La Revue Dessinée Italia: il giornalismo a fumetti

Vi ricordate, l’estate scorsa, il rave party di Viterbo che sembrava avesse fatto morti, sia uomini che animali? Piuttosto, sareste interessati di sapere a che punto è la vicenda TAV, la costruzione della ferrovia Torino-Lione? Quale battaglia sta combattendo da anni il sindacalista Marco Omizzolo contro il caporalato a Latina e dintorni? Com’è nato e come si guadagna, lavorando per il portale OnlyFans? Mai sentito parlare di rinascita dei borghi italiani, come Ostana, in Occitania (set di Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti)? O dell’integrazione rivoluzionaria realizzata da Calcio sociale, a Roma?

Sono solo alcune tra le storie raccontate – con testi e illustrazioni, in forma di inchiesta approfondita e accuratamente verificata – da La Revue Dessinée Italia, un nuovo trimestrale di giornalismo illustrato. Nato su imitazione del prototipo francese La Revue Dessinée, che invece è in edicola dal 2013, è ugualmente stato finanziato tramite crowdfunding: la chiamata dal basso per realizzare La Revue Dessinée Italia, chiusa a giugno 2021, ha raccolto più del doppio dei 15mila euro necessari per il primo numero e soprattutto garantisce alla rivista di poter vivere senza pubblicità, indipendente da inserzionisti. Esclusivamente cartacea, estremamente curata, non a caso La Revue Dessinée Italia ha appena vinto (a pari merito con Comic & Science) il Premio per la miglior iniziativa editoriale a Lucca Comics 2022. 

Il primo numero, copertina disegnata da Andrea Serio, è uscito la scorsa estate; il secondo, con cover di Giulia Spagnulo in arte Zuzu, a settembre. Ho incontrato a inizio ottobre Andrea Coccia, direttore responsabile della Revue e curatore della parte giornalistica, e anche cofondatore – insieme ad Alberto Puliafito e Andrea Spinelli Barrile – di Slow News, cooperativa giornalistica nata nel 2014, i cui principi sono chiaramente esposti nel documentario Slow News di Alberto Puliafito (2020).

 

Il sommario del primo numero di La Revue Dessinée Italia

 

I progetti Slow News e La Revue sono simili, ma tra loro non c’è contiguità redazionale. Il principio guida è lo stesso: non si possono fare cose ben fatte in fretta. O meglio: per fare bene le cose bisogna prendersi del tempo. E quindi per realizzare La Revue Dessinée Italia si scelgono storie che non invecchiano, e di cui si parla poco, come quelle che si possono leggere abbonandosi a Slow News. In direzione contraria alla logica ansiogena delle breaking news, della sensazionalità ad ogni costo. E in favore dell’approfondimento, della continuità informativa e della completezza.

 

Un estratto da “Fiori sull’osso”, inchiesta sulla rinascita del territorio

 

Il progetto di La Revue Dessinée Italia è nato «grazie a un ponte amicale tra Parigi e l’Italia, durante il periodo di isolamento pandemico», dice Coccia. La testata è la stessa, così come il formato (tavole 17 x 24) e la periodicità, ma in italiano, e con un logo verde, al posto di quello rosso che caratterizza l’edizione francese. «Vive in Francia il direttore editoriale e presidente Massimo Colella, fumettista e pubblicitario, cofondatore dell’agenzia La Bande Destinée. L’edizione francese è parte di un gruppo di periodici tra cui Topo, rivista di giornalismo a fumetti per i più piccoli. Massimo, che tra le altre cose ha creato con Gipi il gioco di carte da combattimento “Bruti”, ha coinvolto una rete ampia di fumettisti e divulgatori». Alla supervisione della parte grafica c’è Lorenzo Palloni, dello spezzino Studio Traccia (collettivo Mammaiuto), più Alessio Ravazzani con Colella all’impaginazione, mentre Coccia e Palloni con Francesca Menta si occupano di editing e correzione bozze.

È un lavoro collettivo, fatto di molti passaggi, che Coccia dettaglia: «Il primo passo è trovare la storia, tramite un pitch. Poi darle un taglio. Poi c’è una prima riunione con il giornalista e l’editor (cioè Massimo) per capire insieme sia l’estensione (il numero di pagine) che il mood, il tono, della storia. Dopo di che Massimo e Lorenzo fanno incontrare il disegnatore e il giornalista. A quel punto chiediamo un trattamento, inteso come un testo non per la pubblicazione ma indicativo – come può essere la traccia per un documentario – che può integrare anche immagini o altri materiali che possano aiutare. Infine arriva lo storyboard, al quale pure segue una verifica. Solo allora si può passare al disegno, immancabilmente seguito da editing e fact-checking». 

