Dalle profondità del mare alle profondità del mare. Si apre e chiude nell’acqua, sulla sua superficie e nei suoi abissi, The Lure (Il richiamo, titolo internazionale di Córki dancingu, che si potrebbe tradurre con “Figlie del dancing”), opera prima della cineasta polacca Agnieszka Smoczyńska risalente al 2015 e tra i titoli della terza edizione di Monsters – Taranto Horror Film Festival, parte della sezione “Forme dell’acqua” dedicata “al mito della Sirena e di altre misteriose creature del mare”. Emergono dall’acqua, nell’incipit, le sorelle Srebrna (ovvero Silver, Argento) e Zlota (Golden, Oro), mentre sulla riva una famiglia di musicanti intona una canzone; con sguardi e voci seducenti le due ragazze-sirene chiedono, iniziando anche loro a cantare, di essere aiutate a uscire, rassicurano quel padre, quella madre e quel figlio, li invitano a non avere paura e promettono che non li mangeranno. Sono sirene e vampire, Srebrna e Zlota, ma dai destini diversi. Infine, nel mare si re-immergerà solo Zlota, Srebrna essendosi dissolta in schiuma e prima ancora avendo perduto la voce nel desiderio di trasformarsi in umana. Ma la scena d’apertura, notturna, non solo mette in campo, in poche inquadrature, i personaggi principali, ma contiene anche uno degli elementi su cui si fonda il film: ricorrere al musical per raccontare una storia d’amore, l’incontro impossibile eppure irrinunciabile fra creature che si attraggono e si (auto)distruggono e, più in generale, una società che trova naturale ri-conoscere le sirene e accoglierle ma comunque in una prospettiva di sfruttamento e di esibizione, nello specifico nel night dove è ambientata buona parte del film e dove le sorelle diventano immediatamente l’attrazione imperdibile.
I loro corpi apparentemente umani mutano appena si versa sulle loro gambe un po’ d’acqua. Quella condizione, però, a Srebrna non basta più: vuole avere delle gambe vere e un sesso vero. E “tradisce” Zlota. Tutto è musical, in The Lure. Gli spazi si aprono a balli e canzoni. Il realismo degli ambienti sparisce e le pareti delle stanze “dialogano” lasciando posto a un set di pura invenzione nel quale transitare o sostare inscenando coreografie. Più generi si sovrappongono in questa che la regista definisce anche una “favola per adulti”. Smoczyńska ha ovunque un tocco elegante e morbido per ritrarre inoltre un periodo preciso della Polonia. Siamo nella Varsavia degli anni Ottanta. Spiega l’autrice: “Mi ha ispirato soprattutto il mondo kitsch delle feste e delle grandi sale da ballo dell’era comunista… I personaggi strani e un po’ persi, la vodka calda, il glamour nella povertà – tutto questo ha nutrito la mia immaginazione”. E nella sua immaginazione sono straordinariamente a loro agio gli e le interpreti, in un’esplosione di sensualità, surrealismo, eccesso formale ma sempre gestito con eleganza, incursioni horror di vampirismo esplicito, tracce oniriche e dolori della carne estremamente concreti. Sono perfette Marta Mazurek e Michalina Olszańska, rispettivamente Srebrna e Zlota, vale a dire due giovani attrici dalla filmografia già rilevante. Insieme hanno recitato in Já, Olga Hepnarová, uno dei migliori film dell’Europa centrale del nuovo millennio, opera prima dei cechi Petr Kazda e Tomás Weinreb, del 2016, con Olszańska nel ruolo della protagonista del titolo, ultima donna a essere stata condannata a morte e giustiziata in Cecoslovacchia (nel 1975). Due attrici, del cinema polacco e europeo, Mazurek e Olszańska, il cui talento è confermato in The Lure dove, afferma Smoczyńska, a differenza delle sirene di Omero, Disney e Andersen, “le mie sirene non indossano il reggiseno e si nutrono del cuore umano”.
La terza edizione di Monsters Taranto Horror Film Festival si tiene eccezionalmente online dal 19 al 21 marzo sul sito www.monsterstarantohorror.stream, dove è possibile vedere gratuitamente tutti e 22 i film in programma e seguire gli incontri con alcuni dei protagonisti della scena horror contemporanea.
Link per The Lure
https://www.monsterstarantohorror.stream/film/the-lure/