Per le offese alla Corona il rapper catalano Pablo Hasél (incredibilmente) condannato a nove mesi di carcere

Pablo Hasél, il cui vero nome è Pablo Rivadulla Duró è un giovane rapper di origine catalane, nato a Lerida verso la fine degli anni ’80. La sua vicenda giudiziaria potrebbe apparire incredibile a chi non conosce i legami profondi che la magistratura spagnola mantiene con la l’eredità del franchismo. La transizione democratica del 1978 ha tutta una serie di lati oscuri, molti dei quali riguardano la monarchia dei Borboni e proprio l’apparato giudiziario. Pablo Hasél ha sempre cantato e ha usato l’hip hop come forma di protesta, un rap “militante”, senza peli sulla lingua e senza censure. La derisione della monarchia è sempre stata uno dei suoi cavalli di battaglia. Per questo è stato accusato di “esaltazione del terrorismo e ingiurie alla Corona e alle istituzioni dello Stato”, in un paese che il terrorismo interno dovrebbe conoscerlo visto che fino a poco tempo fa era attiva l’ETA. Anche un altro cantante Valtonyc è finito sotto la stessa macchina repressiva, ma ha scelto la via dell’esilio. Hasél ha dovuto subire una serie di processi, nell’ultimo è stato condannato a nove mesi di prigione. Paradossalmente nello stesso periodo, il re Juan Carlos, che Hasél aveva accusato di essere un ladro è scappato negli Emirati eludendo i processi a suo carico. Le leggi approvate in Spagna nel 2015 dal governo Rajoy conosciute e contestate con il nome di ley mordaza hanno dato il colpo di grazia alla libertà di espressione, colpendo musicisti, attori e perfino burattinai.

 

 

Willy Toledo ad esempio è stato processato per una bestemmia, Cesar Strawberry musicista dei Def con dos, ma anche un gruppo di burattinai baschi incriminati per uno spettacolo contro la monarchia. La vicenda del rapper è rimasta purtroppo al centro del dibattito solo nei circoli più attivi e liberi della politica in Spagna, dove attualmente governa una maggioranza di sinistra composta da Psoe e Podemos. Il fatto che sia catalano e indipendentista non ha certo aiutato a diffondere la sua storia kafkiana. In questi giorni dovrebbe essere portato definitivamente  in carcere, però sono successe anche altre cose. Ovvero finalmente il mondo della cultura in Spagna, ha preso posizione con un appello firmato tra gli altri da oltre 200 artisti, tra questi il regista Pedro Almodóvar, l’attore Javier Bardem e il cantante Joan Manuel Serrat: “La persecuzioni a rapper, utenti di Twitter, giornalisti, così come altri rappresentanti del mondo della cultura e dell’arte che esercitano il proprio diritto alla libertà di espressione sono diventate purtroppo una costante nel nostro Paese”.. https://cat.elpais.com/cat/2021/02/09/cultura/1612859971_763805.html . Il governo dopo lunghi tentennamenti ha deciso di intervenire modificando quelle norme che prevedono la galera, pur mantenendo pene pecuniarie.  Nel frattempo Pablo Hasél dal suo account twitter ha dichiarato che non si consegnerà spontaneamente, e ha invitato alla solidarietà. https://twitter.com/PabloHasel/status/1360158462106361857   Se venisse incarcerato sarebbe il primo artista in Europa occidentale ad essere detenuto per una canzone o un tweet.