Le avventure di Daniel San (Ralph Macchio) e del biondo Johnny Lawrence (William Zabka) proseguono nella quarta stagione della fortunata serie spin off di Karate Kid, da poco disponibile su Netflix. Ritroviamo i nostri protagonisti e i loro allievi – e figli – esattamente dove li avevamo lasciati, al Miyagi-Do, teatro di una nuova alleanza tra i due vecchi rivali, ora uniti contro un avversario comune, il sempre temibile e scorretto John Kreese (Martin Kove). Gli accordi sono chiari: i conti si faranno sul tatami, al torneo di All Valley. Chi perde chiuderà il suo dojo. Neanche Kreese è da solo questa volta, infatti, la novità di stagione consiste nel tirar fuori dal cappello dei ricordi una vecchia e venefica alleanza, quella con Terry Silver, che naturalmente è interpretato da Thomas Ian Griffith. Più volte durante la stagione si fa riferimento a Karate Kid III, come quando Daniel racconta a Miguel (Xolo Mariduena) dell’avventura con il negozio di bonsai. Silver è un miliardario appassionato di arti marziali ex-commilitone di Kreese in Vietnam che si unisce all’allora Cobra Kai riuscendo con la manipolazione e l’inganno a portare momentaneamente LaRusso dalla sua parte e ad allenarlo tra atroci sofferenze. Sarà sempre Miyagi a salvare la situazione e l’ingenuo Daniel San. In questa quarta stagione di Cobra Kai Kreese risveglia in Silver la voglia di tornare a combattere nonché i sensi di colpa che lo legano a lui per le vicende occorse in guerra, trovando un socio capace di spronare e dare nuovi insegnamenti ai suoi allievi, tra cui quello di mantenere la tregua fino al torneo.
Il nuovo sensei pare comportarsi più correttamente rispetto a Kreese, facendo leva sull’analisi dei punti deboli dell’avversario, più che sulla vecchia massima dell’attaccare per primi. Più volte Kreese sente minacciata la sua autorità e questo gli fa storcere il naso, ma evidentemente non abbastanza. Il focus di questa stagione si sposta dagli adolescenti agli adulti dando una nuova sferzata alle vicende che animano la Valley. Il tutto culmina nel torneo, arricchito da nuove categorie, al quale LaRusso e Lawrence partecipano separatamente, poiché, com’era prevedibile, non riescono a conciliare i loro approcci di insegnamento lasciandosi inoltre muovere da gelosie legate agli allievi prediletti, che, manco a dirlo, invertono i ruoli – Miguel-LaRusso/Samantha LaRusso-Lawrence – seppur in maniera più mitigata rispetto alle passate stagioni. [Attenzione, spoiler!] Arriva finalmente il giorno del torneo, Miguel e Robby (Tanner Buchanan) non ne sono più i protagonisti, i riflettori sono puntati sulle ragazze, Tori (Peyton List) e Samantha (Mary Mouser), ma soprattutto sui legami tra i vari sensei. Non importa molto se a vincere è il Cobra Kai. La vittoria è scorgere in Kreese un barlume di umanità, di empatia, di desiderio di recuperare un rapporto con Lawrence. Ma a scorgerlo, sfortunatamente per Kreese, è proprio il subdolo Silver che scopriamo aver corrotto l’arbitro e aver architettato un piano per liberarsi del suo vecchio capitano, facendolo addirittura arrestare. Termina così la stagione, con un crescendo che porta all’arresto di Kreese, al dominio di Silver, alla fuga di Miguel in cerca del padre in Messico e sulla tomba di Miyagi, dove Daniel San decide di stringere una nuova alleanza, con l’antico rivale giapponese Chozen (Yuji Okumoto). Che dire? Sì, è vero, la stagione, sebbene consti di 10 episodi da circa 40 minuti ciascuno, si può guardare in mezzo pomeriggio skippando velocemente. Ed è altrettanto vero che questo riesumare attori dai capelli bianchi nei loro vecchi ruoli risulti un po’ “cringe”. Ma quello skippare veloce è mosso dalla noia o dalla voglia di vedere come va a finire? La dinamica della soap opera che torna eternamente uguale a se stessa, bisogna ammetterlo, funziona. E la voglia di vedere come evolvono le vicende dei protagonisti nelle loro nuove (o vecchie) alleanze è il motore che ci porterà ad attendere la quinta stagione di questo sempre scoppiettante Beautiful per karateki.