Tra Irma Vep e il restauro di Hou Hsiao-Hsien: a Lecce la “nouvelle vie” dei film di Assayas

Irma Vep

Sono tante le cose alle quali Olivier Assayas sta lavorando in questo periodo. Il confinamento che attanaglia Parigi lo vede chiuso nella sua casa nel circondario parigino, ed è da qui che nei giorni scorsi ha risposto alle domande dei giornalisti italiani in occasione dell’Ulivo d’Oro del XXI Festival del Cinema Europeo di Lecce. L’impegno più costante è la scrittura dei “sei, sette o otto film ispirati al mio Irma Vep” di cui si parla già tanto. Ma sta anche preparando “un film molto piccolo che girerò in primavera”, un lavoro che, pur senza voler dire troppo, Assayas non fatica ad ammettere sia stato “sicuramente ispirato dalla situazione in cui ci troviamo ora” e abbia “a che vedere con il confinamento”. Ma poi ci sono altre notizie, delle quali si è parlato meno, ma che faranno felici i cinefili più puri. A iniziare da quella del restauro digitale di HHH – Un portrait de Hou Hsiao-Hsien, il formidabile ritratto del Maestro taiwanese che Assayas aveva realizzato nel 1996 per la serie “Cinéma, de notre temps”: “Sono molto contento del risultato, ora con il digitale si possono ottenere grandi cose partendo dal negativo Super 16mm e anche ho avuto la possibilità di pulire il suono” ha detto Assayas. “Abbiamo migliorato molto pure la qualità della traduzione dal cinese per i sottotitoli: lavorando al restauro ho capito che i sottotitoli non erano troppo accurati e allora ho deciso di rifarli partendo dall’originale cinese. Mi sono fatto aiutare da Marie-Pierre Duhamel-Müller e da altri traduttori. Penso che questo sia finora il mio film che ha guadagnato di più dal restauro: adesso è come un nuovo film”.

 

L’eau froide

 

I suoi primi film, in effetti, stanno ritrovando nuova vita grazie ai restauri digitali messi a punto anche per delle edizioni home video eccellenti, come nel caso di quella di L’eau froide curata dall’americana Criterion, che ha pubblicato il film in un eccellente Blu-ray: “Abbiamo dovuto comprare i diritti musicali, che erano scaduti, prima di poter procedere con il restauro e sono molto riconoscente anche per questo a Criterion, che ha permesso di salvare il film”. Avremo presto anche il restauro digitale e un’edizione di livello di Les destinées sentimentales, che è uno dei film di Assayas dalla storia produttiva non facile: “Arte ha comprato il film e finalmente potremo procedere con questo restauro per il quale io sto combattendo da anni”. Bisognerà invece avere ancora pazienza per poter lavorare su altri due film della prima stagione di Assayas, Une nouvelle vie e Contro il destino (Paris s’eveille): “I rapporti con il produttore non sono facili, sin dai tempi di Une nouvelle vie, che fu per me un’esperienza molto complessa: le riprese erano state bloccate con una settimana d’anticipo sul piano di lavorazione, non avevo potuto girare delle scene molto importanti, forse quelle visivamente più forti. Quindi al montaggio mi ritrovai con delle parti mancanti, non riuscii a trovare una dinamica narrativa soddisfacente, anche perché il film doveva durare in origine tre ore e già per le pressioni del produttore e del distributore avevo ridotto la durata prevista a 2 ore e 45 minuti. Ma poi ho dovuto tagliare ancora 45 minuti per portarlo alle due ore richieste dal distributore. Insomma non è il film che immaginavo, ci furono troppi compromessi e ora mi piacerebbe poter fare un director’s cut…”

 

Une nouvelle vie

 

Intanto comunque Assayas continua a scrivere Irma Vep The Serial: la produzione è dell’americana A24 e il committente è la solita HBO, che è garanzia di libertà creativa per gli autori. E infatti ha il totale controllo dell’operazione: “Scrivo, dirigo e faccio anche la produzione. È un progetto molto ambizioso, un film di sette ore che non potrei mai fare per il cinema. Mi spaventa un po’, mi sembra quasi di aver liberato un mostro che mi porterà via tanto tempo… Ma c’è una dimensione sperimentale nel progetto che mi affascina, è un lavoro con una identità estetica e narrativa molto originale, che avrà una profonda connessione con la natura di tutto il mio lavoro. Un po’ come Twin Peaks per David Lynch”.