Un romanzo-universo che piega il tempo: Dune, il capolavoro di Frank Herbert

La storia di Dune è tanto classica da essere quasi banale. Il romanzo di Frank Herbert, del quale è nei cinema un nuovo adattamento firmato Denis Villeneuve, è il classico underdog in cui non credeva nessuno, un libro troppo fuori dai pali, ritenuto troppo impegnativo per il pubblico dei lettori di fantascienza ma troppo vicino al genere, non a caso era stato pubblicato a puntate sulla rivista Analog, per essere considerato letterario. Da qui le iniziali difficoltà a trovare un editore che lo pubblicasse. Ci ha voluto credere Chilton Books, un editore che si occupava di tutt’altro, nella fattispecie di manualistica dedicata alla manutenzione automobilistica. Una scelta inconsueta, proprio come Dune, che ha portato alle stampe un romanzo che ha frantumato tutti i record di vendita nell’ambito della fantascienza, primato che ancora detiene, alzando definitivamente l’asticella per tutte le opere di genere a venire. Il successo di Dune non si limita ai numeri fatti nelle librerie, in cui si rivela un long seller da decenni (ora di nuovo sugli scaffali grazie a Fanucci Editore, pag.636, euro 22), oltre che il capostipite di una lunga saga che continua anche dopo che il figlio di Frank Herbert, Brian, ha raccolto il testimone dal padre. Dune è un universo narrativo che ha trovato la sua espressione in libri, videogames, giochi da tavolo, serie TV e, soprattutto, nel cinema, sempre in quel modo completamente sui generis che caratterizza la creatura di Herbert. (In apertura un’immagine tratta dal Dune di Villeneuve).

 

Dune di David Lynch

 

Il romanzo è stato infatti la fonte d’ispirazione di un progetto grandioso, ma mai realizzato forse perché troppo audace, a opera di Alejandro Jodorowsky. Il regista, innamorato di Dune, ha tentato di realizzare negli anni ’70 un kolossal mai visto prima, un film epico per il quale ha radunato intorno a sé un team creativo allucinante, parliamo di nomi del calibro di Moebius, H.R. Giger, Mick Jagger, i Pink Floyd e Salvador Dalì. Un capolavoro figlio abortito di un capolavoro, di cui ci rimangono un documentario e diversi materiali preparatori, per lo più illustrazioni e storyboard, estremamente visionari. Parliamo del più grande film non realizzato della storia, che ha influenzato classici come Star Wars, Alien e Blade Runner. Solo nel 1984, a opera di David Lynch, Dune avrà un suo adattamento cinematografico a dire il vero non troppo riuscito ma nemmeno del tutto da dimenticare, interpretato da Patrick Stuart, Sting e uno degli attori feticcio del regista, un giovane Kyle McLachlan. Nulla a che vedere con il sogno epico di Jodorowsky, ma comunque un buon film. A prescindere dalle sue fortune sul grande schermo, l’universo narrativo di Dune è vivo, impresso nell’inconscio di milioni di lettori che lo amano. Il merito è di una storia forte, solida, una narrazione massimalista che racconta una vicenda di ampio respiro: la caduta di una casata nobiliare, la nascita di un profeta in grado di domare bestie antichissime ed estremamente potenti, una guerra di religione, anzi, una vera e propria Jihad che rovescia le sorti di un impero.

 

 

Una storia grande, retta da un world building complesso e minuzioso, curato nei dettagli ma grandioso che comprende una società che si è espansa nello spazio fino a governare una moltitudine di pianeti, una fitta rete di culture, usi e costumi, movimenti religiosi con una lunga Storia e, soprattutto, un ecosistema coerente, quello del pianeta Arrakis su cui si svolge la vicenda, costruito come un meccanismo articolato in cui tutto torna con grande precisione, e che supporta tutto il peso di un impianto narrativo enorme aiutandolo a girare a dovere. In tutto questo trova spazio una fittissima rete di riferimenti culturali al nostro mondo che rende Dune un romanzo profondo, un classico sempre attuale che proprio come la Spezia, l’ambitissima sostanza intorno a cui girano le peripezie di Paul Atreides e di tutti gli altri protagonisti, sembra in grado di piegare il tempo e di attraversarlo senza perdere nulla del proprio vigore e della propria profondità. Dune è grande, e per questo motivo è qui per restare ancora a lungo.