Skynet, però mi spaventa l’idea di uno scenario alla Wall-E. Dipende comunque tutto dalle persone e dall’uso che fanno degli strumenti.

DT: C’è stato un polverone sollevato dagli artisti. Lo strumento è potente e va regolamentato ma come tutti gli strumenti.

AN: Per fare un parallelismo con il nostro prodotto, in Turtle & Nova abbiamo i Derma che sono la specie scimmiesca del mondo. Hanno ereditato la tecnologia dei Constructor che loro non sanno usare, se non come gliel’ hanno insegnato i Constructor stessi. La tecnologia funziona con una fonte di energia presente ovunque su Monad, lo Zeit. L’unico modo in cui i Derma la sanno utilizzare è sotto forma di cristalli. A un certo punto uno dei personaggi scherza dicendo che hanno provato a estrarre lo Zeit dagli esseri viventi ma non è andata bene.

DT: L’IA è una tecnologia inevitabile e nel futuro sarà sempre più importante. Dobbiamo imparare a conviverci e a usarla nel migliore dei modi e nel rispetto del lavoro altrui. Se l’IA utilizza liberamente il lavoro degli altri non va bene, se invece viene usata il mezzo per snellire i processi di lavoro non ci vedo nulla di male, anzi.