The Fighters: combattere per addestrare lo sguardo

The-Fighters-Addestramento-di-Vita-2-620x330Un romanzo di formazione più che mai insolito, ma che, pure, segue percorsi canonici. The Fighters, opera prima del francese Thomas Cailley, racconta una storia molto frequentata dal cinema per le innumerevoli svolte racchiuse in essa, pronte a svilupparsi con sorpresa. Arnaud è un giovane che ha da poco perso il padre e ha deciso di restare a lavorare nella falegnameria di famiglia, Madeleine invece, è figlia unica e benestante, ossessionata dalla fine del mondo e dalle  catastrofi, per cui si prepara con estenuanti e militareschi allenamenti. Due ragazzi all’opposto, nello stile e nella filosofia di vita, troppo dura lei, troppo arrendevole lui, al punto da scambiarsi presto i ruoli e mostrare il lato vero di ognuno in una sorta di capovolgimento della situazione.

 

Cailley li mette in scena come fossero costantemente davanti ad uno specchio, ma senza permettere loro di riconoscersi. Anzi. Si combattono e si allontanano reciprocamente, si avvicinano, si interrogano e creano nuove distanze. Un procedimento efficace anche nel rapporto con lo42008_ppl spettatore messo in atto dal film, che in modo solo apparentemente disordinato, recupera i  frammenti di un incontro e lo ricostruisce alla fine, quando i due protagonisti sono ormai vicini e complici. Di fatto questo è un film sulle sfide e sulla complicità, sulle cose che cambiano. Non solo la realtà incontrollabile (la morte del padre per Arnaud, con cui si parte), ma anche le idee, le aspettative, i desideri di due persone descritte nel loro processo di armonizzazione. All’inizio Arnaud sta a guardare, mentre Madeleine sembra avere in mano il suo destino, poi le cose si ribaltano e nessuno dei due riesce più a dominarle. Ci si arrende, così, per rafforzarsi, si scappa per imparare dalla ribellione, ci si ribella per conoscere i propri limiti. Tutto questo Cailley lo dispone su un piano puramente fisico e lo argomenta seguendo, prima, i  suoi personaggi, come in un tentativo di carpire i loro segreti, poi, mettendoli di fatto in scena, in un doppio gioco della finzione: l’avventura, la sfida alla natura, le regole della sopravvivenza. Una sorta di film nel film, traslato. Ma il gioco cambia presto le regole e la realtà finisce per riaprire una porta invadendo la vita. The Fighters muta proprio come mutano i personaggi. Si trasforma in film di pura finzione e di stratagemmi narrativi,  per tornare alla fine a quella flagranza del vero (punto di  fine e dipartenza della lunga parabola di questo racconto), solo accennata all’inizio.