Tutto inizia con un crollo, che è materia di vita reale e conta le vittime rimaste sotto le macerie di due edifici di Marsiglia, al 63 e 65 di Rue d’Aubagne, la mattina del 5 novembre 2018. Ma quel crollo è la traccia sulla quale Robert Guédiguian costruisce E la festa continua!, il suo nuovo lavoro, coproduzione italiana (Bibi Film), piccolo, dolce, lieve capolavoro, che ha la mano leggera dei pensieri a mezz’aria, quelli da cui poi ottieni le risposte migliori. Film della maturità stanca ma serena, del fare sapendo che tanto si è già fatto e altrettanto si può e si deve ancora fare, quindi film di storia, di vita e di politica, dunque d’amore e di amori, fisici e spirituali, familiari e ideali, pubblici e privati… Il crollo di Rue d’Aubagne come punto di fuga e poi, come prospettiva, la figura reale di Michèle Rubirola, sindaco di Marsiglia per 17 mesi, tra il maggio 2019 e il dicembre del 2020, attivista scaturita dal popolo che finì per dimettersi dall’incarico che aveva assunto nonostante se stessa e per senso di responsabilità. Non che quello di Guédiguian sia un biopic o un film inchiesta, naturalmente: smargina da ogni definizione perché accede allo spazio di una politica filmabile attraverso il superamento tra pubblico e privato: Arianne Ascaride è Rosa, infermiera nel quartiere popolare di Marsiglia, donna matura che tiene insieme la famiglia e l’impegno politico che ha ereditato dal sogno paterno.
Vedova di un uomo armeno di lunga ascendenza, sorella di un fratello comunista che dorme col cappello in testa, madre di due figli medici, uno dei quali, Sarkis, ha rinunciato alla professione per fare il barista nella “Piccola Armenia”, il bar che fu del padre e del padre di suo padre… Rosa deve decidere se essere la capolista della coalizione di sinistra alle imminenti elezioni, nel frattempo combatte in corsia a pochi mesi dalla pensione e regge le fila della famiglia. Sarkis intende sposare Laëtitia, che tiene vivo l’attivismo di quartiere a favore dei più bisognosi e ha un padre di nome Henri (Jean-Pierre Daroussin) che passa il suo tempo nutrendo lo spirito tra libri, versi e sospensione sul mondo reale. Tra lui e Rosa è intesa e amore, una storia matura per età anagrafica e sincera e necessaria per bisogno di dare spazio e tempo a se stessi, oltre che al mondo.
In tutto questo, Guédiguian fa di E la festa continua! uno dei suoi film più liberi, felici, aperti alla formulazione astratta dei pensiero: le macerie del crollo su cui si apre generano una riflessione libera nella sua incoerenza e potente nella sua determinazione politica. Se c’è un modo per generare senso nel caos di ideologie svilite e nel flusso di disattenzioni sociali, questo è quello giusto: questa volta Guediguian evita gli exempla e libera la mano in una narrazione leggera e avvolgente, che si tiene stretta a un sentimento forte del vivere e alla pulsionalità di un pensiero che si traduce in sentimento e di un sentimento dell’esistere che si traduce in pensiero…