John Mellencamp e il rock dello Spaventapasseri

Disponibile dallo scorso mese la riedizione rimasterizzata di uno dei classici della musica americana, Scarecrow di John Cougar Mellencamp: un’edizione sontuosa con versioni alternative dei brani più noti e inediti tra i quali Carolina Shag, prima outtake del disco originale, e Cold Sweat, travolgente omaggio a James Brown. Una strenna imperdibile

Scarecrow (Mercury-Universal) pubblicato originariamente nel 1985, è il disco della consacrazione di John Mellencamp, allora ancora legato, per volere del suo primo manager e produttore, al nome d’arte Cougar, “puma”, che abbandonerà definitivamente nel 1991 all’uscita di Whenever We Wanted. Scarecrow è il capitolo epocale della sua produzione, grande successo negli Stati Uniti e ben 4 singoli in classifica destinati a diventare obbligatori nelle scalette dei concerti: Lonely Ol’ Night, Rain On the Scarecrow, Small Town e la travolgente R.O.C.K. In the Usa. Scarecrow viene ora riproposto in una edizione de luxe: 4 vinili con tutto il materiale originale rimasterizzato e l’aggiunta della versione acustica di Small Town e dell’outake The Kind of Fella I Am (Ry Cooder alla slide) nel disco 1, alcuni inediti nel disco 2 tra i quali Carolina Shag usata per il lancio del box con tanto di videoclip, e demo e registrazioni di prova pre e post prodotte nei dischi 3 e 4. L’edizione deluxe in vinile costa 107 euro ma contiene un sontuoso booklet con foto rare e inedite e un testo storico-critico di Anthony DeCurtis. Disponibile a 21 euro la versione ridotta da due cd (i dischi 1 e 2).

 

 

 

 

Genesi dello Spaventapasseri
Con il successo dei due dischi precedenti – American Fool (1982) e Uh Huh (1983) – Mellencamp ancora Cougar capisce di essere a un bivio. Da una parte l’ispirazione letteraria manifesta (John Steinbeck e William Faulkner), dall’altra quella musicale, i Rolling Stones, James Brown qui omaggiato con la splendida Cold Sweat tra gli inediti, e Bob Dylan. Politicamente comincia inoltre a schierarsi in favore delle lotte rurali, lui viene dall’Indiana, è figlio e nipote di agricoltori (i nonni, di origine tedesca, facevano Mollenkamp di cognome) il disco vuole raccontare il mondo dei farmer massacrati dalle politiche neoliberiste dell’amministrazione Reagan. Il testo di Rain On the Scarecrow sta al rock’n’roll come The Grapes Of Wrath (Furore) alla letteratura e al cinema. L’introduzione con la voce gracchiante della nonna Laura rende l’operazione definitivamente autobiografica. Scarecrow è il primo disco registrato nello studio domestico del musicista, a Belmont, Indiana, con la band che aveva collaborato agli album precedenti, quindi Kenny Aronoff, uno dei migliori batteristi rock del mondo, Larry Crane e Mike Wanchic alle chitarre, Toby Myers al basso.

 

 

Lato cinema
I brani di John Mellencamp sono sottoutilizzati al cinema. Questo è dovuto alla sua ritrosia a cedere i diritti (il soprannome quando produce è Little Bastard e un motivo ci sarà…) e al fatto di essere meno popolare fuori dagli Stati Uniti (in Italia ha suonato solo due volte nel 2011). Hurts So Good, la sua prima hit, fa però parte della colonna sonora di Footloose (1984). E non dimentichiamo che il Puma, oltre a essere musicista polistrumentista, è anche apprezzato pittore e… regista. Nel 1992 ha diretto e interpretato, da un soggetto di Larry McMurtry, Falling from Grace, un bel melodramma musicale. Nel 2015 ha invece composto la colonna sonora del film Ithaca – L’attesa di un ritorno, diretto e interpretato da Meg Ryan, a lungo sua compagna. Il più bizzarro legame con il cinema però riguarda proprio Scarecrow. Tra le bonus track c’è infatti la sua versione (più rock) di Shama Lama Ding Dong portata al successo da Otis Day and the Knights. Una band che… non esiste! Si tratta infatti dei musicisti del Toga Party leggendario di Animal House (Landis, 1978).