Nascondersi nel tempo: al BIFFF42 Things Will Be Different di Michael Felker

Il regista michael felker

Il tempo della fuga, o magari la fuga del tempo. O forse è meglio parlare di fuga dal tempo… Insomma, siamo nell’ambito del classico paradosso temporale che tanto affascina le narrazioni (specie seriali, ovviamente) contemporanee e questa è la storia di Joseph e Sidney, fratello e sorella: due borse piene di biglietti da 100 dollari strette in mano e una rapina alle spalle, i due si danno appuntamento in un diner di periferia per poi darsi alla macchia. Urge nascondersi dalle sirene della polizia e la loro meta è un buco nel tempo, attivato da un rituale cabalistico che li fa ritrovare in una casa nel mezzo del nulla, sospesi in una dimensione temporale parallela, dove trascorrere due settimane al riparo dalle ricerche della polizia. È questo il setting servito in Things Will Be Different da Michael Felker, simpatico esordiente americano che giunge a Bruxelles direttamente dal Texas (SXSW Festival), in scena nel concorso del BIFFF42. Strano runaway drama in forma statica, con i protagonisti sospesi in una fuga da fermi, prigionieri del loro nascondiglio nel tempo che, dopo le due settimane previste, in realtà non li lascia tornare alle loro vite: il meccanismo non funziona e le trattative con l’entità astratta che governa quel diabolico sistema non si sa da dove e come, diventano complesse. I due sono infatti invitati a rimanere in quella sacca temporale a tempo indeterminato, per eliminare uno sconosciuto che prima o poi arriverà con l’intenzione di ucciderli e porre fine alla cabala temporale…

 

 
È evidente che Michael Felker cerca il gioco teorico sulla funzionalità dell’esistere rispetto alla propria storia personale, ovvero sulla linea temporale che governa il destino degli esistenti. Con tutto il coraggio e anche l’ingenuità degli esordienti ingegnosi, il regista costruisce un meccanismo narrativo celibe che si offre allo spettatore come struttura astratta basata su schemi narrativi consolidati. Il fuori tempo in cui sono calati i due protagonisti si traduce in una sospensione della narrazione nel luogo dell’attesa, che produce il faccia a faccia tra fratello e sorella a lungo rimandato e viene tenuto vivo dalle comunicazioni con l’entità astratta che fornisce loro ordini, informazioni e mezzi di sussistenza. Ovviamente la exit strategy narrativa avrà a che fare con il destino stesso dei due protagonisti, ché come ben sappiamo questo tipo di narrazioni sono circolari e l’eterno ritorno istruisce le regole dell’esistere. Things Will Be Different è uno di quei film che ti irretiscono e lasciano lo spettatore appeso alle ipotesi e alle valutazioni. Intrigante di sicuro e curioso nel suo giocare con schemi narrativi e figurativi da anni ’70, sospingendoli nella prassi astratta della narrazione seriale contemporanea. Per dirla diversamente, potrebbe essere un perfetto pilot di una serie mancata…