SIC37 – Have You Seen This Woman? di Dusan Zoric e Matjia Gluscevic: in fuga dall’invisibilità

Quante sono le Draginja di Have You Seen This Woman? Dove si dirigono? In attesa di cosa vivono? Di quali storie nascoste il loro corpo può ancora essere protagonista? È la domanda silenziosa il fulcro su cui si fonda prima la trasformazione poi l’affannosa ricerca di Draginja, protagonista del primo lungometraggio della coppia di registi serbi Dusan Zoric e Matjia Gluscevic, presentato in Concorso alla 37. Settimana della critica di Venezia. Sghembo ma ricco di personalità, il film racconta la vicenda di una donna di mezza età esigente di verità, stanca della maschera da comparsa che indossa da troppo tempo, consapevole di essere perennemente precaria nel mezzo del cammino, in fuga da schemi, contro l’ordine e il prevedibile, l’accomodante, il gentile e il gradevole. L’attrice croata Ksenija Marinković interpreta Draginja, l’invisibile, reale presenza del film di Zoric e Gluscevic, opera disorientante per come mescola atmosfere stranianti e sovrappone grottesco e dramma sociale, che alterna con disinvoltura a tratti sfacciata putrido e sano, incastrando in tre capitoli un ideale percorso di riconoscimento e di riscrittura dell’identità di genere non privo di mistero e umorismo.

 

 

A partire da uno sguardo angosciato che si fa specchio di timori e desideri – all’inizio del film, infatti, Draginja accidentalmente scopre il cadavere di una donna che le assomiglia, in cui presumibilmente si rivede e da cui vuole fuggire per non fare la stessa fine – la trasparenza della protagonista anzitutto traduce un’inconsistenza subita, l’immagine prodotta da un mondo che la vuole così perché l’ha pensata così, senza alcuna via di scampo. Svincolandosi con netta convinzione dal profilo convenzionale di donna che il sistema le impone, Draginja attraversa nuove forme di inconsapevolezza per dare alla propria vita una nuova immagine, sempre in agitata trasformazione, inquieta nel collocarsi in nuovi contesti e disposta a non scendere a patti con niente e nessuno. Così, mentre il suo corpo si muove da un mondo all’altro, riscrivendo un presente forse immaginato o forse semplicemente ricordato, lo spettatore si ritrova immerso in un’esperienza multidimensionale frastornante ma ricca di fascino, priva di binari e spiazzante, difficile da controllare e capace di fagocitare il senso, spiccatamente politica e provocatoria per come s’impegna a denunciare simbolicamente e concretamente la società in cui viviamo. I registi hanno dichiarato di aver preso ispirazione dalle proprie madri, figure molto vicine al loro vissuto ma assolutamente sconosciute nella loro essenza. Have you seen this woman?, anche per questo, assume i tratti di una feroce favola lynchana in cui il doppelgänger si fa veicolo di esigenza di felicità e appartenenza.