Cannes78 – Sergei Loznitsa: in Two Prosecutors non potevamo utilizzare i colori della vita

In Two Prosecutors, il regista ucraino riporta il suo sguardo sulle purghe staliniste e adatta l’omonimo romanzo del fisico Georgij Demidov, miracolosamente sopravvissuto al gulag, dopo 14 anni di carcerazione. Scienziato di vaglia da giovanissimo Demidov collabora con Lev Landau al laboratorio di fisica nucleare di Char’kov. Nel 1938 viene arrestato e condannato a 8 anni nel gulag di Kolyma in Siberia che, senza motivo, diventano 14. Nel 1958 lo scienziato ha  ottenuto la riabilitazione. Nel 1937, il film segue un procuratore appena nominato che chiede di incontrare un prigioniero. In carica da pochi mesi, il giovane procuratore Kornev (Alexander Kuznetsov) non si lascia intimidire dall’opposizione del direttore del carcere di Bryansk, che sta cercando con ogni mezzo di impedirgli di far visita al detenuto Stepniak (Alexander Filippenko) che dalla cella 84 del blocco 5 è riuscito a fargli arrivare un messaggio…

 

La prosecuzione del documentario Process
Questo film si può considerare lo sviluppo, la prosecuzione naturale di Process (2018) che raccontava il processo farsa, tenutosi a Mosca nel 1930, contro un gruppo di economisti, tecnici e ingegneri di grande rilievo accusati di avere organizzato un colpo di stato contro lo stato sovietico. La mia idea iniziale era di cominciare Two Prosecutors con le ultime dichiarazioni degli imputati al processo e volevo concludere il film con il discorso di Vyšinskij al processo a Bucharin. Gli anni Trenta non sono stati rappresentati adeguatamente nel cinema russo sovietico e post-sovietico, eppure questa è forse la più grande tragedia accaduta in quello che un tempo era chiamato Impero russo. È proprio questa mancanza di riflessione che fa sì che la storia si ripeta, e ora vediamo con quanta rapidità la Russia contemporanea si stia muovendo verso lo stalinismo.

 

 

Il metodo di Demidov
Ciò che rende l’opera di Georgij Demidov così diversa da tutte le altre memorie scritte all’epoca è che descrive l’intero sistema con approccio da scienziato. Analizza con freddezza ciò che gli sta capitando: individua gli errori fondamentali commessi dalle persone che vivevano a quel tempo, descrive i soprusi, si interroga sulla brutalità di un sistema costruito per rovinare l’esistenza a troppi innocenti.

 

La ricostruzione
Una delle nostre maggiori preoccupazioni è stata ricreare la Russia di quegli anni con precisione e dovizia di particolari. La location principale è un’ex prigione a Riga (Lettonia), costruita nel 1905 durante l’Impero russo. La capitale della Lettonia ha molte vestigia dell’architettura sovietica ed era perfetta per raccontare questa dolorosa vicenda. Fin da subito ho deciso che la macchina da presa sarebbe stata assolutamente statica che i colori andavano desaturati: non potevamo utilizzare i colori della vita…