Pirati norvegesi in Capitan Sciabola e il diamante magico di Marit Moum Aune e Rasmus A. Sivertsen

Ultima creazione di Qvisten Animation, il più grande studio di animazione scandinavo specializzato in prodotti per famiglie, capace di muoversi dal classico 2D al 3D fino al VFX motion graphics (Louis & Luca – Mission to the Moon, Cattle Hill, Kurt Turns Evil), marchio di qualità navigato pure in ambito pubblicitario e serialtelevisivo, Capitan Sciabola e il diamante magico di Marit Moum Aune e Rasmus A. Sivertsen è un lungometraggio del 2019 ispirato all’amatissimo personaggio ideato dallo scrittore, cantante, compositore e attore norvegese Terje Formoe. Vincitore del Public Choice Award agli Amanda Awards 2020, gli Oscar norvegesi, a conferma del grande successo ottenuto in patria e in tutto il Nord Europa, il film ruota intorno alle imprese di Marco, Pinky e Veronica, tre ragazzini impegnati a difendere un prezioso diamante e scappare dalle grinfie dell’avido Mago Kahn, uno strampalato e perfido principe della giungla, non senza duellare con le mire di Capitan Sciabola, il più grande pirata dei Sette Mari, anche lui interessato all’ambito gioiello.

 

 

Tra colpi di scena e improbabili canzoni da musical, rapimenti, travestimenti, inevitabili goffaggini e inseguimenti rocamboleschi a questa simpatica avventura non solo si riconosce il merito di aver sdoganato il mito di Capitan Sciabola, personaggio letterario che nei paesi scandinavi ha un ottimo successo di pubblico anche grazie a due operazioni cinematografiche in Italia poco note (Capitan Sciabola – Il tesoro di Lama Rama, 2014 e Capitan Sciabola, 2003) ma anche di aver rispolverato in chiave piratesca un prodotto per i piccoli spettatori senza pretese citazioniste o ammiccamenti per adulti. Un film che guarda al passato ma pienamente contemporaneo, sia dal punto di vista delle forme e della tecnica, sia dal punto di vista dei contenuti. Non siamo né nei pressi di Sinbad – La leggenda dei sette mari, una delle operazioni più ambiziose e non del tutto comprese del panorama DreamWorks di inizi duemila, né nei paraggi di Pirati! Briganti da strapazzo, bizzarra e non troppo ispirata creazione AArdman, piuttosto ci troviamo nei dintorni degli intrighi di L’isola del tesoro di Stevenson e delle ambientazioni di Jake e i pirati dell’Isola che non c’è perché qui il taglio comico è fondato su slapstick immediate, su semplici ma efficaci trucchi da commedia dell’arte e dell’equivoco in cui si gioca sullo scambio di ruoli e personalità senza perdere di vista l’obiettivo dell’intrattenimento. Pensato inizialmente come spettacolo teatrale per bambini nei primi anni Novanta, non casualmente il film è impacchettato in una confezione dai colori pastello, poco sontuosa e roboante ma precisa. Rispetto agli standard cui siamo abituati in Italia senza dubbio è un prodotto insolito e proprio per questo curioso: intelligente per quanto riguarda la caratterizzazione dei tre protagonisti, in più di un’occasione stratificati, affascinante nella narrazione dei lati oscuri di Capitan Sciabola (pallido da far paura) ma pure del tutto evanescente nella definizione dei personaggi spalla, piatti e deboli anche quando strizzano più di un occhio alla Disney. Ma l’avventura c’è e i più piccoli si divertiranno.