Pedro Almodovar: Il cinema è l’antidoto. Già prima dicevo che mi aveva salvato la vita…

Per Pedro Almodovar The Human Voice è un esordio. Nel senso che è il suo primo film in lingua inglese. Liberamente tratto da Jean Cocteau, è la storia di una donna che aspetta la telefonata del suo uomo. Lui l’ha tradita. Vuole lasciarla. Anna Magnani l’ha interpretato in una versione da brivido, diretta da Roberto Rossellini che la stava lasciando per Ingrid Bergman. Almodovar e Tilda Swinton l’hanno trasformato in una sorta di fashion movie hitchockiano. Musiche evocative, 5 cambi di look. Più tanta ironia, dai titoli di testa con gli attrezzi da negozio di fai da te. E un martello che… Ci sono Tilda, Agustin il fratello di Pedro, due suoi nipoti e un cane…

 

 

Ripartire

Voglio dire a tutti: uscite di casa. Andate al cinema. Il lockdown è passato: non possiamo più rintanarci. Siamo animali sociali. Stare chiusi rischia di diventare un’abitudine pericolosa. Io appena il lockdown è finito ho girato questo film. sono convinto che tutti noi abbiamo imparato qualcosa in più, dalla quarantena. Soprattutto che abbiamo davvero bisogno del racconto, della finzione, della fuga dalla realtà. Ho visto film e serie tv. Lo streaming è stato davvero la fortuna di tutti. Nello stesso tempo ho capito che le nostre abitazioni possono davvero diventare una prigione. Questo mi fa paura. Abbiamo scoperto che possiamo innamorarci, lavorare, farci portare il cibo necessario… Che possiamo vivere insomma senza uscire di casa. E questo per me è davvero pericoloso…

 

Il cinema come risposta

Il cinema è l’antidoto. Già prima dicevo che mi aveva salvato la vita. L’ha fatto tante volte, da quando ero un semplice impiegato, tristissimo, della compagnia telefonica spagnola. Poi mi ha aiutato a uscire dalla depressione, ad accettare il passaggio del tempo. Gli amici che perdevo. Tutto quello che ho vissuto, di felice e di doloroso, io l’ho raccontato nei miei film. Serve sempre trovare uno sfogo, un canale in cui indirizzare verso l’esterno le emozioni. Per me lo sono stati i miei film. Esci per andare al cinema. Esci di casa. Fuori dalla tua “prigione”. Fisicamente e psicologicamente. Arrivi a vivere altre vite e altre storie. Ti vesti. Cammini. Riconquisti la vita che respiri nelle strade. Entri in un luogo buio per condividere emozioni con altri, sconosciuti, che si sono vestiti, hanno camminato e respirato le vite degli altri. E come regista sono orgoglioso che i miei film possono essere il motivo di tutto ciò. Mi piace sapere di poter emozionare le persone.

 

 

La genesi di The Human Voice

L’ho pensato e scritto durante il lockdwon. E girato appena ne siamo usciti e ho potuto farlo. L’ho scritto in spagnolo e poi l’abbiamo tradotto. Con Tilda abbiamo fatto un paio di letture. E le ho chiesto di correggere il mio inglese, se era il caso. Sentirla parlare la sua lingua è stato fantastico. Ha un tono di voce così musicale. Ringrazio tutti, da lei a Demma Gvasalia di Balenciaga per gli abiti che sono davvero anche loro protagonisti.

 

Il futuro

Adesso sono impegnato su due nuovi progetti. Un film di 45 minuti e un corto di circa 15: uno sarà uno strano western. Non posso farne a meno. Nonostante l’incertezza devo continuare a fare film. Per me e per la gente. Devo raccontare le mie storie. E devo dare alla gente il motivo per andare al cinema. Entrare in quella sala buia e scoprire nuove cose che possiamo scoprire solo lì. Al buio, davanti allo schermo illuminato e illuminante, con degli sconosciuti a fianco…