Diretta da Luigi Abiusi, prodotta da Apulia Film Commission in collaborazione con Uzak, alla sua quinta edizione, il progetto ispirato al volume Il film in cui nuoto è una febbre. Registi fuori dagli scheRmi, (ed. Caratterimobili, Bari, 2012) si trasforma in una rassegna permanente e maggiormente radicata nel territorio, quello della Puglia, aperta, anche forse per la propria posizione geografica, verso il panorama culturale internazionale (assorbendone le esorbitazioni estetiche, le sperimentazioni, la dilattica politica), e luogo negli ultimi anni di un importante fermento culturale, rilanciato ora dalle attuali politiche regionali. Si tratta di un festival di ricerca dipanato nell’arco di tempo che va da febbraio a novembre 2016, nei cineporti di Bari, di Lecce, e Foggia (plessi pubblici, messi su da Apulia Film Commission in queste tre città), in cui si succederanno alcuni tra i maggiori registi del panorama cinematografico contemporaneo, che, grazie all’apporto dei critici da cui saranno affiancati, animeranno momenti di approfondimento e dialogo con il pubblico. L’intento originario rimane immutato; piuttosto, all’occorenza, ripreso e rafforzato: la ricerca sulle immagini nel nostro tempo, messe in relazione con i capisaldi del passato; l’approfondimento delle poetiche, appunto delle politiche (il cinema come esperienza di progresso); la narrazione delle storie legate ai film e ai registi, tra sperimentazioni, opere prime, visioni periferiche e d’altro canto la via delineata dai grandi maestri. Imprescindibili le visioni, come sempre di opere marginalizzate dal Mercato; esempi vibranti di un cinema scentrato, che si pone per propria natura fuori dagli schemi di ordinaria formulazione, quindi fuori dai parametri di normale fruizione e per questo confinato fuori dagli schermi. Che era l’intento indagativo già del libro curato da Abiusi qualche anno fa, con saggi su Lav Diaz, Lisandro Alonso, Apichatpong Weerasethakul eccetera. Del resto in questi anni sono stati ospiti di questo festival registi come Victor Erice, Julio Bressane, Paul Vecchiali, Abel Ferrara, Shynia Tsukamoto, Franco Maresco; e talenti esplosi poi con veri e propri capolavori, come Roberto Minervini (autore di un Low Tide proiettato qualche anno fa in anteprima nazionale al cineporto di Bari), Yann Gonzalez con il suo Les rencontres d’apres minuit, Héléna Klotz, ecc..
«Il programma è in itinere – come dichiarato dal direttore artistico Luigi Abiusi (scrittore, saggista, selezionatore per la Settimana Internazionale della Critica della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; critico cinematografico per diverse riviste tra cui Filmcritica, Filmparlato, Duels e direttore del magazine Uzak.it) – visto che si dilata nel tempo e si disloca in tre centri: mi viene da definirlo una sorta di laboratorio, qualcosa in cui le cose (cinematografiche) divengono, assumono via via la loro sostanza dialettica; segue l’idea di un’attualità che presenta di volta in volta casi cruciali, critici, tra i panorami dei festival, uscite di film sommersi, latenze di alcuni autori». Si inzia giovedì 25 febbraio, ore 20:30, con Jerzy Skolimowski, presente al cineporto di Bari, e la proiezione del suo ultimo capolavoro 11 minut (in concorso alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia); occasione per un vero e proprio tributo a uno dei più straordinari e longevi autori in circolazione: un incontro che prende le sembianze di un vero e proprio tributo, vista anche la presenza, oltre che del direttore artistico, i critici cinematografici Lorenzo Esposito, Margherita Furdal e Roberto Turigliatto, gli ultimi due autori di Jerzy Skolimowski (Lindau, 1996), uno dei libri più importanti scritti sul regista polacco. Negli altri due cineporti non direttamente interessati dalla presenza degli ospiti, è confermato il collegamento in streaming dell’incontro, con successiva proiezione del film.