Esplorando l’industria del porno: su MUBI Pleasure di Ninja Thyberg

Nel 2013 Ninja Thyberg, regista svedese nata nel 1984, realizza Pleasure, cortometraggio di finzione di quindici minuti sul dietro le quinte di un set porno dove si vocifera che una delle attrici stia per interpretare una scena di doppia penetrazione anale, performance che richiede una preparazione avanzata. Passano quasi dieci anni e, nel 2021, Thyberg torna a quel breve film e lo espande in un lungometraggio dallo stesso titolo. L’ambientazione è la stessa e quel tipo di pratica sessuale costituisce, nella descrizione del desiderio di una giovane di diventare una stella dell’hard, un punto di svolta che, a un certo momento della narrazione, dovrà decidere se superare, il che vorrebbe dire guadagnare quotazioni nell’industria pornografica. Lei si chiama Linnéa, è svedese, e arriva a Los Angeles per cominciare la sua scalata in quel mondo. Alla madre, si capisce da una telefonata, ha ovviamente mentito. All’aeroporto, al controllo documenti, le viene chiesto se si trova lì per lavoro o per piacere. “Per piacere”, risponde. Ovvero, “pleasure”. Nascondendo, come si fa spesso per semplificare le cose e evitare troppe domande e burocrazie, il vero motivo dell’approdo in un paese, ma, al tempo stesso, usando quella parola con una certa ironia, contenente un doppio significato da tenere celato alla dogana: lavorare e divertirsi.

 

 

Che le cose non saranno così semplici (anche se il film le semplifica nella sua struttura per capitoli non detti di avanzamento progressivo della storia), Linnéa lo scoprirà presto. Dovrà farsi strada in un vespaio di aspiranti concorrenti, di provini, di carte da firmare e disponibilità da dare a agenti, produttori, registi. Ma lei, che intanto ha scelto il nome d’arte di Bella Cherry, sembra non avere fretta di bruciare le tappe, vuole fare le esperienze per gradi (di difficoltà), e per il momento condivide una residenza con altre ragazze. Eppure è determinata. Sofia Kappel, nata in Svezia nel 1998, interpreta Linnéa/Bella ed è al suo esordio al cinema (ma nel 2019 aveva partecipato alla premiazione degli Oscar del porno, gli AVN Awards, comparendo nello speciale televisivo Best in Sex: 2019 AVN Awards). Voce roca e bassa, capelli biondi, adatta il suo corpo alle esigenze delle situazioni fin quando, di fronte a prove sempre più drastiche, alla rivalità malsana con la collega Ava (Evelyn Claire), al tradire l’amica Joy (Zelda Morrison, qui con lo pseudonimo di Revika Reustle) per fare carriera, sceglierà, forse (il finale è sospeso anche se il gesto si potrebbe configurare come definitivo), di interrompere quel percorso, facendo fermare l’auto di lusso, che accompagna lei e Ava, e scendendo.

 

 

Con Pleasure Ninja Thyberg ci porta nel mondo dell’industria pornografica, nello specifico quella losangelina, seguendo gli alti e bassi della sua protagonista. Gli uffici, i set (tra le scene da girare e le attese), le feste private, le rivalità, le nuove conoscenze, i tentativi di avvicinarsi al produttore di grido che sappia anche tutelarti e non solo farti lavorare, l’imprescindibile presenza sulle reti sociali per avere un numero elevato di fan da poter spendere come biglietto da visita… Sono luoghi e elementi che si alternano in un film che però rimane sulla superficie della materia trattata, abbellito in una confezione patinata, che non sa spingersi in profondità. Non basta filmare in primo piano un pene in erezione o un pube femminile depilato o mettere in campo tutta una galleria di oggetti erotici da usare fuori dal set o mentre si gira. Thyberg non dà giudizi, non è moralista, ma se, da una parte, il distacco formale attuato è segno di osservazione quasi documentaria (a proposito: la maggior parte del cast – attrici, attori, produttori – è composta di personaggi del porno, alcuni nel ruolo di se stessi come Aiden Starr, Chanel Preston, Casey Calvert, Gina Valentina, l’italiano Axel Braun, ovvero Alessandro Ferro, figlio del pioniere del porno italiano Lasse Braun, mentre, non accreditato, appare anche Jules Jordan, regista, attore e produttore il cui marchio aziendale si vede su una parete durante la premiazione degli AVN a Las Vegas cui prende parte pure Linnéa/Bella), dall’altra il suo sguardo scivola solo su corpi e luoghi e su un softcore fastidioso. Chissà cosa avrebbe fatto, con una materia simile e a proposito di sprofondare nei labirinti per poi forse risalire, un autore come Paul Schrader.