Total Refusal è un collettivo formato da Susanna Flock, Robin Klengel, Leonhard Müllner, Michael Stumpf, che attua interventi critici all’interno dell’universo dei videogiochi. A FilmMakerFest 2022 presentano in concorso il video Hardly Working (2022): al centro del lavoro gli NPC, i Non Playable Characters, ovvero personaggi non giocabili che popolano mondi iperreali al fine di creare un’apparenza di normalità. Gli NPC stanno solitamente in secondo piano, non rivestono ruoli importanti per lo sviluppo del gioco. Qui invece una lavandaia, uno stalliere, una spazzina e un tuttofare diventano protagonisti: con precisione etnografica il video osserva il loro lavoro quotidiano, un ritmo composto da loop all’interno dei quali operano ripetitivamente e instancabilmente. Le loro attività non si traducono in prodotti, né apportano cambiamenti al loro status esistenziale. Questi NPC, quasi degli objets trouvés, emergono come individui nell’iperbole delle loro prestazioni lavorative, laddove il lavoro diventa performance fine a sé stessa, azione eseguita e imposta per il bene delle apparenze e per garantire un ordine sociale.
Richiamano alla mente un episodio di Galaxy Express 1999 del maestro giapponese Leiji Matsumoto: sul pianeta dei bulloni, gli abitanti passano la vita a creare bulloni, utilizzati poi nella galassia per le più diverse finalità. Non possono fuggire, non possono neppure sognare un’esistenza diversa. I giorni si ripetono sempre uguali a loro stessi. L’unica consolazione sta nel rendersi conto che anche un solo bullone può salvare la vita delle persone. Gli NPC non dispongono di tale consolazione. Macchine digitali che non hanno alcuna prospettiva di uscire dai loro circuiti di attività, le loro azioni surrogate non generano alcun beneficio sociale. La lavandaia lava panni ininterrottamente, la spazzina pulisce sempre lo stesso punto della pavimentazione, il tuttofare pianta continuamente gli stessi due chiodi, lo stalliere ubriaco spacca la legna.
Ma nei momenti in cui l’algoritmo della loro esistenza mostra incongruenze, gli NPC evadono dalla logica della totale normalità mostrando la propria imperfezione e apparendo umani; è la capacità di montaggio degli autori a restituirceli nella loro vicinanza alle nostre vite. Loro come noi, incastrasti in un sistema di accumulazione alienante. Solo quando il personaggio assume il controllo del suo tempo si attua una sovversione, poiché è come se lo rubasse al suo padrone (nel capitalismo il tempo del lavoratore appartiene al proprietario che se l’è comprato). L’ozio collettivo è forse la risposta: può fermare la realtà capitalista ed estorcere una possibilità di futuro dal terrore del presente permanente.
Troviamo un precedente a questo tipo di operazione in Super Mario Clouds (2002), installazione video multicanale dell’artista Cory Arcangel che mostra una versione modificata del videogioco Super Mario Bros. in cui tutte le risorse di gioco vengono rimosse, tranne cielo e nuvole. Se l’opera di Arcangel veicola il rifiuto di partecipare al ciclo fulmineo del ricambio tecnologico della cultura contemporanea, il video di Total Refusal spinge a un rifiuto dell’azione come ipotesi di liberazione dalla morsa del sistema capitalistico.