Festa del Cinema di Roma – Small Axe di Steve McQueen, la serie mosaico sulla comunità nera di Londra

Tra le opere più interessanti presentate oggi (e nei prossimi giorni) alla Festa del Cinema di Roma c’è la serie di film BBC Small Axe scritta, prodotta e diretta dal regista inglese Steve McQueen (Hunger, Shame, 12 anni schiavo). Alla Festa vengono proiettati 3 (dei 5) capitoli che compongono un mosaico complesso e profondo della comunità nera a Londra tra il 1969 e il 1982. Ogni episodio è incentrato su un personaggio realmente esistito e i fatti accuratamente documentati e ricostruiti in forma di fiction. Oggi come primo film è stato proiettato il quinto capitolo, Red White and Blue, vera storia di Leroy Logan, tra i primi bobby neri della polizia londinese. Leroy, origini giamaicane, è un “negro” per la maggior parte dei poliziotti bianchi e razzisti e un “wannabe white” ovvero un “voglioesserebianco” per la comunità nera. Perfino suo padre è stato massacrato di botte da alcuni poliziotti razzisti, eppure Leroy è fermamente convinto che solo diventando bobby e comunicando di persona con le minoranze più disagiate potrà nascere una convivenza pacifica tra bianchi e neri. McQueen ci ha raccontato: «Leroy è venuto di persona sul set e mi ha aiutato molto a ricostruire la sua storia. Nella scena in cui abbiamo ricostruito un momento in cui si rivolge a dei ragazzini di un centro giovanile, Leroy si è sentito quasi mancare. Ha ricordato quanto fosse difficile per lui trovare la fiducia della sua gente una volta diventato poliziotto… Ambiva a trasformare la polizia inglese dall’interno. Negli anni è riuscito a fare grandi cose per integrare i poliziotti neri nel Corpo, ma l’ostilità verso di lui è proseguita: fu portato in tribunale dalla Polizia per non avere pagato 80 sterline di un conto d’albergo. Dopo un anno di indagini risultò innocente. Rimase un bersaglio…».

 

 

Da oggi verranno presentati anche gli episodi Mangrove e Lovers Rock (immagini sopra e sotto). Conclude McQueen: «Sono undici anni che penso a questo progetto. Volevo portare sul grande schermo storie non raccontate al cinema praticamente da nessuno: la comunità nera nel Regno Unito e in particolare a Londra. Inizialmente volevo raccontare una famiglia attraverso gli anni, poi mi sono accorto che c’erano troppi personaggi interessanti le cui vicende non erano mai state raccontato e ho scelto di dedicare a ciascuno di loro un capitolo-film. Ho incontrato e parlato con centinaia di persone, molte delle quali sono decedute recentemente».