Skan-zo-na-ta di Roberto Manfredi, un viaggio nella canzone satirica

51Con Skan-zo-na-ta ( Skira Editore, pag.256 euro 16,50) Roberto Manfredi – ex discografico, produttore di innumerevoli dischi di cantautori e comici italiani, autore televisivo di programmi musicali, produttore esecutivo di format televisivi, da Markette di Piero Chiambretti a Crozza Alive di Maurizio Crozza, regista e scrittore – pone fine a una grave mancanza scrivendo un bel saggio, esaustivo e divertente, sulla “canzone umoristica e satirica italiana da Petrolini a Caparezza”, un genere da sempre inviso alla discografia italiana. Come spiega lo stesso Manfredi:”il background musicale di questo paese è ancorato al melodramma, alle storie di amori sofferti, tristi, persino tragici. I dirigenti e i funzionari della Rai e delle case discografiche, tranne qualche rara eccezione, hanno sempre considerato la canzone una cosa seria. (..) eppure il primo disco della discografia italiana è stato ‘A risa una canzone di Bernardo Cantalamessa il cui testo del ritornello, in realtà è uno scoppio di risate “. Leggendo il libro ci si rende subito conto che la canzone irriverente ha spesso assunto la forma di un fiume carsico, capace cioè di passare sotto lo strato superficiale dei cambiamenti sociali per andare a cercare una vera libertà di espressione. Il saggio si apre con Petrolini (che è morto nel 1936) che con il suo umorismo personalissimo e imprevedibile, si spingeva ai limiti dell’assurdo e del grottesco per reinventare il glorioso genere della macchietta. Dove è stato possibile l’autore ha lavorato su informazioni dirette, notizie di prima mano che venivano dagli stessi artisti (la prima stesura era di oltre 600 pagine). Manfredi nel corso della carriera ha più volte collaborato con Nicola Arigliano, Dario Fo, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Elio e le Storie Tese, Freak Antoni, Paolo Conte, Roberto Benigni, Fabrizio De André e tanti altri. Per questo si è potuto permettere di effettuare lunghe interviste con cantanti, attori e registi, amici che lo hanno aiutato a ricostruire stili di vita, luoghi, persone, città, teatri, avventure. In una parola a ricreare “il contesto” entro il quale si sono definite le varie traiettorie artistiche, per questo si analizzano le “scuole” delle differenti città. Ci sono pagine su Napoli, sulle canzoni comiche milanesi, sulla nascita del rock and roll in Italia che ufficialmente avvenne al Palazzo del Ghiaccio di Milano nel ’57…Il libro è divertentissimo ed è pure una miniera di aneddoti. Chi si poteva Brutos2immaginare che Elvis fosse un fan scatenato dei Brutos?  Come mai nessuno ricorda che Vengo anch’io. No, tu no (scritta nel 1967 da Fo-Fiorentini-Jannacci) ha due versioni, una di Fo e una di Jannacci? Con il testo del primo nettamente più politico: Si potrebbe andare tutti insieme nei mercenari/Vengo anch’io. No, tu no/Giù nel Congo da Mobutu a farci arruolare/ Poi sparare contro i negri col mitragliatore/Ogni testa danno un soldo per la civiltà/Vengo anch’io. No, tu no. E poi c’è l’incredibile storia di Sandro Oliva, il Frank Zappa made in Italy; la leggenda (si fa per dire) degli Squallor, l’infinita guerra Skiantos vs Elio e le Storie Tese, Arbore, Bisio, I Gufi, il Quartetto Cetra, Vergassola, Benigni, Gene Gnocchi, Cochi e Renato…Un’affollata galleria dove non manca nemmeno il Walter Valdi della “scorretta” VacaputangaIn d’ona foresta del Centro Katanga/ gh’era la tribù dei Vacaputanga/ L’era ona tribù de negher del menga/grandi, ciula e balabiott./ Il libro si chiude con Caparezza, per Manfredi:” l’erede musicale di quella storia iniziata più di un secolo fa con Petrolini e Rodolfo De Angelis. Oggi c’è una gran voglia di riportare la satira, l’umorismo e la comicità nella nostra vita reale e surreale insieme. Abbiamo voglia di ridere dei nuovi  ‘scemi del villaggio’ più che degli scemi della politica, di sorridere sulle disavventure di noi comuni mortali, della gente, dei nostri vizi e virtù di italiani mangiaspaghetti.”

 

cochi