“Ricordare la storia per guardare al futuro”. È lo slogan con cui il Trento Film Festival – tra le più prestigiose rassegne mondiali dedicate al cinema di montagna – lancia la 70ª edizione. Che è un’edizione con un programma ricchissimo, impreziosita per di più da un “casto” manifesto d’autore, firmato Milo Manara (richiamato a furor di popolo, dopo essersi visto rifiutare nel 1997 “il bozzetto dello scandalo”, raffigurante un’ondina che usciva discinta dalle acque), che celebra un compleanno a cifra tonda, invitando gli appassionati a tornare in sala, dopo due stagioni caratterizzate da un ricorso massiccio allo streaming. Diretta da Luana Bisesti, con Sergio Fant in qualità di responsabile del programma cinematografico, la kermesse – nata nel 1952 a Trento – si svolgerà dal 29 aprile all’8 maggio nel capoluogo trentino e assocerà alle proiezioni di film gli appuntamenti più diversi: rappresentazioni teatrali, presentazione di libri, incontri, degustazioni, addirittura performance live (come quella dei Marlene Kuntz, che stanno per pubblicare il concept-album Karma Clima e ne proporranno un estratto, corredato da immagini che sono state girate appositamente). In apertura foto di The Taking di Alexandre O. Philippe.
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È stato il presidente del Festival, Mauro Leveghi, a inquadrare, nella conferenza stampa svoltasi a Milano, il binomio passato/futuro che si presenta centrale nel cartellone 2022: “Abbiamo stretto i denti, in questi due anni, innovando forme e contenuti della nostra programmazione e reinventandoci con coraggio: ora siamo pronti a ripartire, facendo esperienza di quanto abbiamo imparato, sempre più consapevoli che il Festival ha bisogno del suo pubblico. Ci sdigitalizziamo un po’, per tornare a guardarci in faccia, a stringerci la mano, a dialogare e confrontarci dal vivo. Nel 1952 un gruppo di pionieri ebbe una visione, quella di far nascere a Trento una rassegna internazionale di cinema di montagna, uno dei primi festival italiani. Lo fecero in un contesto difficile, a pochi anni dalla tragedia della Seconda guerra mondiale, in un territorio piccolo e periferico, all’epoca persino povero, eppure ricco di grandi risorse sociali, civili e culturali. Settant’anni di storia sono una grande responsabilità, ma è proprio lo sguardo lungo di quei pionieri che ci fa andare avanti con entusiasmo e orgoglio”. Tra gli ospiti delle serate-evento, che sono un apprezzatissimo corollario alle proiezioni, accanto ad apprezzati scrittori che si occupano con frequenza di montagna e dintorni (il premio Strega del 2017, Paolo Cognetti, e il “prezzemolino” editorial-televisivo Mauro Corona), spiccano big dell’alpinismo quali Reinhold Messner, Hervé Barmasse, Tamara Lunger e Fausto De Stefani. Quest’ultimo – mantovano classe 1952, uno dei pochissimi ad aver conquistato tutti gli 8000 della Terra – è protagonista da molti anni di felici progetti solidali in Nepal, che sono stati definiti il suo “quindicesimo ottomila”: Trento gli dedica uno spettacolo teatrale incentrato sulla sua figura, realizzato dalla Compagnia (S)legati.
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Sempre sul fronte degli incontri, desta curiosità la presenza apparentemente incongrua del “re del cashmere”, Brunello Cucinelli: l’industriale umbro parlerà di come “etica, ricerca del bello e cultura” ispirino tanto la sua attività imprenditoriale quanto la sua visione del mondo. Suddivisi in diverse sezioni e con vario metraggio, sono oltre 120 i film in vetrina (25 più dell’anno passato): per oltre la metà sono in anteprima italiana, con 27 esemplari addirittura in anteprima mondiale. Ma ci sono pure opere che hanno già debuttato a Cannes (La panthère des neiges), al Sundance (il controverso Fire of Love), alla Berlinale (A Piece of Sky), a Locarno (Monte Verità, che sarà il film di chiusura). Molto attesi, ed entrambi inseriti nel Concorso principale – la cui giuria è presieduta da Michelangelo Frammartino, autore de Il buco, Premio Speciale della Giuria all’ultimo Festival di Venezia – sono The Taking, che analizza l’iconico paesaggio della Monument Valley attraverso il cinema, ovvero utilizzando soltanto sequenze di film del passato; e The Sanctity of Space, che va alla scoperta dell’Alaska attraverso le immagini aeree d’epoca del celebre esploratore e fotografo Brad Washburn.
Il programma completo del Festival è online su www.trentofestival.it.