 

Logo per la chiamata a collaborare (Manuele Fior)

 

Dodici i servizi, pieni di dati, a numero (230 pagine di inchieste): oltre ai servizi, ognuno seguito da una doppia pagina che rimanda ad altri elementi per approfondire (articoli, libri, documentari), le rubriche: “Cinema”, un film visto da un disegnatore, sintetizzato in 12 tavole («L’unico spazio della rivista in cui l’autore può dire “io”», dice Coccia); “Cucina”, spesso la storia di una ricetta che permetta di raccontare una cultura; “Storie incredibili”, in cui una notizia falsa, divenuta leggenda, viene “smontata”; “Dove saremo nel 2030”, proiezione nel futuro. Perché il fumetto consente di parlare di tutto, senza limiti di tempo o di spazio.

Come si diceva sopra, nel primo numero si segnalano Fiori sull’osso, di Ferdinando Cotugno, disegni di Emanuele Racca, sull’inversione di tendenza che vede il ripopolamento delle aree interne del territorio italiano; e soprattutto Tra treni e monti, testi di Eliane Patriarca e Alberto Puliafito e disegni di Lorena Canottiere e Grégory Mardon, sul concetto di “grandi opere” e la TAV (pubblicata anche nell’edizione francese di LRD). Ma anche Il campo dei miracoli di Francesca Mannocchi e Paolo Castaldi, sull’inclusione sociale tramite il calcio a Corviale. Nel secondo numero lo scrittore Vanni Santoni (autore, tra gli altri, di Muro di casse per Laterza) e il fumettista Nalsco hanno collaborato per realizzare Space Travel & Fake News, sul Teknival di Viterbo del 2021, evento demonizzato da testate nazionali e locali con sensazionalismo incontrollabile e poi rivelatosi una bufala. Alcuni aspetti più tecnici si possono approfondire seguendo questo video presentazione durante gli Slow Days, in cui Coccia tiene a sottolineare che  quello di La Revue Dessinée Italia non è e non vuole essere esattamente graphic journalism, ma qualcosa di diverso e forse di più. «Non vogliamo fare articoli illustrati […] il tentativo è di rendere queste storie “inevitabilmente” a fumetti e quindi di prendersi più libertà narrativa, più spazio, più aria, meno “spiegoni” […] La Revue mette insieme la potenza della verità con quella della fantasia». Competenza giornalistica di chi scrive abbinata all’incisività e alla sintesi anche immaginifica del tratto. 

Autore del pamphlet anticapitalista Contro la macchina (Eris edizioni) e del manuale per bambini di verifica delle notizie Chi ha rubato la marmellata? con i disegni di Maicol e Mirco (Corraini), Coccia tiene anche a sottolineare un dato non proprio scontato, nel panorama giornalistico nazionale: La Revue si impegna a retribuire in modo equo i propri collaboratori, fumettisti e giornalisti, ed è aperta a proposte, che si possono sottoporre alla redazione sempre attraverso il sito. «Abbiamo previsto un form on line per proporre le storie, nel primo numero la storia su OnlyFans ci è arrivata così, da Paolo Valsecchi, Stefano Scaccabarozzi e Lorenzo Bonini. Abbiamo lanciato un bando permanente per proposte di collaborazione e un altro per storie di due pagine sul tema “la vita senza smartphone”. Ci auguriamo che si facciano avanti molte collaboratrici». Come Lidia Baratta e Eleonora Antonioni, che hanno scritto e disegnato la storia d’apertura del secondo numero, I guardiani del web, sull’ingratissimo lavoro dei moderatori e “spazzini” dei social. O Irene Caselli e Rita Petruccioli, fianco a fianco in Da che mondo è mondo, sulla poco discussa violenza ostetrica subita dalle partorienti in ospedale. 

 

Un estratto da “Era solo un gioco”, storia su OnlyFans

 

Qualche anticipazione del terzo numero, in uscita a dicembre 2022: un’inchiesta su a chi vanno i soldi di Satispay; La fede molesta, di Elisa Belotti e Annalisa Cercignano, su suore e violenza. L’ultima tonnara, di Federico Di Vita e Alessio Lo Manto, indagine sulla pesca intensiva. Il sorriso telefonico, di Alessandra Caputo e Giulia Iori, sui call center. Seguite la guida, di Éliane Patriarca e Cécile Guillard, sul clima, che da un numero all’altro è un tema costante. Presto Annalisa Camilli scriverà di un caso tunisino che ricorda Stefano Cucchi, Carlo Canepa firmerà un’inchiesta sui camalli che si rifiutano di consegnare le armi nei porti, mentre Laura Cappon si occuperà della depressione negli adolescenti. 

 

“Carne da cartone” di Jean-Baptiste Malet e Benjamin Adam

Una storia extra, come assaggio, è Carne da cartone (testi di Jean-Baptiste Malet, disegni di Benjamin Adam), sullo sfruttamento dei lavoratori nei magazzini Amazon durante la pandemia, e si può leggere gratuitamente on line qui. La rivista è distribuita nelle librerie indipendenti ma anche nel circuito delle Feltrinelli. Ci si può abbonare dal sito ufficiale per un anno (cioè per 4 numeri) – potendo decidere anche a partire da quale numero – o se ne possono anche acquistare singoli numeri.
Insomma: Natale è vicino. Fate(vi) un bel regalo che supporti il giornalismo libero e finalmente, felicemente lento.