Non ci sono capolavori nella filmografia del regista australiano John Hillcoat, classe 1961, ma è un tipo simpatico, sempre alla ricerca di una chiave originale per elaborare generi consolidati. Il western (La proposta, 2005), la fantascienza distopica (The Road, 2009, dal romanzo di Cormac McCarthy), il gangster movie rural-proibizionista (Lawless, 2011) e adesso, con Codice 999, il poliziesco. Hillcoat è anche molto amico di Nick Cave, con il quale lavora spesso. Sempre più simpatico. A questo giro la colonna sonora (ottima) è di Atticus Ross (e famiglia: la firmano pure la moglie Claudia Sarne, il fratello Leopold e Bobby Krlic). Nick era impegnato. La sceneggiatura invece è di Matt Cook. Al centro una banda di sbirri corrotti. Rapine. In banca e altrove. La committente è Kate Winslet, spietata dark lady che lavora per la mafia russo-ebraica. Ricorda un po’ Cameron Diaz in The Counselor – Il procuratore di Ridley Scott, e pure lei è molto bionda. Sempre brava comunque, anche se il ruolo è piccolo, o breve come direbbe Christopher Lee. Del resto la caratteristica principale di Codice 999 è il cast magnifico e abbondante. Tutti finiscono per avere parti brevi, alcune, però, di peso. Ad esempio Casey Affleck. È uno dei migliori attori americani della sua generazione. Purtroppo ha un fratello molto meno bravo e molto più famoso. Per dire, in un filmetto intitolato Lo stagista inaspettato (Nancy Meyers, 2015) Robert De Niro e altri sfigati, per esigenze di copione, citano spesso Casey. Mai per nome. È sempre «Ben Affleck’s Brother». Una maledizione. Per me è il contrario: quello bravo a scrivere i film ma pessimo a recitare è «Casey Affleck’s Brother». Qui Casey è il poliziotto buono, fratello di un detective d’esperienza, Woody Harrelson, onesto e tosto ma dissoluto, tossico e alcolizzato. Un cattivo tenente non troppo cattivo. Il fratellino dovrebbe essere la vittima sacrificale dei compagni corrotti: la cosiddetta tripla 9, nel gergo poliziesco, è il codice che segnala la morte di un collega, al quale solitamente succede il caos, giusto quello di cui hanno bisogno gli sbirri marci per risolvere i loro problemi. In questo genere di storie però c’è sempre un ma…
Codice 999 tiene il ritmo, è abbastanza feroce, ha ottimi attori, un intreccio credibile nel suo arzigogolare. Qualche occasione sprecata qua e là (ad esempio: quel killer ebreo grosso come la Montagna di Game of Thrones e che si muove come un Golem, non meritava più spazio?). Un poliziesco solido, onesto. Ma non è Michael Mann, proprio no. Di interessante ha soprattutto la dissezione di una maschera. Quella dello sbirro. Il Bad Cop. Si parte da un prototipo (che so, L’infernale Quinlan di Orson Welles) e si attraversa la variante contemporanea (Il cattivo tenente di Abel Ferrara, appunto); ma Codice 999 fa incarnare ad altrettanti personaggi quattro sfumature diverse del poliziotto corrotto. C’è quello sporco fino al midollo e irredimibile, cattivo-cattivo, interpretato da Clifton Collins, Jr. (nel film si chiama Rodriguez). I compari non lo sanno ma noi sì che cercherà di fregarli, perché è un bastardo. Giusto così. C’è lo sbirro senza scrupoli che ha (ovviamente troppo tardi) un sussulto di coscienza, ed è interpretato da Anthony Mackie, il partner di Casey Affleck, quello che materialmente ne organizza l’assassinio. Non manca il poliziotto (in verità ex) vittima dei propri fantasmi, della propria emotività, in preda alla droga, e qui è interpretato da Aaron Paul. Infine il capo, figura più complessa e sfaccettata, Chiwetel Ejiofor, ex Navy Seal disposto ad andare fino in fondo, fino all’omicidio, perché sotto ricatto. Il figlio, nipote della Winslet, è in vacanza a Tel Aviv, ma in verità è come se l’avessero rapito. In caso di necessità la zia Grimilde lo farebbe a pezzi. La famiglia prima di tutto. Good Cop. Anche qui si procede per stereotipi. Lo sbirro disilluso, Woody Harrelson, cosa fa? Lavora, vive in solitudine e beve, verosimilmente con uno o più matrimoni falliti alle spalle. Il meno sbandato di tutti, Casey Affleck, è più giovane ed è una specie di recluta, come Ethan Hawke in Training Day. Luoghi comuni trattati con rispetto. Li prendi tutti quanti e se li sai mescolare bene, come evidentemente John Hillcoat sa fare, il risultato è un poliziesco decente e coinvolgente.