Comunicare la contemporaneità aziendale: Attenti al guru di Matteo Daffi

Dire/non dire, fare/non fare.
Il sistema binario della comunicazione contemporanea all’ennesima potenza. Nel caos di alternative quotidiane (prima dell’emergenza) tutto sembra ordinabile secondo categorie predefinite, caselle, mappe (Google Maps su tutte), slide, pollice in su/pollice in giù, emoticon…
Attenti al guru (Independently published, pag.156, euro 10,40), romanzo d’esordio del copywriter Matteo Daffi, mette bene a fuoco tutto questo. Ora siamo reclusi causa pandemia, le librerie chiuse e tanti (troppi) libri sul virus in uscita…Un’alternativa che consigliamo per radiografare la contemporaneità pre virus – quasi a serrato ritmo di chat – è proprio Attenti al guru (il libro è acquistabile su Amazon in formato cartaceo o e-book). In tre parti, una premessa e un’appendice, il romanzo mette in scena molteplici personaggi la cui giornata è scandita dalla chat su whatsapp, dal programma aziendale, dallo speech pubblico, dalla performance. Motivatori che hanno (quasi) tutti bisogno di motivazioni o di altri motivatori. Persone che si orientano solo seguendo quello che viene detto loro, oppure seguendo modelli che hanno inventato o in cui eccellono, ma che sembrano non controllare più. Si tratta di un racconto – tra fantasia e realtà aziendale – di una serie di manager, imprenditori, artisti, influencer impegnati in un TED talk. TED (acronimo di Technology, Entertainment and Design) è un format nato negli USA e oggi di massima diffusione che prevede l’intervento di uno o più relatori su un tema di cui hanno esperienza. Il “motto” TED è «ideas worth spreading», le idee meritano di essere diffuse…

 

 

Ma quali idee? Anche le cattive? E soprattutto scelte e diffuse da chi? Daffi immagina, in forma di racconto corale e a più voci, un fantomatico TED talk a Bergamo – sul tema Identità, adattamento e cambiamento – in cui si incontrano le personalità più difformi dal “recruiter/talent hunter” Olmo Finisterra all’influencer Brina Gedvi, esperta di identità di genere, dall’imprenditore Lorenzo Bas all’artista Alessia Pentarchi, che simula la propria morte per malattie diverse ogni tot mesi…Proprio Pentarchi è uno dei personaggi più interessanti del libro: provoca imbarazzi (la persona che la va a prendere in stazione non sa come comportarsi con una disabile e il fatto che sappia che è una finta disabile rende ancora più surreale la situazione). Pentarchi simula la morte in corso con una verosimiglianza angosciante e paradossale. È una sorta di Marina Abramovich che imbastisce una posticcia ma credibile malattia e una finta fine. In attesa della vera morte, che diventa quasi un’opzione alla finzione, così come la realtà quotidiana si fa esibizione di sofferenza, evidenza di mostruosità e di male. L’unico personaggio realmente esistente che compare nel romanzo è infine Simon Sinek, vero consulente e autore di bestseller. Ogni persona incasellabile in categorie a dispetto della liquidità di genere, della molteplicità di mode, pensieri, opzioni. Ogni unicità umana cancellata. Nel proliferare di possibilità odierne tutto sembra riconducibile a modelli, schemi, mosaici di opzioni, grafici precisi.
Eppure ogni personaggio ha una propria voce diversa, una diversa personalità, comportamenti imprevedibili… L’incidente sembra fatto (forse) per risvegliarli dal torpore. Borges nel suo Del rigore della scienza aveva previsto un’arte cartografica con tali livelli di perfezione da essere in grado di creare mappe che si sovrapponevano allo spazio geografico di riferimento. Oggi la realtà pare scomparsa dietro le icone. Il libro di Daffi ne coglie – con tono divertito, ma sempre lucido – sfumature inquietanti, intercetta brandelli di umanità nella disumanità da social. Fino al prossimo speech. Scrive il giornalista e saggista Michael Pollan, in un passo di Come cambiare la tua mente, citato nel romanzo Attenti al guru: «Molte delle singole intuizioni colte nel corso di un viaggio psichedelico si trovano quindi in equilibrio sulla lama di un rasoio, tra profondità e banalità assoluta».
Benvenuti nel disorientamento.

 

 

La cover e illustrazioni sono di Daisy Viviani