Pugni d’amore: a Locarno74 Vengeance Is Mine, All Others Pay Cash di Edwin

Una storia d’amore fisica, ma in senso marziale, come fosse l’esplicitazione di quell’archetipo sentimentale inverso offerto dai lottatori sul quadrato del wrestling, quel loro incontrarsi a forza di pugni e calci, cadere e rialzarsi, cercarsi e sfuggirsi… Non che i protagonisti di Vengeance Is Mine, All Others Pay Cash (Seperti dendam, rindu harus dibayar tuntas) siano dei lottatori: il nuovo film di Edwin, visto in Concorso a Locarno 74, è un action movie e una storia d’amore in senso pieno, un romance ambientato negli anni ’80, calato nei margini della società indonesiana nel pieno del potere e dell’affarismo del generale Suharto. Ci sono Ajo e Iteung, lui un meccanico interpretato da Marthino Lio, già modello e poi star indonesiana, lei una guardia del corpo interpretata da Ladya Cheryl, presenza abituale del cinema di Edwin. Sia l’uno che l’altra sono molto abili nella lotta e quindi capaci di muoversi nel sottobosco di una società irregolare, tra i loschi traffici di ex ufficiali, commercianti e intrallazzatori. Il loro primo incontro è uno scontro: Ajo deve vendicarsi del capo di Iteung e lei si frappone senza mezzi termini, anche se l’uomo per cui lavora non le piace. Quello che viene dopo le botte e le ferite, al di là della vendetta e del dovere, è l’amore vero, qualcosa che probabilmente scaturisce dalla parificazione non solo morale (i due si ritrovano giusti in un mondo di farabutti) ma anche di genere: a fronte di una società maschilista, infatti, Iteung è una donna che sa guardare in faccia gli uomini e Ajo è un uomo che sa imporsi nella lotta, ma porta su di sé i segni di un trauma infantile che lo ha reso sessualmente impotente.

 

 

 

Per un film ambientato negli anni ’80, in una realtà machista e corrotta come quella indonesiana, il tema dell’impotenza dell’eroe è ovviamente centrale nella definizione della linea drammatica che Edwin attinge dall’omonimo romanzo di Eka Kurniawan (che ha anche firmato la sceneggiatura), autore di punta della letteratura indonesiana, abituato a intrecci di genere in cui si rispecchia uno sfondo storico e sociale molto preciso. A partire da questo schema, Edwin costruisce un’opera che innesca tanto il mèlo quanto l’action, seguendo la linea a lui cara di un cinema marcatamente popolare, in cui risuonano elementi di una quasi trasparente visione critica della società indonesiana, dove la sopraffazione sia fisica che morale regola i rapporti. Insistendo sulle scene d’azione gestite con una flagranza fisica da cinema popolare anni ’90, Edwin persegue allo stesso tempo una fluidità gender che lo porta a far emergere le figure femminili in un rapporto paritetico in senso non solo sociale ma anche drammaturgico: Iteun e Ajo mantengono la scena con eguale forza dinamica e l’innesto di temi come la maternità e la violenza sulle donne non risulta mai meramente tematico. In più anche sul versante maschile, Edwin attribuisce a Ajo le stimmate di una dolcezza che depotenzia la caratura machista ma non la qualità dalla sua abilità marziale: il suo essere un personaggio fragile, marcato dalla violenza cui è stato costretto ad assistere in infanzia, diventa la ragione dinamica della seconda parte del film, in cui è Iteung a imporre le sue scelte e a liberarlo dalla maledizione. Solare, limpido, divertito e divertente, Vengeance Is Mine, All Others Pay Cash giunge a Locarno in prima mondiale al termine di un percorso produttivo lungo quasi cinque anni, ma mantiene intatto il suo spirito cinefilo e non cerca compromessi per stare sulla scena festivaliera internazionale. Bene così!