133 film in programma, tutti online: è questa la proposta del 38mo Torino Film Festival diretto da Stefano Francia di Celle, costretto a traslocare sul web quando era ad un passo dalla realizzazione dell’evento ibrido, programmato dal 20 al 28 novembre sia nelle sale cittadine che sulle piattaforme digitali. E invece il più cinefilo dei festival metropolitani italiani, quello che storicamente vanta la sua forza anche sul rapporto tra film, autori e pubblico che si realizza nel contatto vivo della sala cinematografica, ha dovuto reinventarsi virtuale e spostarsi integralmente online. Le date restano quelle, ma il luogo è un altro: la sala cinema virtuale di MyMovies che ospiterà per nove giorni l’intera programmazione del festival, composta da Concorso Internazionale Lungometraggi e Cortometraggi, Concorso Doc sia Internazionale che Italiano, una serie di eventi speciali fuori concorso, la sezione Le Stanze di Rol. Le cose funzioneranno così: ogni giorno alle ore 14 verranno pubblicati su MYmovies nuovi titoli che rimarranno disponibili per 48 ore dalla pubblicazione sulla piattaforma (ma per alcuni film verrà indicata la possibilità di visione solo all’ora stabilita e la durata della disponibilità). Il programma sarà disponibile sulla pagina dedicata di MyMovies a partire dal 16 novembre e sarà già possibile acquistare il singolo accesso alla visione di uno specifico film (3,50 euro) così come gli abbonamenti a tutta la manifestazione (30,00 euro per 10 film da scegliere all’acquisto del carnet, oppure 49,00 euro per tutto il festival). Oltre alla sala virtuale su MYmovies, il Torino Film Festival ha messo a punto anche un palinsesto di incontri e iniziative che saranno trasmessi in streaming gratuito per tutti sul canale YouTube del festival. (In apertura un’immagine tratta da Une soupçon d’amour di Paul Vecchiali).
Venendo ai film, il Concorso Internazionale Lungometraggi proporrà 12 film provenienti da aree geografiche molto diverse, alcune delle quali da lungo tempo assenti sotto la Mole. Per l’italia c’è Regina di Alessandro Grande. “Uno degli aspetti essenziali del lavoro di selezione è stato mantenere l’impegno di sostenere a pieno la politica internazionale del “50/50 by 2020” lanciata dal Toronto Film Festival” ha specificato Stefano Francia di Celle. Per la prima volta nel concorso viene infatti riservato uno spazio equo alle produzioni realizzate da registi donne e a quelle realizzate da registi uomini. Ovviamente resta la regola che caratterizza la competizione torinese, quella di concentrarsi sulle opere prime o seconde, quindi un’attenzione dedicata sostanzialmente agli esordienti. Il Fuori Concorso invece ha tante anime ed è anche “la sezione che paga di più il fatto di non poter andare in sala”: si tratta anche qui di opere prime e seconde che non hanno trovato spazio nel concorso come Toorbos di Rene Van Rooyen, A Shot Trough the Wall di Aimee Long e Cleaners di Glen Barit. Tra le tante cose si segnala anche il ritorno di un grande maestro del cinema francese come Paul Vecchiali (Une soupçon d’amour) e quello dell’italiano Francesco Lagi che presenta Quasi Natale. Molto spazio anche al cinema del reale con numerosi progetti che ruotano intorno a grandi figure di artisti e intellettuali Italiani, come Franca Valeri protagonista di Zona Franca di Stefano Della Casa, o Goffredo Fofi raccontato da Felice Pesoli in Suole di vento – Storie di Goffredo Fofi. Ci sarà poi il ritratto del leggendario fotografo Helmut Newton realizzato da Gero von Boehm, Helmut Newton: The Bad and the Beautiful, My America di Barbara Cupisti che ha girato in America un film sulla circolazione delle armi, Rione Sanità, la certezza dei sogni di Massimo Ferrari, Io sono Vera di Beniamino Catena, l’ideale proseguimento di un cult del cinema italiano firmato da Toni D’Angelo (Calibro 9) e Il buco in testa di Antonio Capuano. Dodici i titoli delle Stanze di Rol, che, come scrive il curatore Pier Maria Bocchi, “non è una semplice sezione di cinema di genere: è una zona franca, una superficie off limits dove è vietato l’ingresso esclusivamente agli scettici; è un luogo del mistero e dell’ignoto, dell’inspiegabile e del bizzarro”. E infine la sezione TFF Doc curata da Davide Oberto, che propone un cinema documentario e sperimentale partendo da un focus sul Paesaggio e spingendosi nei concorsi del documentario internazionale e italiano. Tanto spazio ai cortometraggi, che tornano al festival portando molte promesse.